ILVA. l'accordo di Fim-Fiom-Uilm e la realtà della non messa a norma.
Ilva: mentre i sindacati confederali fanno accordi solo per quanti operai devono mandare a casa;
mentre con il fatto che ora il problema è la "crisi di mercato", ora il fermo impianti per l'Aia, la riduzione di lavoro e di salario viene resa permanente, portando avanti "dolcemente" quella ristrutturazione che prelude a tagli per cui è stato rinominato Bondi,
Bondi chiarisce che solo 1,8 mld sarà impiegato per la messa a norma, soldi che neanche ci sono ma devono essere via via reperiti dall'attività produttiva dell'Ilva
Mentre i fondi recuperati dalla GdF a Milano e dalla magistratura di Taranto (pochi spiccioli rispetto agli 8,1 mld) non vengono immediatamente impiegati per il risanamento e la bonifica ma restano congelati fino a sentenza... , e le casseforti vere dei Riva sono ancora inattaccate.
(Adnkronos) - Un accordo e' stato raggiunto nel corso di un incontro tra i sindacati dei metalmeccanici e l'Ilva di Taranto sui numeri relativi agli esuberi con ricorso ai contratti di solidarieta' determinati dalla crisi di mercato e dal conseguente fermo di alcuni reparti. In particolare si fermeranno dal 1° luglio per tre mesi il reparto Altoforno 2, le batterie 9-10 e per 15 giorni l'Acciaieria 1 che alla ripartenza avra' un solo convertitore.Il numero complessivo di esuberi e' comunque leggermente piu' basso rispetto all'accordo raggiunto a marzo al Ministero dello Sviluppo Economico, anche se nei reparti che andranno in blocco, ci sara' un aumento dei contratti di solidarieta' e in particolare si passa da 307 a 464 unita' nell'area altoforno 2 mentre nell'acciaieria si passa da 473 a 600 unita'.
Negli altri reparti gli esuberi in base all'accordo diminuiscono: nella laminazione a caldo si passa da 709 a 684, nella laminazione a freddo da 648 a 495, nei tubifici da 534 a 462, nei Servizi da 561 a 486. Per le Manutenzioni centrali, (reparto ritenuto strategico nella mole dei lavori di adeguamento), si va da 441 a 380 circa. Praticamente invariati gli esuberi per gli altri reparti Energia e Sas.
Spiega all'Adnkronos il segretario generale della Fim Cisl di Taranto Mimmo Panarelli. ''Con l'accordo sottoscritto da un lato abbiamo 282 esuberi in piu' per via delle fermate di impianti ma dall'altro le riduzioni sono pari a circa 400. Complessivamente circa 110 unita' in meno. Abbiamo chiuso con 3640 esuberi rispetto all'accordo di marzo che ne prevedeva 3749 pur in presenza di ulteriori impianti che si fermano e che a marzo non erano previsti''.
Naturalmente con le fermate di Afo2, di due batterie e dell'Acciaieria 1 i numeri effettivi aumenteranno. E' stato confermato durante l'incontro che il fermo di tre mesi dell'altoforno 2 verra' utilizzato dall'azienda per mettere a norma l'impianto sulla base di quanto previsto dall'autorizzazione integrata ambientale. Interventi che, secondo il programma, erano invece previsti per l'inizio del 2015. Quindi il fermo, determinato dalla stagnazione di mercato, verra' utilizzato per anticipare i lavori utili per rendere l'impianto compatibile dal punto di vista ambientale. ''E' un fatto importantissimo, nel senso che non sono tre mesi vuoti e persi ma finalizzati alla messa a norma'', conclude Panarelli.
Ilva: Bondi, 1,8 mld stima impegno azienda 2013-2015 per Aia
''A seguito delle prescrizioni Aia connesse alla Legge 231/2012 e delle necessita' derivanti da impegni gia' previsti dall'azienda per quanto concerne acqua e rifiuti, e' stato stimato un impegno economico di circa 1.800 milioni di euro sul triennio 2013-2015''. Questo quanto si legge nel testo di supporto all'audizione del commissario straordinario dell'Ilva Enrico Bondi alle commissioni riunite Ambiente e Attivita' produttive.
La natura degli investimenti - recita il testo portato da Bondi in audizione - ha portato "ad una loro concentrazione sul 2014 e 2015", per soluzioni che "rappresentano in alcuni casi una 'prima mondiale' e rendono necessari studi ingegneristici ad hoc e ricerche di mercato". In particolare, "il Piano di investimenti prevede per il 2013 325 milioni (erano stati 151 nel 2012), 855 milioni per il 2014 e 620 milioni per il 2015". A metà maggio 2013 "l'impegno economico consuntivo derivante dagli interventi di allineamento all'Aia è pari a circa 130 milioni di euro, ovvero il 40% dell'impegno previsto per il 2013)". Gli interventi si sono focalizzati principalmente sul rifacimento delle cokerie (40 milioni), sulla limitazione delle emissioni diffuse in acciaieria e altoforni (35 milioni per riduzione e 15 milioni per monitoraggio), e sulla copertura dei parchi secondari (40 milioni). Dal 1995 al 2011 "gli investimenti del Gruppo sono stati pari a 6.323 milioni di euro, di cui 1.140 per ambiente e sicurezza".
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