"Lenin ribadisce quelli che sono i caratteri universali dell’Ottobre e in particolare del partito dell’Ottobre. Pur scevri noi da ogni idea di “modelli”, è evidente di come siamo ancora lontani da uno stadio di costruzione del partito corrispondente a questa universalità.
Lenin dice che condizione della vittoria dell’Ottobre sono stati:
“disciplina severissima; appoggio pieno e incondizionato della classe operaia e in particolare degli elementi pensanti e onesti di essa;
centralizzazione assoluta”.
Sulla disciplina ribadita da Lenin noi la dobbiamo considerare come sinonimo di “organizzazione”, cioè quello che deve puntare ad essere oggi comunque un’organizzazione:
primo, coscienza della causa rivoluzionaria e dedizione alla causa rivoluzionaria, fermezza ed abnegazione fino all’eroismo;
secondo, capacità dell’avanguardia di collegarsi, avvicinarsi, unirsi, fondersi con la massa dei lavoratori, proletari innanzitutto ma anche non proletari;
terzo, direzione politica strategica e tattica.
Lenin chiarisce che questo tipo di partito,questo tipo di militanti, questo tipo di condizioni sono “risultato di un lavoro lungo e di esperienza dura e che la loro creazione è facilitata da una giusta teoria rivoluzionaria che non è un dogma perchè si costruisce in modo definitivo solo in stretta connessione con la pratica di un movimento veramente di massa e veramente rivoluzionario”.
Mettiamo in rilievo di questa citazione da un lato alcuni elementi che sono stati sempre al centro del nostro lavoro e che come organizzazione complessiva abbiamo cercato di realizzare, e questo distingue la nostra organizzazione da altri gruppi e formazioni; dall’altro però dell’insufficienza nel costruirla e farle assolvere la funzione, che ha caratterizzato in maniera abbastanza permanente la nostra attività, e quindi della necessità di mettere mano in maniera radicale a questo sforzo, anche per evitare che gli sforzi ancora compiuti svaniscano nel nulla.
Due cose sono importanti in questo momento. Il fatto che questo tipo di organizzazione si realizza nella disciplina e con la disciplina e sfocia in una disciplina che sia l’habitat naturale della sua produzione/riproduzione; l’altro elemento è la funzione facilitante della teoria rivoluzionaria che dimensiona esattamente il ruolo della teoria rivoluzionaria nella costruzione, così come l’essere questa teoria un continuo divenire in stretta connessione con la pratica, ma non di qualsiasi pratica, ma quella di un movimento veramente di massa e veramente rivoluzionario; cosa che rende ragione a quel nostro modo di intendere e sforzo di praticare la costruzione, l’utilizzo, l’appropriazione, lo sviluppo della teoria nel fuoco della lotta di classe (quello che Lenin chiama “movimento veramente rivoluzionario”) in stretto legame con le masse (quello che Lenin chiama “movimento realmente di massa”).
Tutta la nostra esperienza di mostra che quando siamo riusciti ad agire realmente così, la disciplina della nostra organizzazione, la sua capacità di agire come organizzazione è stato un dato di fatto e che questo corrisponde ai momenti “più felici” di elaborazione teorica, linea politica, ecc.
Per evitare forme di idealismo nel assimilare questo punto, Lenin segnala col senno di poi quale siano state le fasi del bolscevismo, cioè l’inevitabile costruzione per tappe della rivoluzione proletaria.
In particolare ci soffermiamo alle due fasi che dice Lenin: prima fase, lotta tra organi di stampa, che si riferiscono alla classe, alla lotta di classe e nella seconda fase azione aperta nella lotta di classe, nella classe e nelle classi. Noi tendiamo a non dare sufficiente rilievo al fatto che tutto il nostro lavoro è ancora dentro quella che è la prima fase e, quindi, a non dare sufficiente rilievo all’essenzialità della lotta di concezioni, di posizione e di impostazione della pratica della lotta di classe come compito principale rispetto a quello di azione aperta nella classe (intesa come influente, incisiva) che non si può ancora fare pienamente.
Nel tracciare la storia del bolscevismo Lenin chiarisce molto bene come la fase del 1907/1910 sia stata la fase più negativa del bolscevismo ma anche la fase più decisiva per la vittoria: “Proprio la grande sconfitta è per i partiti rivoluzionari e per la classe rivoluzionaria una lezione effettiva e molto utile, una lezione di dialettica storica, una lezione che fa loro capire e apprendere l’arte di condurre la lotta politica”.
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