domenica 21 aprile 2019

pc 21 aprile - Greta - Appoggiamo tutte le voci critiche e ci indignano quelli della falsa sinistra dei movimenti che partecipano alle campagne del nemico

Distinguere tra desiderio e realtà. Cioè tra ciò che sogniamo e ciò che è. A tanti piace sognare la favola della bambina che dal nulla sale alla ribalta mondiale e salva il mondo. Ma la realtà è palesemente diversa.

Le cose che dice Greta si sentono da anni, le hanno dette e le dicono milioni di persone. Eppure non finiscono su tutti i media del mondo (per lo meno quello occidentale).
Come succede che una sconosciuta bambina svedese di 15 anni finisce da un giorno all’altro su tutti i giornali del mondo? Ecco, fatevi qualche domanda.
I media, tutti, anche nel libero mondo occidentale, sono aziende. Aziende che hanno un proprietario e che fa scrivere e non scrivere quello che gli interessa.
Io vorrei una Greta che si scagliasse contro le scandalose disuguaglianze. Forse c’è, ma non lo saprete mai perchè non lo leggerete mai sui giornali o in tv.
È la solita storia. Vanno bene tutte le giuste cause del mondo tranne le uniche per cui è nata la sinistra in Italia e in tutto il mondo e in ogni epoca: la redistribuzione della ricchezza, cioè la lotta alla disuguaglianza.
È ridicolo leggere cazzate come “Greta fustiga i potenti del mondo a Davos”. Ma figurarsi!!! Inoltre tutte le grandi battaglie politiche sono state fatte con la lotta dura, dolorosa, sanguinosa, non con gli appelli e il volemose bene.
E sull’ambiente è la stessa cosa.
Una lotta vera all’inquinamento e al cambiamento climatico richiede lo scontro duro contro interessi forti, una battaglia politica in cui per vincere si devono accettare anche sacrifici personali durissimi, come è sempre stato.
Non vorremo raccontarci che persone a cui si chiede di rinunciare a miliardi di euro di profitti siano disposti a farlo così, senza combattere, “per il bene e la salute pubblica”.
Non funziona così, non è mai funzionato così.

No, il fenomeno Greta è solo una gigantesca operazione mediatica per dirottare il malcontento popolare verso obiettivi più sostenibili per certi interessi.

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