Alcoa, ministero: rallentato lo spegnimento
Scontri e feriti nel corteo degli operai a Roma
Al termine di una giornata di trattative, intesa sul rinvio della chiusura. L'azienda disposta a trattare con la svizzera Klesh. "Non è un caso impossibile, mi impegnerò", dice Passera.
ROMA - Una giornata difficile per gli operai dell'Alcoa di Portovesme, difficile per Roma, difficile per i rappresentanti istituzionali. Una protesta che sembrava quasi disperata: "Disposti a tutto", era la scritta sulle maglie dei manifestanti. Alla fine si è aperto uno spiraglio, con la messa a verbale, durante il tavolo di trattativa al Ministero dello sviluppo economico, dello slittamento della chiusura dai primi di ottobre al primo novembre.La fonderia resterebbe così in funzione per un mese in più, dando tempo a una delle due aziende svizzere che finora hanno mostrato interesse di ufficializzare una proposta. L'Alcoa si sarebbe detta disponibile ad aprire una trattativa con Klesch. Il ministro Corrado Passera ha definito la vertenza "non un caso impossibile", garantendo il suo "impegno personale" per una soluzione. Un'apertura che però ai lavoratori non basta. La notizia è stata infatti accolta da fischi e contestazioni.
Il 10 settembre segna comunque una tappa importante per la vertenza Alcoa.. Dal 10 novembre inoltre partirebbe un'attività di preparazione alla rimessa in funzione di 50 celle.
Un altro segnale positivo è arrivato dall'Enel: l'ad Fulvio Conti ha assicurato la "disponibilità" del gruppo a studiare i progetti proposti dalle istituzioni sulle questioni energetiche che riguardano la Sardegna. Soprattutto hanno rappresentato un'apertura le parole di Passera, impegnato nel "trovare una soluzione", anche se il ministro ha chiarito come Alcoa sia una vertenza "tra le più difficili".
. Fino all'ultima assemblea notturna. Con il coordinamento sindacale che annuncia: "Prepareremo una nuova battaglia, perché la guerra non è finita".
le ultime ore
re 22.00 Operai in assembleaGli operai sono seduti in assemblea difronte al ministero con i rappresentanti dei sindacati che chiedono ai lavoratori di abbandonare il presidio. Al momento non intendono muoversi
ore 21.38 Alemanno: "Disagi Roma e operai colpa del governo"Il sindaco di Roma Gianni Alemanno in serata ha dichiarato in una nota: "Mi domando se era necessario far passare un'altra giornata di inferno alla città di Roma per trovare una giusta soluzione per gli operai dell'Alcoa. Sono mesi che questa vicenda va avanti senza che i ministeri competenti riescano a dare una risposta a centinaia di famiglie che rischiano di essere gettate sul lastrico per le decisioni arbitrarie di una multinazionale che, per altro, priverebbero il nostro Paese di un'importante filiera produttiva dell'industria. Queste vertenze non debbono essere portate all'esasperazione ma devono essere affrontate con lungimiranza e progettualità". Il primo cittadino della capitale ha sottolineato che "in molti casi, abbiamo criticato i sindacati per manifestazioni che hanno creato grave disagio alla nostra città. Questa volta critichiamo il Governo per aver costretto i manifestanti a tanta disperazione e ci auguriamo che il più presto possibile si trovi una soluzione".
ore 21.25 Operai spingono contro il portone di ingresso del Mise
Riprende la protesta degli operai davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico di via Molise dopo che ai lavoratori è giunta la notizia dell'esito del tavolo da cui è emerso un rallentamento nelle procedure di spegnimento dell'impianti. I lavoratori sono insoddisfatti dell'esito dell'incontro e stanno protestando anche contro i rappresentanti sindacali scesi ad illustrare loro l'esito del tavolo. "Noi da qui non ce ne andiamo", urlano in direzione del ministero dove le forze dell'ordine in tenuta antisomossa sono tornare a rafforzare la barriera che protegge l'ingresso al dicastero.
ore 21.20 Operai urlano a sindacati: "Tornate dentro"
Gli operai non hanno accolto favorevolmente il semplice rallentamento nello spegnimento degli impianti. In piazza urlano al delegato sindacale che ha letto loro il comunicato del ministero di rientrare dentro a trattare.
ore 21.10 Operai in attesa della fine dell'incontroGli impianti dello stabilimento di Portovesme smetteranno di funzionare il primo novembre invece dell'8 ottobre. Questa sembrerebbe la decisione del vertice ancora in corso al Mise riassunta da alcuni lavoratori in contatto con la delegazione sindacale all'interno del ministero. "Certo, è un'ulteriore speranza ma per andare dove? Venti giorni in più per concludere le trattative...speriamo. Altrimenti torneremo ancora qui per farci sentire!" ha detto uno degli operai in protesta.
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