eco di bg
«Non ci sono risorse: per i lavoratori ex Indesit dovete accontentarvi di quattro mesi di cassa in deroga»: così i sindacati si sono sentiti rispondere giovedì 28 marzo, al ministero del Lavoro, dopo la convocazione romana in extremis proprio in coincidenza con il giorno in cui scadevano i due anni di Cassa straordinaria: a nulla sono valsi i loro tentativi per cercare di strappare almeno i canonici sei mesi.
Una doccia fredda che aumenta ancor di più le preoccupazioni per quei 122 lavoratori ad oggi ancora senza ricollocazione e che già dal 29 luglio potrebbero ritrovarsi a casa senza più neppure l'ombrello degli ammortizzatori.
Una situazione grave, che la crisi ha ulteriormente complicato e che mette a nudo le crepe di un meccanismo, quello della ricollocazione, dove non tutto ha funzionato a dovere, seppur in presenza di un accordo tra i più innovativi degli ultimi anni, con il rimpallo di responsabilità tra alcuni attori del territorio.
Non sono bastati due anni per trovare un nuovo posto a più di un terzo dei 430 dipendenti in organico ai tempi della chiusura dello stabilimento di Brembate Sopra. Nel frattempo altri 122 lavoratori che in questi mesi avevano sottoscritto il verbale di conciliazione, hanno già ricevuto dall'azienda la lettera di licenziamento e da ieri sono in mobilità con un incentivo che va dai 25 ai 20 mila euro.
Resta una speranza, peraltro fondata, che si possa al termine dei quattro mesi ridiscutere per un ulteriore periodo di ammortizzatori: questa l'assicurazione che i sindacati hanno avuto dal ministero, anche se ad oggi nessuno è in grado di scommettere su quante risorse potranno essere stanziate dal nuovo governo e conseguentemente quale potrà essere l'ulteriore periodo supplementare riservato ai lavoratori ex Indesit.
Una doccia fredda che aumenta ancor di più le preoccupazioni per quei 122 lavoratori ad oggi ancora senza ricollocazione e che già dal 29 luglio potrebbero ritrovarsi a casa senza più neppure l'ombrello degli ammortizzatori.
Una situazione grave, che la crisi ha ulteriormente complicato e che mette a nudo le crepe di un meccanismo, quello della ricollocazione, dove non tutto ha funzionato a dovere, seppur in presenza di un accordo tra i più innovativi degli ultimi anni, con il rimpallo di responsabilità tra alcuni attori del territorio.
Non sono bastati due anni per trovare un nuovo posto a più di un terzo dei 430 dipendenti in organico ai tempi della chiusura dello stabilimento di Brembate Sopra. Nel frattempo altri 122 lavoratori che in questi mesi avevano sottoscritto il verbale di conciliazione, hanno già ricevuto dall'azienda la lettera di licenziamento e da ieri sono in mobilità con un incentivo che va dai 25 ai 20 mila euro.
Resta una speranza, peraltro fondata, che si possa al termine dei quattro mesi ridiscutere per un ulteriore periodo di ammortizzatori: questa l'assicurazione che i sindacati hanno avuto dal ministero, anche se ad oggi nessuno è in grado di scommettere su quante risorse potranno essere stanziate dal nuovo governo e conseguentemente quale potrà essere l'ulteriore periodo supplementare riservato ai lavoratori ex Indesit.
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