29/9 Mirafiori - Presidio
FCA: I MORTI SUL LAVORO NON SONO UNA FATALITÀ!
L’AUMENTO DEI RITMI DI LAVORO, IL RISCHIO PER LA SICUREZZA E LA SALUTE, L’OPPRESSIONE DEI CAPI PER GARANTIRE LA PRODUTTIVITÀ, IL RICATTO DI CASSA INTEGRAZIONE E POSTO DI LAVORO… UCCIDONO!
Il 10 settembre un operaio di una ditta in subappalto della Fenice (ditta esterna che si occupa dei sistemi termoelettrici di Mirafiori) è morto mentre lavorava alle sue mansioni all’interno dello stabilimento di Mirafiori.Sono numerose le ditte esterne attive in FCA che in appalto o subappalto svolgono parti del processo produttivo, con operai sottoposti a condizioni di duro sfruttamento, in scarse condizioni di sicurezza, con il ricatto di contratti precari e privi delle minime tutele sindacali
.Questo operaio si chiamava Giovanni, aveva 49 anni ed è morto per
un’emorragia interna, schiacciato da un carico di materiale metallico
del peso di un quintale e mezzo mentre svolgeva le sue mansioni.
La verità “ufficiale” dettata dalla direzione aziendale è che Giovanni è morto a causa di problemi di coagulazione del sangue che non gli avrebbero consentito di sopportare l’emorragia interna causata dal cassone che gli è cascato addosso.
I sindacati confederali complici del padrone si bevono queste verità ufficiale e provano a darla a bere anche agli operai.La realtà è che lavorare in FCA o peggio ancora nei suoi appalti, da Torino agli stabilimenti nel resto d’Italia, diventa giorno dopo giorno più pericoloso. Infortuni e morti sul lavoro non sono una fatalità. Sono il risultato di un’organizzazione del lavoro votata al massimo sfruttamento della forza lavoro e alla riduzione della spesa dei padroni in sicurezza. Sono il risultato della fatiscenza e dell’abbandono in cui versano le fabbriche quando i padroni le considerano rami secchi da tagliare.
Ecco come è morto Giovanni a Mirafiori il 10 settembre. Ecco come è morto l’operaio Fabrizio Greco dello stabilimento di Cassino, giusto un anno fa, schiacciata tra due presse.
Così sono morti gli operai Thissen Krupp di cui tutta Torino porta il ricordo.Denunciamo lo sfruttamento che ha causato delle morte dell’ennesimo lavoratore (a luglio erano più di 719 I morti sul lavoro secondi dati INAIL): l’aumento dei ritmi di lavoro, il rischio per la sicurezza e la salute degli operai (anche a causa della diffusione del Covid), la pressione dei capi, la ricattabilità della cassa integrazione e del posto di lavoro.
Infatti, la recente fusione tra FCA e PSA sta mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro a Torino e in tante altre città del mondo, dove hanno sede le fabbriche delle due multinazionali dell’auto.
A questa situazione, l’unica risposta immediata e concreta é quella dei lavoratori, della loro unione e organizzazione con la lotta, dentro e fuori le fabbriche FCA, collegandosi come operai metalmeccanici con i lavoratori di tutte le altre categorie.
Rispondiamo con la lotta dei lavoratori all’attaco di padroni e dei loro governi che fanno profitto e propaganda sulla nostra pelle.
Facciamo pagare la crisi ai padroni!
Assemblea dei Lavoratori e delle Lavoratrici Combattivi – Piemonte
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