Nella Puglia, gli immigrati operai si sono ribellati alla loro condizione di schiavi.
Sono circa 300 e lavorano in una ditta spagnola, la Tecnova, che fa impianti per il fotovoltaico e che ha sua volta ha avuto l'appalto da una azienda milanese di cui ancora non si conosce il nome. Come hanno denunciato, sono costretti a lavorare per 15, qualcuno anche per 24 ore al giorno (dalle 7 della mattina alle 6,30 dell'indomani, il turno normale è di 12 ore. Come dice un operaio: prima ci hanno detto che dopo le 8 ore avremmo ricevuto l'extra. Invece ci siamo accorti che non era così: hanno detto che gli extra erano solo sabato e domenica, poi neanche più quelli. Ci hanno sfruttato". Non hanno mai conosciuto riposi settimanali, festivi; in un lavoro duro, all'aperto in cantieri tra lecce e Brindisi.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato che a questo supersfruttamento si è unito il non pagamento del salario. L'azienda prima ha cominciato a ritardare i pagamentii, poi ha smesso e ora da agosto gli operai non prendono una lira. E all'INPS su 300 risultano assunti solo 50 operai.
"Senza soldi - dice un operaio tunisino - non ho pagato l'affitto e il proprietario mi ha cacciato di casa... Per fortuna non ho figli, altrimenti mi sarei ammazzato".
Chiunque parlava o protestava si trovava licenziato.
Ma gli immigrati operai sono riusciti a superare la paura "Tanto ormai la paura di essere licenziato come accadeva fino a poco tempo fa a coloro che osavano chiedere notizie su di un loro diritto, è stata sostituita dalla rabbia..." E da martedì scorso hanno organizzato la protesta collettiva, cominciato uno sciopero e ora vogliono non bugiarde promesse, ma i loro soldi "guadagnati lavorando duramente!".
NELLA PUGLIA DI VENDOLA, LA PRODUZIONE MODERNA DI ENERGIA ALTERNATIVA, TANTO VOLUTA DA VENDOLA, SI FA SEMPRE E SOLO CON LO SFRUTTAMENTO PIU' "ANTICO" E "NORMALE", perchè il fine è sempre il profitto!
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