La convocazione di un'assemblea il 6
aprile a Milano delle donne e l'appello "per
un'altra Europa laica, dei diritti"
raccoglie, in particolare nella grandi città, la destra
del movimento delle donne, tipo “Se non ora quando”, “Usciamo
dal silenzio”, “donne nella crisi”, ecc., come quella
esplicitamente istituzionale interna a sindacati confederali, PD,
istituzioni locali, ecc.
Altre realtà di donne, associazioni,
collettivi, pur riprendendo l'appello, lo stanno facendo in maniera
più o meno critica, in distinzione.
Questo appello riprende anche un
vecchio slogan: “La prima parola e l’ultima” che anch'esso
nella metà degli anni '90 fu portato avanti dal femminismo
istituzionale, parlamentare, e che come fu anni dopo con “Usciamo
dal silenzio” - con a capo la Camusso/Cgil - chiamò le donne alla lotta
per la difesa dell'aborto, ma dopo grandi e a volte imponenti
manifestazioni (come a Milano), strumentalizzò a fini
elettorali/parlamentaristi quel grande movimento, facendolo morire.
Oggi, in prossimità delle elezioni
europee, l'operazione si ripete.
La ripresa dell'attacco al diritto
d'aborto è reale, la Spagna è la punta di iceberg di tutta una
serie di interventi istituzionali, di forze di destra o apertamente
fasciste, integraliste, che stanno colpendo vari paesi in Europa e
non solo (vedi Usa) e anche l'Italia. Ma ancora una volta a questo
attacco reazionario che è un attacco generale, politico, ideologico,
espressione di un sistema borghese che fa della oppressione e doppio
sfruttamento delle donne un suo puntello centrale per perpetuarsi, a
questo attacco che chiama il movimento delle donne a lottare per
respingerlo in ogni modo e contemporaneamente sviluppare una lotta
più generale contro questo sistema da moderno fascismo – al di là
delle forze borghesi che di volta in volta lo rappresentano; a questo
attacco, si risponde con la soffocante, deviante, impotente politica
elettoralista.
“Un'altra Europa laica e dei diritti”
è impossibile ma soprattutto falso. Non c'è una “Europa”, c'è
l'Europa della Markel, l'Europa dei governi reazionari come quello
spagnolo, come dei governi di “centrosinistra” ma di destra
mascherati come quello francese e italiano, ecc.; c'è l'Europa della
ripresa esplicita e forte delle forze fasciste ed esplicitamente
naziste (come in Francia Le Pen), chiaramente fortemente sessiste e
razziste. E' una drammatica “normalità” che il Parlamento
europeo, formato da questi governi e queste forze politiche, abbia
bocciato la “risoluzione Estrela, che sollecitava gli stati
dell’Unione a sviluppare una legislazione che permettesse ad ogni
persona di vivere liberamente la propria sessualità e di decidere se
interrompere la gravidanza senza alcun rischio” (dall'appello
per un'altra Europa Laica e dei diritti).
Contro questa Europa non ci sono
appelli o liste elettorali che tengano, ma c'è la necessità di
rovesciare con la lotta i governi di ogni paese di questa “Europa”,
e affermare la via della rivoluzione per il potere proletario. E in
questa lotta le donne sono l'avanguardia perchè subiscono non una ma
mille catene e perchè quando lottano realmente sono una “potenza”.
Per questo il Movimento Femminista
Proletario Rivoluzionario Italia, insieme alle donne
turche in Europa “Donna Nuova”, ha
aderito all'appello: “COSTRUIRE
IL MONDO E' NELLE NOSTRE MANI - PER UNA INIZIATIVA DI COORDINAMENTO
ANTIMPERIALISTA IN EUROPA” - che
riportiamo di seguito.
E facciamo appello ai movimenti di lotta delle donne in tutti i paesi in Europa aD aderire a questo appello, e soprattutto ad unire le nostre forze per accendere i fuochi della lotta dovunque.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Italia
COSTRUIRE IL MONDO E' NELLE NOSTRE MANI - PER UNA INIZIATIVA DI COORDINAMENTO ANTIMPERIALISTA IN EUROPA
Noi,
organizzazioni antimperialiste e antifasciste operanti nei diversi
paesi d'Europa, l'8 e 9 febbraio ci siamo riuniti e, dopo
approfondita discussione, abbiamo concordato i seguenti punti e
deciso che continueremo l'attività per la costruzione di un
coordinamento di lotta antimperialista in Europa.
La situazione in cui ci troviamo è segnata dal perdurare e approfondirsi della crisi, parte della crisi generale dell'imperialismo, con quella attuale che è iniziata negli USA nel 2008, emersa nel campo della finanza ed estesasi subito dopo al campo della produzione, penetrando in tutto il mondo e portando una recessione sempre più profonda. L'origine principale della crisi non è il funzionamento distorto del sistema finanziario internazionale ma le stesse leggi di funzionamento del sistema capitalista.
