Naturalmente il quotidiano portavoce dei padroni di Confindustria mette in cattiva luce il sindaco e il Movimento 5 Stelle dal suo punto di vista, e cioè, dal punto di vista "politico", per le mancate promesse, perché dal punto di vista "economico", anzi, dice che la realtà è più dura delle illusioni e degli slogan delle campagne elettorali e che in sostanza chiunque si trovi a fare un governo deve tenerne conto!
Per noi, ripetiamo:
Napolitano e Grillo aprono la strada al governo con Berlusconi o a un nuovo governo tecnico ancora piu a destra di Monti
Rilanciare la lotta!
Fare pulizia del grillismo reazionario nelle file del movimento operaio e popolare!
***
Parma a Cinque stelle
Paradosso Pizzarotti, un anno di rigore
Lacrime e sangue, altro che decrescita
felice o il miraggio di arginare la caduta del Paese con slogan tanto
accattivanti, tanto demagogici. A Parma, il Comune governato da quasi
un anno dai grillini, saranno i cittadini a pagare salato il costo
della crisi. A colpi di tasse alle stesse e rincari dei servizi
pubblici. Un rigore teutonico, o meglio “montiano”, per tenere in
piedi il bilancio della città. Un paradosso gigantesco per il
Movimento 5 Stelle che alla prova del governo veste i panni dello
spietato tosatore.
Le entrate tributarie della città
emiliana, cioè le tanto odiate tasse, salite quest'anno di 30
milioni di euro in un colpo solo. Un balzo all'insù di oltre il 20%
rispetto al bilancio del 2012. E quei 168 milioni di entrate
tributarie non sono episodiche. Il trend della pressione fiscale
locale resterà su quei livelli fino a tutto il 2015. La parte del
leone la farà la tanto vituperata Imu, l'imposta sulla casa, che i
grillini osteggiano, porta nelle casse del comune quest'anno 84
milioni di euro, più di un quarto dell'intero bilancio. E il
paradosso nel paradosso è che nel laboratorio di governo grillino
l'aliquota sulla prima casa è ai massimi, allo 0,6%. Altro che
aboliamo l'Imu! C'è. Si tiene e la si tiene al carico massimo. E che
dire dell'Irpef locale. Da lì arrivano altri 25 milioni di euro con
l'aliquota allo 0.8% non certo tra le più popolari.
Il rigore a Parma non risparmia davvero
nessuno sono in forte aumento le rette dei servizi. Gli incassi dagli
asili nido per il Comune salgono quest'anno a 3,9 milioni dai 3,4
milioni precedenti. Le mense per l'infanzia porteranno a entrate per
4,2 milioni contro i 3,3 milioni del 2012 (con un aumento del 30%).
Dalle mense scolastiche sono previsti incassi per 5,1 milioni (+10%
sul bilancio precedente). Per non parlare delle previsioni di incasso
dalle multe previste dalla Giunta in rialzo del 9%. E che dire della
tassa rifiuti? Anche qui non si scherza. Dal tributo sono attesi
proventi per oltre 39 milioni e con la nuova Tares sono previsti
incassi per 4 milioni aggiuntivi al costo del servizio per
l'introduzione di un'aliquota dello 0,3% relativa ai servizi
indivisibili. Come si vede è un bilancio, quello del sindaco
Federico Pizzarotti e della sua Giunta grillina, tutto all'insegna
della stretta fiscale e del rigore assoluto. Un bagno di realpolitik
che capovolge completamente le promesse elettorali e sul piano
nazionale contraddice molte delle idee forti del movimento. L'Imu, la
tanto odiata tassa, è il vero motore della Giunta. Altro che abolire
il prelievo sulla prima casa, qui a Parma si spinge al massimo
l'odiata tassa. Senza quegli 84 milioni di incasso verrebbe meno
metà delle entrate correnti e il Comune vedrebbe aprirsi una
voragine nei conti.
Certo Pizzarotti eredita una situazione
pesante. Un Comune sull'orlo del crac con un debito complessivo
derivante dallo sfascio delle partecipate che supera gli 800 milioni.
E non va dimenticato che la gestione dissennata dell'ex sindaco
Vignali, finito in manette, ha davvero portato il Comune sull'orlo
del fallimento. Pizzarotti governa quindi all'insegna dell'emergenza.
Ma delle tante promesse elettorali si è visto ben poco. A partire
dai nodi dei dissesti delle società pubbliche che Pizzarotti ha
ereditato, dalla STT che necessiterà nel 2013 di liquidità per 13
milioni; alla Spip indebitata da sola per 104 milioni.
Il Governo 5 Stelle si è trovato con
le spalle al muro di fronte allo sfascio della precedente
truffaldina gestione. Ma poco è stato fatto. Si pensi
all'inceneritore fulcro della campagna elettorale all'insegna del non
si fa. Quell'inceneritore invece si farà e in più pende sul Comune
una causa per oltre 20 milioni da parte della società Iren per
immotivata interruzione dei lavori. Il danno e ora anche la beffa. E
che dire del Teatro Regio su cui in campagna elettorale Pizzarotti si
era scagliato per la gestione poco trasparente e dispendiosa? Il
cambio di rotta forse ci sarà, ma intanto il Comune ha dovuto
aumentare di 900mila euro l'anno per i prossimi anni la quota di
trasferimenti, pena il fallimento. Si dirà che quando si eredita un
fardello gravoso come nel caso del Comune di Parma, la strada diventa
stretta. Molto stretta. Ma Parma in fondo è come Roma. È lo
specchio dell'Italia. Debito alle stelle, squilibri di bilancio. A
Parma il Movimento 5 Stelle ha scelto la via dell'austerità e del
rigore finanziario, tanto deprecato da Beppe Grillo. E un Governo
nazionale dei Grillini farebbe come a Parma, cioè aumentando a
dismisura la stretta fiscale e impoverendo i cittadini? O deciderebbe
per aprire la strada al deficit di bilancio e allo sfascio dei conti
pubblici pur di evitare la tosatura fiscale degli italiani? Parma
insegna. Un conto sono le illusioni e gli slogan a effetto, un contro
è la realtà. Dura e impietosa come a Parma.
Il sole 24 ore
2 aprile 2013
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