martedì 10 luglio 2018

pc 10 luglio - La destabilizzazione fascista di Salvini

Il fascista Salvini ha ben compreso che la destabilizzazione istituzionale è pagante, e quindi prosegue lungo la via degli annunci, delle frasi ad effetto e dei fatti compiuti, che, sull’immediato fanno crescere il consenso nei sondaggi - assolutamente compiacenti e ben oltre il consenso reale - ma che hanno un effetto pratico più significativo dei sondaggi, di far avanzare la marcia attraverso le istituzioni, che porta prima ad un governo di fatto a guida Salvini, poi a un governo reale di Salvini legittimato dal voto.

Naturalmente tutta questa marcia reazionaria non potrebbe andare avanti se le Istituzioni, la incredibile composizione della compagine ministeriale, guidata dal sig. “nessuno”, la disperata necessità della casta grillina di stare al governo e di assegnare cariche per dimostrare che il voto ai 5Stelle è servito, e per galvanizzare le truppe cammellate di piccolo e medio borghesi senza arte né parte che costituiscono i cosiddetti “parlamentari”, non offrissero un ventre molle e un tappeto d’argento all’ascesa di Salvini.

Il capo delle Istituzioni borghesi, il presidente Mattarella, se l’è cavata con una mezz’oretta di chiacchiere, pensando così di avere la coscienza a posto e di essersi messo al riparo dalle critiche.

Ma le cose non stanno così. Salvini ha dimostrato che lui incontra quando vuole e chi vuole e considera i cosiddetti “rappresentanti istituzionali” interlocutori di comodo della sua eterna campagna elettorale.

Subito dopo Mattarella, Salvini è andato ad incontrare quel signore che dice di essere il “presidente del consiglio”, per dare istruzioni circa il prossimo Vertice europeo sui migranti, in cui Salvini punta a fare un nuovo botto, per conto di sé stesso e di quella maggioranza reazionaria dentro i 27 paesi europei, che trovano ora in Salvini un punto di riferimento per legittimare la loro politica nazista che ricatta la cosiddetta “Europa” per spostarne, almeno sul fronte degli immigrati l’asse sull’estrema destra.

Nella compagine ministeriale ormai Di Maio ha lo scopo sempre più di fare la dichiarazione quotidiana di copertura di Salvini, in un gioco ormai esplicito.

Imbarazzanti risultano poi i ministri: quello degli Esteri, che parlava di più prima che non era ministro di quanto parli adesso, mentre ha emesso un timido belato la ministra delle Difesa Trenta per dire che è competenza sua l’attracco delle navi delle missioni militari, vista la situazione potremmo dire che “una risata la seppellirà”.

Ancora più indecente è l’attitudine di certo Toninelli, su cui ha ragione Saviano quando dice: “Non studia. E’ solo un burattino nelle mani della Lega… Lo disprezzo come uomo e come politico, come caricatura di Ministro che ignora colpevolmente la storia recente dei salvataggi in mare”.

Purtroppo, pensiamo che le grida di Saviano, pur giuste, non siano realmente in grado di incidere nel contesto putrido di questa compagine di governo.

E’ chiaro che siamo favorevoli a tutte le contraddizioni che, in questo governo e a livello istituzionale, possano servire a fermare l’andazzo.

Ma soprattutto pensiamo debbono incoraggiare la reale opposizione a prepararsi ad alzare il tiro dell’attacco alla compagine governativa e ai suoi uomini, assoluta necessità nella dinamica presente e futura della lotta di classe.

proletari comunisti/PCm Italia

10 luglio 2018

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