Teste rasate, simboli SS e
croci celtiche:
Milano insorge per il raduno neonazista
Milano insorge per il raduno neonazista
In centinaia all'evento per aiutare "i camerati
di Azione Skinhead". Pisapia: "La città non può accettare queste
iniziative, ma ha deciso la questura". La prefettura: "Nessun
problema di ordine pubblico"
Un capannone
alle porte di Milano e una decina di band neonaziste, alcune internazionali,
molto note negli ambienti dell’estrema destra per i loro inni alla violenza, al
razzismo e alla xenofobia. Il raduno ha scatenato polemiche e imbarazzi in una
città che nopn è nuova a questo tipo di iniziative. Al raduno, organizzato da Skinhouse
Milano, hanno
preso parte alcune centinaia di giovani: il tutto si è avvenuto in un capannone
, in via Toffetti nella zona di Rogoredo.
L'arrivo dei partecipanti a Rogoredo
Lo spazio, che appartiene a un privato ed è stato affittato per l'evento, si trova all'interno di un'area delimitata da un alto muro di cinta. L'ingresso è stato consentito soltanto a chi ha acquistato il biglietto e alle persone autorizzate: fotografi e giornalisti sono stati invitati a rispettare una distanza di sicurezza "per proteggere la privacy dei partecipanti". Polizia e Digos hanno pattugliato il quartiere e fermato, chiedendo i documenti a campione, i partecipanti. All'interno dell'area, il solito campionario di teste rasate, tatuaggi con teschi e pugnale che richiamano la simbologia dei 'Totenkopf', le 'teste di morto' delle SS, magliette con l'insegna 'Europa
L'arrivo dei partecipanti a Rogoredo
Lo spazio, che appartiene a un privato ed è stato affittato per l'evento, si trova all'interno di un'area delimitata da un alto muro di cinta. L'ingresso è stato consentito soltanto a chi ha acquistato il biglietto e alle persone autorizzate: fotografi e giornalisti sono stati invitati a rispettare una distanza di sicurezza "per proteggere la privacy dei partecipanti". Polizia e Digos hanno pattugliato il quartiere e fermato, chiedendo i documenti a campione, i partecipanti. All'interno dell'area, il solito campionario di teste rasate, tatuaggi con teschi e pugnale che richiamano la simbologia dei 'Totenkopf', le 'teste di morto' delle SS, magliette con l'insegna 'Europa
Patria Est'
per i ragazzi, pantaloni in mimetica e t-shirt con croci celtiche per le
ragazze: il cui ricavato, secondo il volantino diffuso dagli organizzatori,
dovrebbe servire per pagare le spese processuali dei "camerati di Azione
Skinhead". Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, qualche ora prima era
sceso in campo contro l'iniziativa: "Oggi si ripropone l'inaccettabile
presenza di una manifestazione di chiaro stampo neonazista, fatto questa volta
maggiormente grave e inquietante data la sua annunciata dimensione internazionale:
Milano non può accettare che si svolgano né ora né in futuro iniziative che
attingano al repertorio dell'intolleranza razziale e politica in qualsiasi
forma esse si presentino", ha scritto sul profilo Facebook raccogliendo
centinaia di 'mi piace'. Replicando a diversi commenti (anche molto pesanti)
che chiedevano un suo intervento per vietare il raduno dei naziskin, il sindaco
cha spiegato che "le autorizzazioni o le azioni preventive sono per legge
di competenza della questura e prefettura", rimarcando che
"l'amministrazione non ha quindi potestà di intervento diretto, ma quanto
riportato nello status è stato ribadito a tutti i livelli". La prefettura
fa comunque sapere che il raduno in un capannone di Rogoredo, un quartiere alla
periferia di Milano, "al momento non comporta un allarme di ordine
pubblico". E dunque non lo si può vietare e neanche serve
un'autorizzazione agli organizzatori. In pratica in questa fattispecie si è
"fuori" dal meccanismo delle autorizzazioni. Mentre serve la
dichiarazione in questura, nella quale si descrive esattamente cosa si intende
fare e dove. "Non emerge un profilo di ordine pubblico per vietare quella
manifestazione", avevano replicato dalla prefettura. Sulla vicenda
interviene anche il deputato pd Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza e
difesa del Pd, che afferma in una nota: "Si stanno moltiplicando senza
sosta eventi come questo. Lunedì depositerò un'interrogazione urgente per
capire come mai vengano concessi i permessi per questo tipo d'iniziative".
E il leader di Sel, Nichi Vendola, via twitter aveva invitato a "non
consentire un'offesa alla città di Milano con il raduno nazista: uno strappo ai
principi della legalità democratica". "Anche le forze liberali sono
indignate: sia per i messaggi neonazisti che si vorrebbero lanciare dalla
nostra città aggregando forze a livello internazionale, sia per le modalità con
cui è possibile che ciò avvenga: serve di certo un chiarimento", commenta
Manfredi Palmeri, consigliere comunale di Milano e capogruppo di opposizione a
Palazzo Marino. Palmeri si dice "d'accordo con chi chiede alle diverse
espressioni politiche consiliari di prendere una posizione: mi auguro che in
Comune non sia solo la mia la voce dell'opposizione in tal senso".
(15 giugno
2013) © Riproduzione riservata
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