L'Europa, che è parte del sistema imperialista mondiale è tra le aree più colpite dalla crisi, che ha uno sviluppo ineguale nei diversi paesi.
All'interno della ricerca della massima estrazione di plusvalore e della contesa sui mercati mondiali, e si fa sentire più forte nei paesi economicamente deboli,come Grecia, Spagna, Portogallo e Italia. Ma le borghesie imperialiste di tutta Europa sono unite nello sforzo di scaricare il peso della crisi sulle spalle della classe operaia e dei lavoratori.
Alle conseguenti politiche di austerità che colpiscono le masse, aumentano la disoccupazione, tagliano pesantemente la spesa sociale, privatizzano sempre di più l'educazione e gli altri servizi pubblici, si accompagnano attacchi sempre più pesanti e generalizzati contro le libertà democratiche.
Il diritto di sciopero e di organizzazione indipendente dei lavoratori fuori e contro i sindacati della conciliazione, i diritti e la stessa vita quotidiana delle donne. Gli Stati fomentano il razzismo e adottano leggi che perseguitano i migranti. La repressione, criminalizzazione e carcerazione degli oppositori politici, applicando le leggi "antiterrorismo" è la principale risposta degli Stati ai movimenti popolari di protesta. In Grecia, Spagna, Italia, Germania, Portogallo, Francia e in molti altri paesi, i proletari e le masse combattono contro questi attacchi e il sistema causa della crisi, con scioperi generali e movimenti di resistenza sui territori, ma finora queste non sono riusciti a fermarli. Nei prossimi anni occorre rendere più ampie e più forti queste resistenze. Abbiamo la responsabilità di farle crescere ulteriormente e svolgere in esse il nostro ruolo dirigente per trasformarle e porle all'altezza delle sfide che abbiamo di fronte, contro la borghesia, tutti i suoi governi, e tutti i partiti o sindacati che li appoggiano o si conciliano con essi, per riuscire a ottenere effettivamente dei risultati.
Su che cosa ci schieriamo e lottiamo:
1. Ci opponiamo all'imperialismo, a tutte le aggressioni e occupazioni. Ci battiamo contro l'imperialismo dei nostri rispettivi paesi, per il ritiro immediato di truppe impegnate in occupazioni imperialiste e sosteniamo la resistenza dei popoli dei paesi occupati. Lottiamo per la chiusura e ritiro di tutte le basi militari, soprattutto NATO, nei paesi imperialisti.
Siamo contro l'aumento della spesa militare, lo sviluppo dell'industria di guerra e il mantenimento di armamento nucleare. Siamo in prima fila in tutti i movimenti popolari che si oppongono a nuove installazioni militari e difendono i loro territori dalla nocività e occupazione causate dalle basi e di tutte le realtà territoriali oppresse dagli stati imperialisti al loro interno.
Siamo dalla parte e sosteniamo attivamente le lotte antimperialiste e le guerre popolari nel mondo, vogliamo contribuire all'unità internazionale e internazionalista dei proletari e dei popoli oppressi di tutto il mondo.
2. Siamo contro il razzismo e fascismo di Stato, le leggi che perseguono gli immigrati, la diffusione di idee e organizzazioni apertamente fasciste, protette da stati e governi.
Ci battiamo per l'unità di classe di tutti i lavoratori, per la chiusura dei lager per immigrati, per l'accoglienza, la libera circolazione per l'accoglienza e la libera circolazione, per il diritto alla cittadinanza, siamo per lo sviluppo e l'organizzazione dell'antifascismo militante. Nessuno spazio a fascisti e razzisti di ogni tipo!
3. Lottiamo per i diritti della classe operaia e l'uguaglianza di tutti i lavoratori, contro ogni limitazione alla libertà di organizzazione indipendente dei lavoratori rispetto ai sindacati collaborazionisti. Contro la libertà di licenziare per i padroni, contro gli attacchi al diritto di sciopero e la repressione degli attivisti sindacali.
Ci organizziamo e lottiamo per il diritto al lavoro e a un salario per vivere per tutti i disoccupati.
Per conquistarci il diritto a una casa - sosteniamo le occupazioni di abitazioni sfitte - contro tasse e carovita che gettano sempre più nella povertà milioni di persone.
4. Lottiamo contro la doppia oppressione, di classe e di genere, delle donne, contro le leggi istituzionalizzate contro le donne, la discriminazione delle donne sui posti di lavoro, gli attacchi alla libertà di aborto, la violenza sessuale e i femminicidi. Ci opponiamo allo sfruttamento sessuale.
