L'AQUILA. Le scope, i rastrelli e i guanti; i cartelli con il disegno di Staino, con una carriola che trasporta un cuore rosso. E le carriole, quelle vere, ai bordi della scalinata di San Bernardino. Una mattinata a togliere erbacce allo slogan «Se non ora quando?», lo stesso che le donne hanno portato nelle piazze di tutta Italia.
Le carriole erano ferme da Natale, quando avevano fatto breccia nella zona rossa per decorare transenne e puntellamenti con palline e addobbi colorati. Ma l'uscita di ieri ha segnato una sorta di anniversario da quella famosa domenica in cui migliaia di cittadini varcarono le transenne di piazza Palazzo per dire - alla luce delle intercettazioni legate all'inchiesta sul G8 della Maddalena - che in una città devastata dal terremoto c'è poco da ridere.
Già dalle 10, si sono presentate circa duecento persone, riunite in un'iniziativa dal titolo «RiabbracciAmo la città», animata da esponenti dei comitati e dell'assemblea cittadina, ma anche cittadini comuni che per l'intera mattinata hanno pulito con scope e rastrelli la scalinata. A dare una mano, si è presentato puntuale anche Stefano Cencioni, lo scorso anno tra i primi ad entrare nella zona rossa.
«Serve un progetto per la ricostruzione», ha commentato, «nostro compito è fornire l'esempio, altrimenti rischiamo di perdere tempo e basta, attraverso progetti autoreferenziali. Siamo noi», ha aggiunto, «che possiamo indicare la via, sapendo che delle istituzioni non ci possiamo
Ogni domenica il popolo delle carriole sarà davanti ad un monumento diverso. «È importante per noi ricreare lo spirito che l'anno scorso ha unito tanti aquilani nei giorni di febbraio e marzo», ha spiegato Bonifacio Liris, tra gli organizzatori. ».
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