LE OPERAIE DELLA MONTELLO STANNO PORTANDO AVANTI UNA BATTAGLIA CONTRO L'AUMENTO DEI RITMI, CONTRO GLI ESUBERI.
A fine settembre hanno realizzato insieme allo sciopero un assedio spontaneo alla Direzione che ha smascherato la trattativa con la Cgil in corso sulla ristrutturazione, sugli incentivi ad andarsene per le operaie che non reggono più i ritmi (vedi resoconto e foto sotto).
QUESTA CONDIZIONE E' PRESENTE IN TANTE ALTRE FABBRICHE, DOVE SPESSO LA MAGGIORANZA SONO DONNE, IMMIGRATE, PIU' SFRUTTATE E MANDATE A CASA PRIMA DI TUTTI DOPO CHE I PADRONI LE HANNO SPREMUTE, LOGORANDO I LORO CORPI, LA LORO VITA.
Questa lotta è un esempio come lotta operaia e lotta delle donne. Essa, infatti, sta sia attaccando la politica verso le donne dei padroni e gli accordi della Cgil che vogliono calpestare la dignità delle donne, sia facendo i conti con l’opportunismo patriarcale degli operai che arretrano di fronte alla mobilitazione delle operaie, dichiarandole sacrificabili per 'la tenuta della cooperativa nella crisi', per un ritorno a casa.
Le operaie della Montello hanno partecipato e sono intervenute nell'assemblea telematica del 17 settembre organizzata dal Mfpr e lavoratrici Slai cobas sc portando la loro forte denuncia ma soprattutto la loro carica di combattimento (nel mese uscirà una pubblicazione sull'assemblea con tutti gli interventi).
Non solo le operaie dello Slai Cobas molte tra le iscritte Cgil non ci stanno a essere rimandate a casa, o restare e lavorare per due.
La Cgil apre al mercato delle braccia. Dice, il prezzo di 600 euro proposti dall’azienda per ogni anno di anzianità (e di sfruttamento) è troppo basso. 1000 euro sono il prezzo giusto.
Ma il centro della trattativa non riguarda l’incentivo per chi se ne va.
L’accordo stabilisce il costo per ogni posto di lavoro tagliato, quanto deve pagare il padrone per essere libero di far fare doppio lavoro alle operaie che restano sulle linee.
Ma la forte protesta del 21 settembre, con centinaia di operaie che hanno condiviso l’iniziativa dello Slai Cobas e assediato la direzione per le giornate di riposo forzato, per la velocità dei nastri aumentata, per quelle che dieci giorni fa erano voci di esuberi, non si è spenta, si prepara per fare i conti anche con questo accordo, mettere sotto assedio chi da al padrone la forza che non ha.
Per lo SLAI COBAS la lotta contro questo piano di ristrutturazione è sulle parole d’ordine: difesa del posto di lavoro delle operaie sulle linee, nessuna donna deve essere mandata a casa, no all’aumento dei ritmi, riduzione di orario a parità di salario, basta cooperativa assunzione diretta alla Montello spa.
500 operai in produzione ma in appalto alla cooperativa Selection, quasi tutti immigrati a forte maggioranza femminile, con le operaie impiegate al duro lavoro sulle linee di selezione rifiuti, e come risposta alla repressione antisciopero messa in atto venerdì scorso dai padroni.
Nello sciopero del 21 settembre le operaie dello Slai Cobas sono diventate l’anima della combattiva assemblea sociale, e hanno messo sotto processo la cooperativa e i suoi interessi economici.
Presenza in massa che ha reso inadatta la sala riversandosi in un piazzale della fabbrica. Una carica delle operaie in gruppo che ha fatto esplodere oltre all’odg tutte le contraddizioni di un piano di ristrutturazione che avanza sulle linee, con l’automatizzazione di alcuni processi, l’aumento dei ritmi, l’uso arbitrario e massiccio delle giornate di riposo non pagate, con esuberi programmati anche se dilazionati nei prossimi mesi attraverso un programma di Cassa Integrazione già concordata con la Cgil.
Un impeto che ha travolto anche l’odg, con la proposta della cooperativa di trasformarsi in cooperativa per azioni, per aprire a nuovi profitti sulla pelle delle operaie, bocciata con 170 voti per alzata di mano (respingendo la schedatura del voto con firma), contro 90 (circa).
La carica delle operaie ha messo il padrone a nudo. Ha imposto all’ordine del giorno la denuncia dello Slai Cobas sulle condizioni di lavoro nelle linee, la questione degli esuberi, l’inutilità della cooperativa, pura intermediazione di manodopera. Nella lotta le operaie fanno i conti anche con la Cgil e i suoi delegati, maggioritaria in fabbrica, defilata, che adesso parla di unità quando n realtà da sempre è schierata dall’altra parte: controllo del conflitto, deviazione delle rivendicazioni, accordi a perdere.
Come le operaie fanno i conti anche con l’opportunismo patriarcale degli operai, che arretrano di fronte alla mobilitazione delle operaie, dichiarandole sacrificabili per 'la tenuta della cooperativa nella crisi', per un ritorno a casa, magari con con un incentivo economico.
Con la giornata del 21 settembre lo scontro in fabbrica si è aperto. Centrale l’organizzazione dello Slai Cobas, gli scioperi, la tenuta del protagonismo e del ruolo trainante delle operaie. Per una piattaforma operaia di lotta che diventi l'elemento unificante della mobilitazione per la massa delle operaie che ieri ‘spontaneamente’ si è unita nella contestazione della cooperativa, delle ristrutturazione.
contro i licenziamenti, anche mascherati o anticipati dalla cassa integrazione;
no al ritorno a casa delle donne;
riduzione di orario a parità di salario;
basta cooperativa, assunzione diretta alla Montello spa.
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