mercoledì 16 febbraio 2011

pc quotidiano 16 febbraio - Bambini nelle fabbriche della Apple in Cina

In questa citazione del Capitale di Marx (1867) basta mettere la parola Cina al posto di Germania:

“A confronto di quella inglese, la statistica sociale della Germania e della restante Europa occidentale che fa parte del continente, è miserabile. Tuttavia solleva il velo proprio quel tanto che basta per far intuire come dietro ad esso si celi un volto di Medusa. Noi saremmo spaventati delle nostre proprie condizioni se i nostri governi e i nostri parlamenti insediassero periodicamente, commissioni d'inchiesta sulle condizioni economiche, se tali commissioni venissero fornite di pieni poteri per la ricerca della verità, come in Inghilterra, se si riuscisse a trovare per esse uomini competenti, imparziali e privi di rispetti umani come gli ispettori di fabbrica inglesi, i relatori inglesi sulla salute pubblica, i commissari inglesi per le inchieste sullo sfruttamento delle donne e dei fanciulli, sulle condizioni delle abitazioni e della nutrizione, e così via. Perseo usava un manto di nebbia per inseguire i mostri. Noi ci tiriamo la cappa di nebbia giù sugli occhi e le orecchie, per poter negare l'esistenza dei mostri.”

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137 dipendenti a Suzhou hanno presentato sintomi da avvelenamento

Apple ammette: "Bambini nelle fabbriche in Cina"

Rainews24 - Roma, 15-02-2011

Un rapporto pubblicato dalla Apple ha rivelato che nel 2010 i funzionari dell'azienda hanno trovato ben 91 bambini impiegati illegalmente in fabbriche sue fornitrici, nove volte in più rispetto all'anno precedente, e che 137 dipendenti di una fabbrica a Suzhou, in Cina, hanno presentato sintomi da avvelenamento da n-esano, un potente solvente che può provocare gravi neuropatie se maneggiato senza cautela. Apple fino ad ora si era rifiutata di confermare gli che vi fossero stati casi di avvelenamento.

Dal rapporto - i cui dettagli sono stati pubblicati oggi dal Guardian - emerge inoltre che meno di un terzo delle fabbriche cinesi dove vengono realizzati i prodotti Apple rispettano il codice dell'azienda sugli orari di lavoro, che impone ai lavoratori un massimo di 60 ore alla settimana e minimo un giorno libero.

Per quanto riguarda il lavoro minorile, l'azienda ha dichiarato di aver introdotto controlli pi- severi dopo essersi accorta che in molti casi le età dei ragazzi venivano falsificate. Una scuola che aveva organizzato l'impiego di alcuni giovani è stata denunciata alle autorità per aver fornito loro documenti falsi, mentre un fornitore dell'azienda ha perso il contratto dopo che nella sua fabbrica erano stati scoperti a lavorare 42 bambini.

La pubblicazione del rapporto rappresenta una mossa insolita da parte di Apple, che normalmente si rifiuta di rivelare con quali fabbriche ha stretto accordi per la realizzazione dei suoi prodotti. Ma in seguito a una serie di suicidi avvenuti lo scorso anno nelle fabbriche della Foxconn, una grande azienda cinese specializzata in elettronica e che per Apple produce iPod, iPad e iPhone, la compagnia americana è stata costretta ad una maggiore trasparenza sulle condizione di lavoro nelle sue aziende appaltatrici.

Riguardo ai casi di avvelenamento, l'ambientalista Ma Jun, fondatore in Cina dell'Istituto per gli affari pubblici e ambientali, ha dichiarato che è positivo che Apple abbia finalmente riconosciuto il problema, ma ha aggiunto: "Questo rapporto dimostra che Apple non è ancora disposta ad accettare il controllo del pubblico. Avevamo elencato i nomi di alcuni fornitori della Apple ma nel rapporto non ne viene fatta menzione".

Reazione scettica anche da parte di Debby Chan, dell'associazione Hong Kong's Students and Scholars Against Corporate Misbehaviour, secondo la quale è impossibile monitorare ciò che fanno gli appaltatori di Apple perché l'azienda si rifiuta di identificarli o di dire quanti sono. Secondo la Chan, il rapporto sarebbe dunque soltanto un esercizio di immagine e non un genuino sforzo al fine di garantire i diritti dei lavoratori.

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“Il signor Broughton, magistrato di contea, dichiarò, come presidente di una riunione tenuta nel palazzo comunale di Nottingham il 14 gennaio 1860, che fra la parte della popolazione della città occupata nella fabbricazione di merletti dominava un livello di sofferenze e privazioni sconosciuto al resto del mondo civile... Alle due, alle tre, alle quattro del mattino, fanciulli di nove o dieci anni vengono strappati ai loro sporchi letti e costretti a lavorare fino alle dieci, undici, dodici di notte, per un guadagno di pura sussistenza; le loro membra si consumano, la loro figura si rattrappisce, i tratti del volto si ottundono e la loro umanità s’irrigidisce completamente in un torpore di pietra, orrido solo a vedersi. Non siamo sorpresi che il signor Mailet ed altri fabbricanti s’alzassero a protestare contro ogni discussione... Il sistema, come l’ha descritto il Rev. Montagu Valpy, è un sistema di schiavitù illimitata, schiavitù socialmente, fisicamente, moralmente, intellettualmente parlando...”

Il Capitale, Cap.8 la giornata lavorativa

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