Palermo Gesip, ancora proteste
arrestati tre manifestanti
Scattano i fermi dopo i disordini di ieri. Uno degli arrestati è un sorvegliato speciale. Un presidio davanti alla sede del Comune. I sanitari del 118 hanno dovuto soccorrere un manifestante. Terminata l'occupazione della cattedrale. "Continueremo con altre forme". Blitz improvvisi in varie zone del centro storico. I grillini: "E' inaccettabile che tengano in ostaggio la città". E il sindaco Orlando vola a Roma
Tre dipendenti della Gesip, partecipata del Comune di Palermo, sono stati arrestati nella notte dopo le proteste che ieri hanno messo in gionocchio la città Tra gli arrestati Giacomo Giaconia fermato per violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. L'uomo aveva il divieto di uscire di casa tra le 20 e le 7 del mattino e di partecipare a pubbliche riunioni. Gli altri due arrestati, C.G. 53 anni e R.S. 56 anni, sono accusati di danneggiamento in quanto sorpresi a bruciare cassonetti in corso Vittorio Emanuele. Uno di loro aveva addosso un coltello a serramanico.Gli operai, che dal primo settembre sono senza lavoro e senza stipendio, sono tornati a bloccare il centro storico di Palermo con piccoli blitz, di pochi minuti, che stanno creando disagi alla circolazione stradale. Davanti Palazzo delle Aquile, sede del Comune, una cinquantina di operai sta bloccando via Maqueda. Per impedire ai manifestanti di proseguire verso corso Vittorio Emanuele e verso la zona della stazione, a circondarli ci sono due cordoni di polizia con gli agenti schierati in tenuta antisommossa. Oltre ai lavoratori della Gesip, in piazza c'è anche un gruppo di giovani dei centri sociali. Colto da malore uno dei lavoratori. L'uomo è stato soccorso dai medici del 118. Le sue condizioni non sarebbero gravi.
L'occupazione della cattedrale. A sorpresa i manifestanti che occupavano la cattedrale di Palermo hanno deciso di interrompere l'iniziativa di protesta. I primi hanno abbandonato il luogo di culto, stamane, poco dopo le 7. Gli altri, a poco a poco, si sono allontanati alla chetichella. In otto sono rimasti per incontrare il sacerdote, padre Sarullo, e sono andati via intorno alle 10.
"Mi hanno chiamato per comunicarmi la loro decisione - dice padre Filippo Sarullo - Sono arrivato in cattedrale prima della celebrazione della messa e gli operai mi hanno chiesto di fare un giro per la chiesa per verificare se fosse tutto in ordine. Non ci sono stati danni". La zona monumentale del duomo (dove ci sono le tombe dei re normanni) che in questi giorni per motivi di sicurezza è stata interdetta a turisti e visitatori, è stata riaperta. "Ho offerto loro la colazione al bar - prosegue il parroco - e poi sono andati via". Ma i manifestanti sono determinati ad andare avanti: "Abbiamo voluto interrompere l'occupazione - dice Pietro Giannotta della Cisal - per evitare strumentalizzazioni, continueremo con altre forme e adesso decideremo quali".
Il viaggio del sindaco. Intanto, il sindaco Leoluca Orlando stamane si è recato a Roma per partecipare al tavolo permanente istituito per incontrare gli interlocutori del tavolo permanente, con l'obiettivo immediato di accelerare il trasferimento dei 5 milioni di euro per il pagamento delle spettanze di settembre degli operai, dall'inizio del mese senza stipendio né lavoro. Il fronte dei lavoratori non è compatto e l'ala dura potrebbe fare scattare un'altra giornata di protesta selvaggia.
I grillini: "Inaccettabile". "Quanto accade in questi giorni a Palermo con la Gesip, si ripete da anni. Dobbiamo chiederci se è normale che una città divenga ostaggio di un'azienda improduttiva, in perdita per quasi un milione di euro al mese e con i risultati pessimi di questi anni. Il Governo non può accettare passivamente che queste persone blocchino una città senza far rispettare lo stato di diritto, senza tenere conto delle regole minime del vivere civile", dice Riccardo Nuti del Movimento 5 Stelle. E aggiunge: "A chi sostiene che fra queste persone ci sono famiglie in difficoltà, ricordo che, a fronte degli sprechi immensi di questa azienda, ci sono miglia di persone disoccupate, di ragazzi che sono emigrati eppure non hanno mai usato questi mezzi violenti, nè hanno mai preteso con arroganza un posto di lavoro".
Lo Slai cobas per il sindacato di classe alza le proprie bandiere in solidarietà con gli operai della Gesip che in questi giorni stanno portando avanti una battaglia dura e sacrosanta per il posto di lavoro.
Non sono i lavoratori a dover pagare la politica che in questi anni ha portato la città al collasso da ogni punto di vista: dai servizi essenziali, alla manutenzione di ogni bene pubblico, al lavoro... sono i veri responsabili, a partire dall'ex sindaco Cammarata che devono essere chiamati a risponderne anche dal punto di vista penale.
I lavoratori della Gesip insieme alle tante altre lavoratrici e tanti altri lavoratori colpiti , non ultimi i precari delle cooperative sociali ass.ti ai disabili ai quali sono stati già annunicati dalla Provincia Regionale di Palermo 80 licenziamenti, in particolare in questo momento di attacco generalizzato al lavoro con la creazione a getto continuo di migliaia di disoccupati non vogliono e non devono andare a gonfiare le file di quelli che devono chiedere un sussidio al governo per campare perché non vogliono rinunciare alla propria dignità.
Le lavoratrici e i lavoratori Gesip hanno fino ad oggi portato avanti lavori importanti per la città riempiendo nei fatti tutti quei posti di lavoro che il Comune oramai da anni ha tagliato riducendo la pianta organica all'osso.
Tutte le istituzioni coinvolte, a cominciare dal Comune di Palermo, devono
dare una soluzione definitiva: il posto di lavoro stabile e sicuro!Slai cobas per il
sindacato di classe
via g. del duca 4 Palermo091/203686 – 338.7708110
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