I tumori nell'area della Solvay di Spinetta Marengo sono superiori del 30% della pur alta media alessandrina.
Fino al 50% per
gli uomini, cioè per i lavoratori del polo chimico, stante
levidente stretta relazione tra patologie e sostanze lavorate e
smaltite. Lo rileva lo studio epidemiologico (ricoveri ospedalieri
di ARPA e decessi di ASL 1996-2017): non è una novità ma una storica
conferma che denunciamo da decenni. Perfino il direttore provinciale
Arpa finalmente ammette che a Spinetta ci si ammala e muore di più.
Meglio tardi che mai ammette che linquinamento in falda è destinano al peggioramento, cioè non è in atto una vera bonifica, che le emissioni dai camini non sono a norma, che limpianto di depurazione non funziona. E finalmente ammette che -malgrado i nostri ripetuti solleciti- solo dal 2012 ha misurato il PFOA e
solo ultimamente il C6O4, entrambi PFAS considerati cancerogeni nel
resto del mondo (esemplari i limiti imposti dallo Stato del
Massachussetts). Per il C6O4 addirittura Solvay ha appena chiesto
lautorizzazione alla Provincia di produrlo e scaricarlo in aria e
acqua. Servirà da stop la recente sentenza di Cassazione che ha sanzionato per Spinetta un evento distruttivo allincolumità pubblica di proporzioni straordinarie, un avvelenamento delle falde difficilmente reversibile? considerato che una vera bonifica del pregresso neppure è iniziata? Noi ancor meno che mai contiamo su una svolta delle attuali Giunte. Alle quali, e alla multinazionale belga, gran parte dei mass media sono proni. La magistratura penale? Speriamo in quella di Vicenza contro la Miteni,
fornitrice di Solvay.
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