Tutta la vita deve cambiare! Siamo contro l'oppressione di omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali.
5. A fronte di un sistema che in nome del profitto devasta i territori la vita e la salute di chi lavora e delle popolazioni, organizziamo e sosteniamo le lotte e i movimenti per la sicurezza dei posti di lavoro, per la difesa e liberazione dei territori dalla contaminazione e contro i grandi progetti che li minacciano e occupano.
6. Lottiamo contro la repressione degli Stati reazionari, le aggressioni fasciste e la criminalizzazione delle lotte sociali, contro l'impunità della violenza poliziesca, contro ogni forma di repressione in carcere su tutti i prigionieri politici. Lanciamo campagne per la difesa e liberazione dei prigionieri politici in ogni parte del mondo, contro ogni tipo di tortura, le sparizioni in custodia ed esecuzioni extragiudiziali.
Lottiamo contro gli abusi sessuali e gli stupri delle prigioniere politiche. Lottiamo contro le campagne di criminalizzazione e repressione della gioventù proletaria e studentesca che si ribella nei quartieri ghetto, nelle università, per la difesa degli spazi sociali occupati.
7. Contro la privatizzazione dell'istruzione e la riduzione di essa a formazione di personale al servizio dei monopoli capitalisti, difendiamo il diritto allo studio e a un'educazione pubblica, laica e gratuita per tutti e perché arte, cultura e informazione siano realmente libere e accessibili al popolo, per un sapere e una cultura dalla parte del popolo.
La situazione in cui ci troviamo è segnata dal perdurare e approfondirsi della crisi, parte della crisi generale dell'imperialismo, con quella attuale che è iniziata negli USA nel 2008, emersa nel campo della finanza ed estesasi subito dopo al campo della produzione, penetrando in tutto il mondo e portando una recessione sempre più profonda. L'origine principale della crisi non è il funzionamento distorto del sistema finanziario internazionale ma le stesse leggi di funzionamento del sistema capitalista.
L'Europa, che è parte del sistema imperialista mondiale è tra le aree più colpite dalla crisi, che ha uno sviluppo ineguale nei diversi paesi.
All'interno della ricerca della massima estrazione di plusvalore e della contesa sui mercati mondiali, e si fa sentire più forte nei paesi economicamente deboli,come Grecia, Spagna, Portogallo e Italia. Ma le borghesie imperialiste di tutta Europa sono unite nello sforzo di scaricare il peso della crisi sulle spalle della classe operaia e dei lavoratori.
Alle conseguenti politiche di austerità che colpiscono le masse, aumentano la disoccupazione, tagliano pesantemente la spesa sociale, privatizzano sempre di più l'educazione e gli altri servizi pubblici, si accompagnano attacchi sempre più pesanti e generalizzati contro le libertà democratiche.
Il diritto di sciopero e di organizzazione indipendente dei lavoratori fuori e contro i sindacati della conciliazione, i diritti e la stessa vita quotidiana delle donne. Gli Stati fomentano il razzismo e adottano leggi che perseguitano i migranti. La repressione, criminalizzazione e carcerazione degli oppositori politici, applicando le leggi "antiterrorismo" è la principale risposta degli Stati ai movimenti popolari di protesta. In Grecia, Spagna, Italia, Germania, Portogallo, Francia e in molti altri paesi, i proletari e le masse combattono contro questi attacchi e il sistema causa della crisi, con scioperi generali e movimenti di resistenza sui territori, ma finora queste non sono riusciti a fermarli. Nei prossimi anni occorre rendere più ampie e più forti queste resistenze. Abbiamo la responsabilità di farle crescere ulteriormente e svolgere in esse il nostro ruolo dirigente per trasformarle e porle all'altezza delle sfide che abbiamo di fronte, contro la borghesia, tutti i suoi governi, e tutti i partiti o sindacati che li appoggiano o si conciliano con essi, per riuscire a ottenere effettivamente dei risultati.
Su che cosa ci schieriamo e lottiamo:
1. Ci opponiamo all'imperialismo, a tutte le aggressioni e occupazioni. Ci battiamo contro l'imperialismo dei nostri rispettivi paesi, per il ritiro immediato di truppe impegnate in occupazioni imperialiste e sosteniamo la resistenza dei popoli dei paesi occupati. Lottiamo per la chiusura e ritiro di tutte le basi militari, soprattutto NATO, nei paesi imperialisti.
Siamo contro l'aumento della spesa militare, lo sviluppo dell'industria di guerra e il mantenimento di armamento nucleare. Siamo in prima fila in tutti i movimenti popolari che si oppongono a nuove installazioni militari e difendono i loro territori dalla nocività e occupazione causate dalle basi e di tutte le realtà territoriali oppresse dagli stati imperialisti al loro interno.
