domenica 4 novembre 2012

pc 4 novembre - LICENZIAMENTI FIAT: UN'OPERAZIONE DI STAMPO NAZISTA, UNA GUERRA DI CLASSE IN CUI I FRONTI SI DEVONO SCHIERARE

"...se si combatte una guerra, occorre scegliere da che parte stare. Noi stiamo con Sergio Marchionne. Non è il caso, allora, di soffermarsi a soppesare ogni singola azione di chi si batte per una causa giusta. In una guerra vi sono sicuramente effetti collaterali prodotti da azioni che, considerate dal loro contesto, possono sembrare discutibili o persino riprovevoli; ma che si spiegano e si giustificano, invece, in nome dell'obiettivo superiore di sconfiggere l'avversario. E' evidente, allora, che nella minaccia della Fiat di sacrificare altri 19 dipendenti al posto di coloro che deve assumere... vi è un atto di autodifesa che si muove nell'ambito delal legislazione vigente...".
Firmato: Giuliano Cazzola Vice presidente della Commissione Lavoro della Camera.

"Sacrificare altri 19 dipendenti al posto di coloro che deve assumere...". Questa è nè più nè meno logica di sapore nazista! Anche i termini: "sacrificare... al posto... in una guerra vi sono effetti colalterali..." ricordano - sono - una logica ricattatoria, nazista di selezione di vite umane.
Perchè di questo si tratta nell'operazione Marchionne: sacrificare 19 vite di operai al posto di altre 19 vite; imponendo la "scelta" di quali vite comunque far fuori. Gli "effetti collaterali" non sono strumenti da rottamare, ma sono persone, lavoratori concreti da buttar via, in nome "dell'obiettivo superiore": sconfiggere l'avversario per difendere il profitto dei padroni.
Siamo già oltre il "fascismo padronale" - operai rendetevene conto!
Questa è una dichiarazione di "guerra di classe" già in atto alla Fiat, e non solo, anche in altre fabbriche, ma che ora diventa generale con l'avallo di parti del parlamento, e della legge - tant'è che il vice presidente della Commissione lavoro parla di "atto di autodifesa che si muove nell'ambito della legislazione vigente".
E' una guerra in cui si chiamano i fronti a schierarsi, come degli eserciti, a dire "da che parte stare"; in cui si punta a scatenare tra gli operai una sorta di "guerra civile", per dividerne le forze e sconfiggerli meglio.

Ma se è così - ed è così - se una "normale" lotta di difesa dei diritti degli operai, di diritti sindacali, ancora formalmente tutelati dalla Costituzione, dallo Statuto dei lavoratori, viene vista come una guerra, in cui l'avversario (gli operai) deve essere sacrificato, se trasformano una lotta sindacale in uno scontro politico quasi "militare" di fronti, allora è tempo di costruire il nostro fronte di classe, proletario. E questo non si costruisce con la via giudiziaria della Fiom, ma costruendo il sindacato di classe e soprattutto il partito della classe operaia per attrezzarsi realmente alla nostra "guerra di classe" per sconfiggere il fascismo padronale e del sistema: la rivoluzione proletaria.

MC

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