padroni, governo e loro servi ricordano Marco Biagi
"Da lui una lezione morale"
quale morale sancire per legge precarietà e strapotere padronale ?
quale morale provocare con le sue leggi più sfruttamento, attacco ai diritti, alla dignità al futuro dei lavoratori
Il ministro Roberto Maroni ricorda "con grande partecipazione la sua capacità di modernizzare, la sua voglia di innovare, in qualunque settore". "Quindi fare le riforme- aggiunge- perché non ci sono totem intoccabili. Come lo statuto dei lavoratori, di cui Biagi aveva previsto una revisione in positivo, attualizzandola con l'evoluzione del mercato del lavoro nello statuto dei lavori. Ecco, questo metodo è il lascito più importante di Marco Biagi".
il biagi capostitipe dell'attacco allo statuto dei lavoratori ha scritto una pagina nera nella storia del nostro paese
Sacconi: "Mirafiori e Pomigliano nel suo solco". Presente anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che al termine della cerimonia si è fermato a parlare a lungo proprio con Lorenzo. "Marco è certamente vivo, perchè eventi recenti sono nel suo segno - aveva commentato in mattinata a Modena Sacconi -Egli aveva una visione delle relazioni sindacali molto naturale, rifiutava il sovraccarico ideologico che si era prodotto, chiedeva collaborazione tra le parti sociali, non il conflitto quasi ideologicamente teorizzato", e "accordi come Pomigliano e Mirafiori si muovono nel suo segno". La lezione del professor Biagi, aggiunge Sacconi, è quella di uno "scambio naturale che si libera dell'ideologia che voleva il controllo sociale sulla produzione, mortificando sia produttività che salari".
Noi non riteniamo che la morte di un Biagi cambi la storia, non crediamo che colpendo i singoli autori di leggi infami si rafforzi la lotta di classe.
Dopo i Biagi vengono gli Ichino, i Sacconi ecc., servi e mostri al servizio del capitale.
Ma la rivoluzione proletaria è basta sulla guerra della classe e delle masse per rovesciare l'intero sistema capitalistico.
proletari comunisti
20 marzo 2011
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