Processo Montedison, ex operaio: “Noi, carne da macello”
l'ex operaio Alberto Alberti, primo da sinistra
Mantova. Si è aperto stamattina in Corte D’Assise a Mantova il processo Montedison. Per le morti di 72 operai del petrolchimico, sul banco degli imputati ci sono 12 dirigenti (tre, dei 15, sono stati prosciolti). Oggi si è aggiunto un capo d’accusa: “concorso formale nel reato”, oltre a quelli di omicidio colposo, lesioni colpose e omissione volontaria di cautele atte a prevenire infortuni sul lavoro. “
E dall’aula consiliare della Provincia, che si è costituita parte civile, dove nel pomeriggio si è tenuta una conferenza stampa, Alberto Alberti, ex dipendente Montedison dice: “Noi operai siamo considerati carne da macello. Per fare profitti l’azienda si è approfittata della nostra pelle. Si sapeva da anni che l’amianto era cancerogeno. Quando si va a lavorare non si pensa che dietro l’angolo ci sia l’insidia e nemmeno la morte. Quello che ci aspettiamo da questa causa è un mondo migliore per i nostri figli”.
Al tavolo della Provincia oggi era presente anche l’avvocato Laura Mara che ha confermato come dagli anni ’60 l’Italia fosse a conoscenza della validità scientifica a livello internazionale degli studi che determinavano la causalità tra esposizione all’amianto (e altre sostanze chimiche) e mesotelioma. “Gli imprenditori – commenta l’avvocato – non possono produrre la tesi che non sapevano, dal momento che le circostanze elencate sono ben note e già in quegli anni si era informati dell’insorgenza di patologie in seguito ad esposizione”.
Luigi Mara, esperto di chimica, ha elencato i criteri di valutazione con cui sono state condotte le indagini che hanno portato al processo Montedison ricordando anche quanto siano stati sottovalutati gli effetti mortali per gli operai delle imprese appaltatrici di cui non hanno potuto produrre documentazione. Al tavolo, oltre all’assessore provinciale Fausto Banzi e al presidente della Provincia Maurizio Fontanili, c’era anche Fulvio Aurora, di Medicina Democratica (parte civile): “Occorre smettere di esporre lavoratori e cittadini alla nocività. E’ inaccettabile. Ci aspettiamo che per le gravi responsabilità sia fatta giustizia”.
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