"...se
si combatte una guerra, occorre scegliere da che parte stare. Noi
stiamo con Sergio Marchionne. Non è il caso, allora, di soffermarsi
a soppesare ogni singola azione di chi si batte per una causa giusta.
In una guerra vi sono sicuramente effetti collaterali prodotti da
azioni che, considerate dal loro contesto, possono sembrare
discutibili o persino riprovevoli; ma che si spiegano e si
giustificano, invece, in nome dell'obiettivo superiore di sconfiggere
l'avversario. E' evidente, allora, che nella minaccia della Fiat di
sacrificare altri 19 dipendenti al posto di coloro che deve
assumere... vi è un atto di autodifesa che si muove nell'ambito
delal legislazione vigente...".
Firmato:
Giuliano Cazzola Vice
presidente della Commissione Lavoro della Camera.
"Sacrificare
altri 19 dipendenti al posto di coloro che deve assumere...".
Questa è nè più nè meno logica di sapore nazista! Anche i
termini: "sacrificare... al posto... in una guerra vi sono
effetti colalterali..." ricordano - sono - una logica
ricattatoria, nazista di selezione di vite umane.
Perchè
di questo si tratta nell'operazione Marchionne: sacrificare 19 vite
di operai al posto di altre 19 vite; imponendo la "scelta"
di quali vite comunque far fuori. Gli "effetti collaterali"
non sono strumenti da rottamare, ma sono persone, lavoratori concreti
da buttar via, in nome "dell'obiettivo superiore":
sconfiggere l'avversario per difendere il profitto dei padroni.
Siamo
già oltre il "fascismo padronale" - operai rendetevene
conto!
Questa
è una dichiarazione di "guerra di classe" già in atto
alla Fiat, e non solo, anche in altre fabbriche, ma che ora diventa
generale con l'avallo di parti del parlamento, e della legge - tant'è
che il vice presidente della Commissione lavoro parla di "atto
di autodifesa che si muove nell'ambito della legislazione vigente".
E'
una guerra in cui si chiamano i fronti a schierarsi, come degli
eserciti, a dire "da che parte stare"; in cui si punta a
scatenare tra gli operai una sorta di "guerra civile", per
dividerne le forze e sconfiggerli meglio.
Ma
se è così - ed è così - se una "normale" lotta di
difesa dei diritti degli operai, di diritti sindacali, ancora
formalmente tutelati dalla Costituzione, dallo Statuto dei
lavoratori, viene vista come una guerra, in cui l'avversario (gli
operai) deve essere sacrificato, se trasformano una lotta sindacale
in uno scontro politico quasi "militare" di fronti, allora
è tempo di costruire il nostro fronte di classe, proletario. E
questo non si costruisce con la via giudiziaria della Fiom, ma
costruendo il sindacato di classe e soprattutto il partito della
classe operaia per attrezzarsi realmente alla nostra "guerra di
classe" per sconfiggere il fascismo padronale e del sistema: la
rivoluzione proletaria.
MC
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