Siamo dalla parte e sosteniamo attivamente le lotte antimperialiste e le guerre popolari nel mondo, vogliamo contribuire all'unità internazionale e internazionalista dei proletari e dei popoli oppressi di tutto il mondo.
2. Siamo contro il razzismo e fascismo di Stato, le leggi che perseguono gli immigrati, la diffusione di idee e organizzazioni apertamente fasciste, protette da stati e governi.
Ci battiamo per l'unità di classe di tutti i lavoratori, per la chiusura dei lager per immigrati, per l'accoglienza, la libera circolazione per l'accoglienza e la libera circolazione, per il diritto alla cittadinanza, siamo per lo sviluppo e l'organizzazione dell'antifascismo militante. Nessuno spazio a fascisti e razzisti di ogni tipo!
3. Lottiamo per i diritti della classe operaia e l'uguaglianza di tutti i lavoratori, contro ogni limitazione alla libertà di organizzazione indipendente dei lavoratori rispetto ai sindacati collaborazionisti. Contro la libertà di licenziare per i padroni, contro gli attacchi al diritto di sciopero e la repressione degli attivisti sindacali.
Ci organizziamo e lottiamo per il diritto al lavoro e a un salario per vivere per tutti i disoccupati.
Per conquistarci il diritto a una casa - sosteniamo le occupazioni di abitazioni sfitte - contro tasse e carovita che gettano sempre più nella povertà milioni di persone.
4. Lottiamo contro la doppia oppressione, di classe e di genere, delle donne, contro le leggi istituzionalizzate contro le donne, la discriminazione delle donne sui posti di lavoro, gli attacchi alla libertà di aborto, la violenza sessuale e i femminicidi. Ci opponiamo allo sfruttamento sessuale.
Tutta la vita deve cambiare! Siamo contro l'oppressione di omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali.
5. A fronte di un sistema che in nome del profitto devasta i territori la vita e la salute di chi lavora e delle popolazioni, organizziamo e sosteniamo le lotte e i movimenti per la sicurezza dei posti di lavoro, per la difesa e liberazione dei territori dalla contaminazione e contro i grandi progetti che li minacciano e occupano.
6. Lottiamo contro la repressione degli Stati reazionari, le aggressioni fasciste e la criminalizzazione delle lotte sociali, contro l'impunità della violenza poliziesca, contro ogni forma di repressione in carcere su tutti i prigionieri politici. Lanciamo campagne per la difesa e liberazione dei prigionieri politici in ogni parte del mondo, contro ogni tipo di tortura, le sparizioni in custodia ed esecuzioni extragiudiziali.
Lottiamo contro gli abusi sessuali e gli stupri delle prigioniere politiche. Lottiamo contro le campagne di criminalizzazione e repressione della gioventù proletaria e studentesca che si ribella nei quartieri ghetto, nelle università, per la difesa degli spazi sociali occupati.
7. Contro la privatizzazione dell'istruzione e la riduzione di essa a formazione di personale al servizio dei monopoli capitalisti, difendiamo il diritto allo studio e a un'educazione pubblica, laica e gratuita per tutti e perché arte, cultura e informazione siano realmente libere e accessibili al popolo, per un sapere e una cultura dalla parte del popolo.
L'iniziativa
di coordinamento che vogliamo costruire mira a lottare non solo
sulle questioni europee, ma anche a creare un'azione comune con
tutte le forze antimperialiste, per lottare contro le ingiustizie,
l'usurpazione dei diritti, e l'oppressione nazionale nelle altre
parti del mondo.
SLAI
COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE - Italia
MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO - Italia
FRAP (France)
ASOCIACION NUEVA DEMOCRACIA (Perù, Germany)
ATIK - Confederation of Workers from Turkey in Europe
YDG - New Democratic Youth Turchia
YENI KADIN - New Women
ITIF Federation of Workers from Turkey in Switserland
HTIF - Federation of Workers from Turkey in the Netherlands
ATIGF - Federation of Workers and Youth from Turkey in Austria
ATIF - Federation of Workers from Turkey in Germany
MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO - Italia
FRAP (France)
ASOCIACION NUEVA DEMOCRACIA (Perù, Germany)
ATIK - Confederation of Workers from Turkey in Europe
YDG - New Democratic Youth Turchia
YENI KADIN - New Women
ITIF Federation of Workers from Turkey in Switserland
HTIF - Federation of Workers from Turkey in the Netherlands
ATIGF - Federation of Workers and Youth from Turkey in Austria
ATIF - Federation of Workers from Turkey in Germany
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