"Non si può respingere in mare gli immigrati e non vagliare la loro richiesta di status di rifugiato politico. Se per assurdo un barcone di immigrati attraccasse ai Murazzi sul Po, nessuno potrebbe vietare alle persone a bordo di scendere. Se accadesse, tale comportamento sarebbe oggetto di una nostra indagine". Così il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, che oggi pomeriggio ha presentato le nuove direttive "per un più efficace contrasto dei reati motivati da ragioni di odio e discriminazione etnico-religiosa e per la più rapida trattazione degli affari dell'immigrazione, nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone".
I reati commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso saranno trattatati come prioritari con conseguente rapidità nell'effettuazione di tutte le indagini necessarie alla individuazione dei responsabili. Ad occuparsi di questi reati sarà un pool di magistrati che eviteranno, si legge nel documento presentato dal procuratore generale Francesco Saluzzo e dal procuratore capo Armando Spataro, "di richiedere l'archiviazione per particolare tenuità del fatto", potranno inoltre "promuovere l'azione penale" e "svolgeranno personalmente le funzioni di pm in dibattimento". A questo proposito, la procura ha anche invitato Questura, Carabinieri, Gdf e Polizia municipale a valutare "la possibile adozione di direttive o misure organizzative idonee a implementare l'efficacia e l'immediatezza degli accertamenti finalizzati all'identificazione dei responsabili dei reati".
"Questa esigenza - ha spiegato Spataro - è nata dall'aver constatato nell'ultimo periodo una crescita di questo tipo di reati, minacce, aggressioni, scritte e manifesti che imbrattano i muri spesso
accompagnata dalla passività delle persone presenti. Non tocca a noi magistrati intervenire nelle analisi di tipo sociale e politico mentre è nostro compito dare risposta a questo tipo di reati, odiosi e insopportabili"
Sulla stessa linea il procuratore generale Saluzzo che, presentando le nuove direttive, ha osservato: "Sono malamente impressionato per i comportamenti odiosi che si sono manifestati in quest'ultimo periodo, che incitano all'odio razziale nei confronti di soggetti stranieri provenienti soprattutto dall'Africa e dal Medio Oriente. Come se si dovesse comunicare alla gente che è arrivato il momento di passare al contrattacco. Questi comportamenti sono reati che devono essere perseguiti".
La decisione arriva in un periodo nel quale aumentano in modo preoccupante gli episodi che recano sullo sfondo un clima di intolleranza xenofoba e religiosa e pochi giorni dopo la denuncia di una cronista di Repubblica che ha assistito a un'aggressione verbale di un uomo contro una donna con il capo coperto da un velo che viaggiava in metropolitana.
Nel pomeriggio è arrivata la replica del ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Sono sorpreso dalle parole del procuratore di Torino. Bloccare i porti non è un diritto ma un dovere. Se qualcuno la pensa diversamente può candidarsi alle prossime elezioni".
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