martedì 11 settembre 2012

pc 11 settembre - Fiat da Pomigliano contro 'e pall'e..Marchionne

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Questo “supermanager” ogni giorno, di ‘palle’, ne sforna una: ultima, fresca fresca, il suo plateale stupore per
l’ennesimo crollo di vendite Fiat, -20% solo in agosto rispetto al 2011. E questo mentre già fantastica su nuovi
accordi con la Mazda: a noi l’idea di fare un modello Mazda a Pomigliano ci ricorda la nefasta alleanza con
un’altra casa automobilistica giapponese, la Nissan, che nel 1985 diede vita ad un modello che fu un vero e
proprio fiasco, cioè l’Alfa Romeo Arna: un grande fallimento industriale. E questo sarebbe l’imprenditore
illuminato leccato da politici e governi di centrodestra e centrosinistra, dai sindacati confederali, già corteggiato
da Rinaldini e Bertinotti, e nominato cavaliere del lavoro (sic) da Napolitano ??!!
Quello che ‘fantasticava’ di invadere il mercato americano con la Fiat 500 con la prevedibilissima e grande
figura di m…. non ancora sopita.
Quello che raccontava la favola di 20 miliardi di investimenti.
Quello che prevedeva a Pomigliano la produzione e la vendita di 280.000 ‘Panda’ all’anno.
Quello che millantava il mantenimento di tutte le fabbriche Fiat in Italia mentre chiudeva Termini Imerese
adducendo questioni di ‘lontananza logistica’ dal centro Europa per poi smentire se stesso proclamando di voler
produrre in Italia per… vendere in America.
Quello che, per la ‘Punto’ di Melfi …”se ne riparlerà nel 2015”; per Cassino… ”non si prevedono nuovi
modelli”, mentre per Mirafiori… sta continuando la consultazione della palla di vetro!
Quello che aveva garantito, coi suoi sponsor sindacali, che entro il 2013 tutti i lavoratori della Fiat Pomigliano
sarebbero stati assorbiti in Fabbrica Italia con quest’ultima che invece già sconta lunghi periodi di cassa
integrazione dopo che Fiat auto ha già cessato l’attività.
Se Marchionne fosse un manager Giapponese e dovesse essere valutato non in termini politici ma solo per i suoi
‘meriti industriali’ (di rilancio della produzione automobilistica e veicolistica nazionale in funzione della tenuta
del PIL) potremmo ben dire che gli avrebbero già tagliato la testa. Vero è che le ‘palle’ (le bugie) di Marchionne
(del suo cosiddetto ‘piano industriale’) rappresentano in Italia la chiave d’avvio della ‘stagione dei ricatti’del
capitale sul lavoro dipendente sia privato che pubblico: dalla Fiat Pomigliano (o accettate il ‘piano’ o si chiude)
all’Ilva di Taranto (o la salute o il lavoro) alla macelleria lavorativa e sociale del governo Monti (o accettate
le manovre o è il default) e dei suoi alleati bipartisan del quadro politico e della rinascente concertazioneconsociazione
sindacale di CGIL-CISL-UIL. Sarà per questo che continuano a premiarlo con uno stipendio pari a
quello di oltre 5.000 operai ?! Il fatto è che le attuali politiche ‘dei sacrifici’ del governo Monti (intraprese già da
Prodi e poi Berlusconi) sono quelle previste dalla “STRATEGIA DELL’EUR” avviata (anche allora… ‘contro la
crisi’) dalla CGIL di Luciano Lama fin dal lontano 1977 (“i lavoratori che diventano una variabile dipendente
dello sfruttamento padronale”!) e che in questi 37 anni ci hanno portato all’attuale disastro sociale, politico ed
economico. E DOPO 35 ANNI DI ‘PALLE’ TUTTI QUANTI INSIEME HANNO ANCORA IL
CORAGGIO DI CONTINUARE A MENARCELE…

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