Taranto: inquina anche ArcelorMittal
di Associazione PeaceLink (*)
Con la gestione Arcelor Mittal c’è meno inquinamento a Taranto rispetto al periodo dei Commissari Ilva?
Proviamo a rispondere a questa domanda con un report
specifico. Abbiamo finalmente un quadro completo dei primi cinque mesi
di gestione ArcelorMittal a Taranto.
Quelli che pubblichiamo sono i dati Arpa-Ispra della cokeria per il periodo che va dal giorno 1 novembre 2018 al 31 marzo 2019. Essi sono raffrontati con i corrispondenti dati che vanno dal giorno 1 novembre 2017 fino al 31 marzo 2018.
Sono state calcolate le medie. Il raffronto, per il
medesimo periodo di tempo, è stato effettuato anche per il quartiere
Tamburi utilizzando i dati della centralina Arpa di Via Machiavelli.
Ecco i risultati:Cokeria
Si può notare che in cokeria l’unica emissione che è
calata è quella del C6H6 (ossia del benzene) che si misura in
microgrammi a metro cubo. Il calo è stato del 3%.
Gli altri inquinanti in cokeria sono invece tutti
saliti, e non di poco. L’incremento più vistoso è quello degli IPA
totali: +92%.
Segue l’idrogeno solforato (H2S) con un +68%. Si
notano anche gli incrementi per il PM10 (+32% o + 23% a seconda delle
tecnologia utilizzata) e il PM2,5 (+32%).
Segue il black carbon con un +7%. Una parte di queste
emissioni sono classificate dall’agenzia IARC nel gruppo 1 come
cancerogeni certi per l’uomo; è il caso del PM10 e PM2,5, ma anche degli
IPA che contengono il pericoloso benzo(a)pirene.
Gli inquinanti citati si misurano in microgrammi a
metro cubo, tranne gli IPA totali e il black carbon la cui unità di
misura della concentrazione è il nanogrammo a metro cubo.
Tutte quelle che abbiamo esaminato sono emissioni
diffuse e fuggitive (dette anche non convogliate) e riguardano
l’impianto probabilmente più complesso da mettere a norma: la cokeria.
Tale impianto è attualmente sotto sequestro penale.
Tuttavia ha ricevuto la facoltà d’uso (con i decreti
salva-ILVA). La cokeria disponeva di tale facoltà d’uso a condizione che
gli interventi di messa a norma fossero terminati entro il 2014.
Questa era la condizione che la Corte Costituzionale considerava indispensabile ai fini di un “bilanciamento” fra diritto alla salute e diritto al lavoro.
Questa era la condizione che la Corte Costituzionale considerava indispensabile ai fini di un “bilanciamento” fra diritto alla salute e diritto al lavoro.
Ma il termine del 2014 (contenuto nell’AIA riesaminata nel 2012) è stato prorogato più volte, fino ad essere spostato al 2023.
Anche il termine ultimo per dotare la cokeria del certificato di prevenzione incendi è stato spostato al 2023.
La Regione Puglia ha chiesto un riesame dell’AIA
(anche per accorciare i tempi) ma il Ministero dell’Ambiente non ha
acconsentito.
Quartiere Tamburi
Per quanto riguarda la qualità dell’aria del
quartiere Tamburi misurata dalla centralina Arpa di via Machiavelli,
l’unico dato in diminuzione è quello del biossido di azoto (NO2) che è
calato dell’1% ma tutti gli altri inquinanti sono aumentati nel periodo
che va da quando ArcelorMittal ha preso possesso dello stabilimento
siderurgico, ossia dal giorno 1 novembre 2018, al 31 marzo 2018 (lo
stesso per il quale abbiamo monitorato le emissioni della cokeria
mediante i dati della centralina relativa).
Gli inquinanti in maggiore aumento sono gli IPA
totali (+26%), il benzene (+17%), l’anidride solforosa (+17%) e il PM2,5
(+14%). Il PM10 ha avuto un incremento del 6%. Anche il monossido di
carbonio (CO) è aumentato (+4%). In nessun caso vi è stato un
superamento dei limiti di legge.
Diversi di questi parametri associati a effetti cancerogeni e a effetti cardiovascolari. L’esposizione dei lavoratori e della popolazione a tali sostanze non è tuttavia priva di effetti avversi sulla salute anche a concentrazioni sotto i limiti di legge, come ha più volte precisato l’Arpa.
Non vanno infine dimenticati gli effetti neurotossici di diverse sostanze di origine siderurgica, le cui conseguenze sono documentate nella letteratura scientifica sia in età pediatrica che in età avanzata.
Diversi di questi parametri associati a effetti cancerogeni e a effetti cardiovascolari. L’esposizione dei lavoratori e della popolazione a tali sostanze non è tuttavia priva di effetti avversi sulla salute anche a concentrazioni sotto i limiti di legge, come ha più volte precisato l’Arpa.
Non vanno infine dimenticati gli effetti neurotossici di diverse sostanze di origine siderurgica, le cui conseguenze sono documentate nella letteratura scientifica sia in età pediatrica che in età avanzata.
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