un compagno di proletari comunisti è in tunisia per un certo periodo per studio...
ma ha cominciato un lavoro di inchiesta e intervento nella reltà giovanile, proletaria e femminile
del paese.
Cominciamo a pubblicare una intervista:
circa la situazione dei giovani a
Sidi Bou Zid
Qui tutti i giovani hanno preso parte
alla rivolta del dicembre 2009. C’è un disaccordo di date, in
Tunisia si parla del 14 Gennaio 2010, in realtà la rivolta è
partita da qui in seguito all’ambulante che si è dato fuoco nel
dicembre 2009.
Questo centro che stiamo visitando è
sorto dopo il 2009 ed è l’unico spazio di aggregazione giovanile
in città, accanto vi è anche una palestra e una struttura sportiva,
ma questo è l’unico spazio dedicato e utilizzato prettamente da
giovani. C’è un campo da tennis, di basket, un cafè interno,
delle stanze per fare riunioni. Questo è solo il primo passo ma per
l’appunto, prima del 2009 non c’era assolutamente niente, noi
giovani e giovanissimi (Nidhal ha 22 anni, nel 2009 ne aveva 17
n.d.r.) ci inventavamo i passatempi per strada. Io ho iniziato a
giocare a basket in un campo improvvisato adesso possiamo venire qui,
prenotare il campo e giocare. Il tutto costa solo l’iscrizione di 2
dt all’anno (0,80€ n.d.r.) ovvero niente. A parte questo
centro tuttora l’unico passatempo che abbiamo e spostarci da bar a
bar dove beviamo caffè e fumiamo sigarette e aschischa (narghilè
n.d.r.)
Sulla rivolta
Tutte queste bancarelle di ortaggi che
vedi per la strada sotto Ben Alì erano illegali, si poteva vendere
solo al mercato e per farlo ci voleva la licenza, per ottenerla
dovevi conoscere qualcuno legato al regime. L’ambulante lo
conoscevamo tutti, all’ennesimo sequestro di merce è andato
davanti la sede della Mucipalitè per essere ricevuto, gli è stato
negato e lui ha minacciato di darsi fuoco, la risposta dall’interno
è stata “fallo”, e lui lo ha fatto davvero. Mi ricordo ancora
quel giorno, tutti col passaparola sapemmo quanto accaduto e
spontaneamente ci incontrammo davanti la municipalitè. E scoppiò
spontaneamente la protesta, fu data alle fiamme la municipalitè e il
tribunale, la polizia locale non intervenì e lasciò fare in attesa
dei rinforzi delle squadre speciali da Tunisi (l’antisommossa
n.d.r.). furono attaccate anche macchine della polizia e date
alla fiamme. Solo quelle non macchine di privati, è curioso, qui ci
conosciamo tutti, fino al giorno prima ci salutavamo con i poliziotti
che il giorno dopo invece venivano attaccati, non eravamo più
niente. Il secondo giorno arrivò l’antisomossa che eseguì
pattugliamenti tutto il giorno venendo attaccata facilmente dato che
non sapevano come muoversi non conoscendo la città. I giovani si
organizzavano spontaneamente tramite passaporla e telefoni
coordinandosi negli attacchi nelle differenti zone della città, ogni
gruppo di giovani operava nella propria zona e comunicava i movimenti
agli altri gruppi di giovani. Gli scontri durarono fino alle 5 di
mattino e i poliziotti che avevano pattugliato tutto il giorno
subendo attacchi erano esausti non essendo riusciti a dormire, il
terzo giorno fu attaccata anche una caserma della polizia allora il
comandante chiese ufficialmente di fare intervenire l’esercito.
Questo fu un grave atto perchè qui l’esercito è sentito più
vicino alla popolazione rispetto alla polizia. Gl scontri si
placarono per le vacanze scolastiche invernali ma ripresero al
rientro da esse a gennaio quando ormai la rivolta si era estesa a
tutto il paese, prima a Bizerte, poi a Sousse e Sfax e per ultima
Tunisi.
Sul ruolo dell’UGTT
L’UGTT sotto Ben Ali faceva una finta
opposizione, ormai era diventata corrotta, i suoi funzionari sono
corrotti, infatti la sua esistenza veniva tollerata anche se
ufficialmente era illegale. Dopo i primi giorni di rivolta è
intervenuta l’UGTT, il ruolo positivo è stato quello di provare a
coinvolgere i lavoratori qui e a farli scendere in piazza e
soprattutto, grazie alla propria struttura nazionale, di allargare la
protesta anche alle altre città mobiliando i propri quadri.
L’aspetto negativo è stato quello di inquadrare la protesta
secondo la propria visione agendo da cuscinetto tra potere da un lato
e giovani in rivolta da 3 giorni dall’altro.
Sulla situazione attuale in città
Ancora dal 2009
non ha un governatore e neanche la polizia, come vedi non c’è
polizia adibita all’ordine pubblico per le strade, le sole forze di
polizie sono quelle ai chek-point all’ingresso della città, per il
resto la polizia ancora non interferisce circa l’ordine pubblico ma
sta chiusa nelle caserme e si occupa solo di normale amministrazione.
Sulle elezioni
Subito dopo la rivolta sono stato tra
quelli che ha creduto alla retorica di Ennahdha, qualche giorno dopo
le elezioni ho capito il mio errore. Ho letto il programma del PCOT e
ci sono anche punti giusti nel programma dei comunisti, ma vedendo
come stanno agendo tutti i partiti nell’ANC credo che non voterò
nessuno alle prossime elezioni. All’interno dell’ANC c’è anche
Nida Tounes, un partito che ha riciclato gli ex sostenitori di Ben
Ali, tutti sostengono l’attuale governo tecnico.
Sulla questione del sud e delle
miniere
Sia Bourgouiba che Ben Ali hanno diviso
il paese fin dall’inizio dirottando tutte le risorse provenienti
dal sud ad esempio sulle città costiere di Bizerte, Tunisi,
Hammamett, Sousse, Monastir e Jerba. Tutto ciò per sviluppare il
settore del turismo. Ciò ha provocato anche differenze
socio-cultrali, nel nord sono più aperti verso l’esterno e in
generale. Sono meno conservatori, quando sono andato a studiare a
Tunisi ho visto cose che sono inimmaginabili qui, come il fatto che
una studentessa possa andare a dormire a casa del ragazzo o che anche
le ragazze vadano i cafè insieme agli uomini. Come vedi qui, anche
al royal che sembra un posto moderno ci sono solo uomini.
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