A fronte del devastante disastro del terremoto e tsunami in Giappone e dell'emergere senza precedenti del pericolo nucleare nel paese che ha tragicamente subito l'effetto più immane di esso, il governo e i padroni rispondono con parole di circostanza, "pause di riflessione", ma la linea rimane quella tracciata dalla Confindustria: "l'importante è non prendere decisioni di politica energetica che sono di lungo termine sulla base del panico del momento". A questa linea si unisce tutto l'arco parlamentare attuale, tranne poche eccezioni, perchè essa risponde agli interessi economici dei padroni sia della riduzione in questa forma dei costi energetici sia come grande business e volano di un'economia sempre più nuclearizzata e di guerra che dà più profitti ed è la vera uscita dalla crisi per il capitale, sia nel quadro geostrategico di ridurre la dipendenza dalla aree turbolenti del petrolio.
A questo in Italia si aggiunge, come sempre, l'esistenza di una lobby affaristica, corrotta e mafiosa che ha il centro in questo governo ma che è trasversale e comprende ministri, banchieri, scienziati, ecc.; due nomi per tutti: Chicco Testa e Veronesi.
Per questo la scelta dell'Italia sul nucleare non è reversibile, qualunque siano le dimensioni del disastro giapponese.
Questo è inaccettabile per i proletari e le masse popolari che si esprimeranno naturalmente per l'ennesima volta anche attraverso il sì al referendum previsto per giugno. Ma la reversibilità effettiva di questa scelta è ottenibile in una sola forma, rovesciando il potere dei padroni, lo Stato e i governi dei padroni. Questa è la cosa da dire, e in una certa maniera da imporre, qui ed ora, all'interno del movimento di opposizione al nucleare.
Se non si vuol fare da compagni di strada, come testimoni impotenti della marcia verso la moderna barbarie del sistema imperialista mondiale e italiano.
proletari comunisti
26 marzo 2011
Nessun commento:
Posta un commento