Mentre i lavoratori della Gesip hanno
ripreso la lotta con manifestazioni pesanti e in questo momento
stanno paralizzando la città, e purtroppo qualcuno si è dato pure
fuoco, si viene a conoscenza di un gravissimo atto repressivo
preventivo nei loro confronti.
Poco prima delle elezioni regionali,
infatti, il questore ha convocato, come riporta questo articolo del
giornale di Sicilia di oggi, il sindaco e i rappresentanti del Comune
per avvisarli che probabilmente, in base ad un rapporto della Digos,
un gruppo di lavoratori avrebbe avuto l'intenzione di manifestare
davanti ai seggi elettorali. Il Comune con un piano segreto! si è
subito attrezzato (con una rapidità che non ha mai sulle questioni
sociali) mentre il questore in maniera preventiva ha scatenato “Una
cinquantina di perquisizioni, numerosi interrogatori e l'avvio di
indagini a carico di una decina di operai” alcuni dei quali sono
stati denunciati!
Il comportamento delle forze
dell'ordine guidate dal questore è un atto intollerabile, lesivo dei
diritti democratici, un processo alle intenzioni, un atto che punta
deliberatamente a limitare le libertà previste ancora dalla
Costituzione, un “daspo politico” contro chi lotta per il lavoro
e i diritti sociali, un altro passo concreto verso il moderno
fascismo.
Sulla farsa elettorale (“il voto è
salvo” grida il giornalista) a quanto pare la borghesia non
sopporta opinioni differenti dalle sue, mentre proprio il risultato
elettorale ha dimostrato la totale illegittimità di tutti i partiti
che hanno partecipato alla “competizione”.
Proprio per questa mancanza di
legittimità devono imporre con la forza il loro “gioco”, però
sempre più scoperto agli occhi delle masse.
***
Il blitz sventato alle elezioni
Era pronto il piano del Comune
Otto seggi allestiti in tutta fretta in
caso d'emergenza. I presidenti di seggio scortati in macchina dai
vigili urbani fino al Tribunale per il deposito delle schede. Cabine
elettorali costruite in fretta nell'arco di due giorni. Questi i
contorni del piano d'emergenza, segreto, che sarebbe scattato nel
caso in cui la frangia più dura della Gesip avesse tentato azioni
dimostrative domenica scorsa, durante le elezioni regionali.
Un piano conosciuto soltanto dal
sindaco, dall'assessore Giusto Catania, dal comandante dei vigili
urbani e dai vertici dell'ufficio elettorale. Che adesso può essere
svelato. Il piano di sabotaggio, infatti, è stato sventato. Una
cinquantina di perquisizioni, numerosi interrogatori e l'avvio di
indagini a carico di una decina di operai sono stati sufficienti a
disinnescare la miccia. E a convincere anche i più duri a rinunciare
al “golpe”. Ma il Comune intanto era stato allertato per
prevedere il peggio. “Il giovedì precedente alle elezioni – dice
Catania - siamo stati convocati dal questore che ci ha illustrato i
timori per possibili azioni di protesta degli operai Gesip mirate ai
seggi. Abbiamo quindi predisposto un piano di emergenza per garantire
lo svolgimento regolare delle votazioni nel caso in cui le forze
dell'ordine avessero dovuto chiudere i seggi presi di mira”. E
quindi sono stati individuate otto sedi alternative, una per ogni
circoscrizione, allestite di tutto punto e pronte a entrare in
funzione. Un elenco di sedi riservatissimo, che è stato dato in
busta chiusa ai vertici del Comune e alle autorità. E non è tutto.
“Tutte le sedi delle circoscrizioni che avevamo aperto per
rilasciare i duplicati dei certificati elettorali – dice
l'assessore - sono state presidiate dalla polizia municipale, mentre
i presidenti di seggio a chiusura del voto sono stati scoratati dagli
stessi vigili urbani in tribunale per i deposito delle schede.
Qualcuno si chiedeva perché, avrebbe preferito andarci autonomamente
per tornare poi a casa con la propria auto, ma abbiamo preferito
essere prudenti.” Il voto è salvo, ma la bomba Gesip è ancora lì,
pronta a esplodere.
Gds 5/11/12
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