venerdì 13 luglio 2018

pc 13 luglio - Calabria - terre dei veleni, ndrangheta e capitale vanno insieme - lotta per le bonifiche lavoro e anticapitalismo possono e devono andare insieme - slai cobas per il sindacato di classe - CN

appello del Comitato cittadino “La Collina dei Veleni” (*)
A sud della Campania c’è un’altra terra, la Terra dei Veleni: Crotone. In settant’anni di vita delle fabbriche le scorie industriali sono state interrate ovunque, nel centro urbano e nelle campagne circostanti.
Falde acquifere contaminate da sostanze cancerogene (cadmio e TCE) sono da decenni incontrollate. Un intero quartiere popolare è stato costruito su mezzo metro di scorie (Fondo Gesù) e
altri residui industriali sono stati interrati illegalmente sotto scuole e alloggi di edilizia popolare. 
Non sono rare le scoperte di residui industriali nei siti urbani, o in siti d’interesse turistico, come il Castello di Carlo V, ma nessuno si preoccupa se quelle scorie, alla luce di norme ambientali sicuramente più severe, siano pericolose per la salute ini.
Da oltre un decennio la multinazionale dell’ENI (Syndial) ha avviato il processo delle bonifiche, ma sino ad oggi abbiamo perso tempo con degli “alberelli magici”, che dovevano bonificare suoli fortemente contaminati da cadmio, arsenico e piombo.
Il paradosso è che nell’area adiacente a quella industriale, si stanno bonificando con risorse pubbliche suoli che non sono nemmeno contaminati (indagini in corso già da molti anni).
In questi giorni, dopo il fallimento del Progetto iniziale di bonifica, il MATTM ha dato inizio al nuovo progetto di bonifica dei suoli dell’area industriale di Crotone denominato POB FASE II, che è stato condiviso delle nostre Istituzioni. Con questo nuovo progetto, si fa finta di cambiare le tecnologie di bonifica, ma gran parte dei veleni resteranno dove si trovano.
In particolare una zona del sito dell’ex stabilimento di Pertusola Sud, denominata “Area ex Impianti”, che per 50 anni è stata utilizzata all’interno della fabbrica per lo stoccaggio di pericolosissimi residui della lavorazione della blenda (Ferriti di zinco), non sarà nemmeno sfiorata dagli interventi di bonifica (foto). 

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