domenica 9 settembre 2012

pc 9 settembre - proletari comunisti sulla Siria

Dalla parte della rivolta delle masse oppresse in Siria!
Imperialisti e reazionari: giù le mani dalla Siria!
Denunciamo e mobilitiamoci contro il governo Monti che prepara l’intervento militare al servizio della borghesia imperialista italiana

Il governo Monti è attivamente impegnato a difendere gli interessi dell'Italia imperialista nella contesa con le altre potenze imperialiste per preparare la guerra in Siria.
Fiumi di denaro sono partiti dagli USA, dalla Gran Bretagna, dal Canada per finire nei finanziamenti all'esercito di liberazione siriano, tanto da suscitare il sarcasmo della Russia che, con Putin, propone agli USA, a questo punto, di aprire le celle di Guantanamo, vista la partecipazione dei combattenti quaedisti nell'esercito anti Assad.
La Turchia, cane da guardia dell’imperialismo, è in prima fila nell'intervento diretto in Siria e intanto massacra anche il popolo kurdo di quella parte di Kurdistan siriano per garantirsi l'esclusiva sui profitti del petrolio.
L'ONU e l'Europa fanno la loro parte nel fomentare i venti di guerra sulla Siria e, con il pretesto della crisi umanitaria, aumentano il sostegno finanziario sottoforma di "aiuti" e preparano il terreno politico all'aggressione imperialista.
Lo stesso ministro degli Esteri italiano, Terzi, nei giorni scorsi ha affermato: "L'Italia sta operando in maniera attiva su entrambi i fronti. Oltre a promuovere il dialogo e a dare assistenza ai profughi, stiamo considerando la fornitura all'opposizione di strumenti di comunicazione utili per poter prevenire attacchi contro civili e stiamo impostando la nostra azione per il dopo-Assad".
Nella riunione informale dei ministri esteri Ue a Cipro, Terzi e Fabius firmano una lettera in comune in cui scrivono: "Se falliamo in Siria, la stabilità del Medio Oriente sarebbe compromessa e la sicurezza europea sarebbe gravemente minacciata sotto tutti gli aspetti, dal terrorismo alla proliferazione degli armamenti passando per l'immigrazione illegale e la sicurezza energetica".
E per questa "sicurezza" che passa per un altro bagno di sangue delle masse arabe che l'Italia di Monti-Terzi non vuole trovarsi impreparata e pensa già al "dopo Assad", con i profitti della ricostruzione e con i piani di addestramento militare delle truppe del nuovo regime fantoccio, se mai riusciranno a metterlo in piedi con l'invasione.
Senza timore del ridicolo, sempre lo stesso servo imperialista, ministro di un governo alleato di ferro dello stato terrorista israeliano, dotato di armi sofisticate e bombe nucleari, ha affermato che "é assolutamente inaccettabile" che Assad ricorra ad armi chimiche! Evidentemente per la borghesia imperialista italiana sono, invece, “accettabili” le bombe nazisioniste sul popolo palestinese di Gaza!
Ma anche l'ammiraglio-ministro Di Paola non vede l'ora di fare partecipare l'Italia imperialista e ha parlato di trasferire 3000 militari delle truppe d'occupazione italiane in Afghanistan in Siria: "l'Italia ha le capacità per intervenire".
In questo scenario la resistenza popolare armata intanto si organizza contro il socialfascista Assad e la sua cricca al potere, sostenuto da Russia, Cina, Iran e dagli Hezbollah libanesi.
L'esercito di "liberazione" diretto da forze integraliste islamiche non è espressione della volontà di emancipazione sociale e politica delle masse siriane, infatti gode dell'appoggio degli imperialisti, gli stessi che sostengono la cosiddetta opposizione politica. Basti pensare che, in Italia, è stato proprio il PD, maggiore azionista di questo governo che si prepara alla guerra, ad organizzare una manifestazione il 27 marzo a Roma a suo sostegno e a lanciare una raccolta di fondi per gli aiuti umanitari.
L'autentica istanza di liberazione delle masse oppresse siriane può affermarsi solo con il rafforzamento della via della Rivoluzione Democratica Nazionale Araba, come chiamano i compagni maoisti arabi la via della guerra popolare in marcia verso il socialismo. A queste forze va il nostro incondizionato sostegno ora che le masse oppresse siriane non intendono più subire l'oppressione, la repressione, la dittatura, la divisione su base etnica, la rapina delle risorse, che questi nuovi venti di guerra da parte dell'imperialismo sulla Siria mirano a perpetuare.


En.Di.



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