Del resto, il curriculum dei tre ministri parla chiaro: baroni universitari e rappresentanti istituzionali dei grandi capitali internazionali, integerrimi sostenitori dell'austerity e dei sacrifici solo per noi studenti, lavoratori, disoccupati e della crescita per i loro profitti. Cosa potevamo aspettarci?
Infatti, in nome di un’inesistente unità nazionale tra noi e loro che ci governano, hanno sferrato feroci attacchi ai diritti dei lavoratori (ad esempio l’art. 18), ai servizi sociali essenziali, alle pensioni e a ciò che restava dell'università e della scuola pubblica. Hanno formalizzato, inoltre, l’utilizzo del contratto d'apprendistato come forma di precarizzazione e ricattabilità generalizzata, ad esclusivo e consistente vantaggio delle aziende.
Nonostante questo, pensano di poterci venire a parlare di meritocrazia, competitività, produttività, ma noi sappiamo benissimo che queste non sono altro che catene ideologiche con le quali stanno cercando di eliminare le rivendicazioni di chi ogni giorno sui posti di lavoro, nelle scuole, nelle università e nelle piazze cerca di opporsi a tutto questo e di porre all'ordine del giorno i propri diritti, l'uguaglianza e la sacrosanta volontà d'emancipazione collettiva.
E' giunto il momento di rispondere, reagire e contrattaccare come è già stato fatto in varie città italiane. I ministri che da oltre un anno lavorano contro di noi devono sentire la rabbia e il fiato sul collo di un'opposizione sociale e politica che cresce e si organizza.
Fornero, non temere: non saremo “choosy” nell'accoglierti, ti aspettiamo!
Che i sacrifici li facciano i padroni!
Siamo tutti sulla stessa barca? Ammutiniamoci!
Tutti in piazza ad “accoglierli” il 12 e 13 novembre!
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