Alcuni giorni fa abbiamo organizzato la video proiezione del film “Uomini che odiano le donne” tratto dall’omonimo libro di successo di Stieg Larson.
E’ stata un’occasione attraverso la quale le donne e le giovani presenti hanno accompagnato la visione del film con una prima discussione perché nell’ambito della lotta che quotidianamente cerchiamo di mettere in campo serve inquadrare il clima politico, ideologico, sociale che stiamo vivendo.
“Uomini che odiano le donne” come abbiamo anche scritto in un saggio prodotto di recente “Sulle uccisioni delle donne, oggi” ci ha aiutato ad esprimere “…sia pur nei limiti di un titolo di un romanzo e al di là della stessa volontà dell’autore, il nuovo livello del rapporto uomo/donna…” nell’attuale fase che viviamo che definiamo di moderno fascismo. Moderno fascismo inteso come edificazione a sistema di tutto ciò che è reazionario e che nei confronti delle donne significa non solo attacchi sempre più pesanti alle condizioni di lavoro ma anche una politica, un’ideologia sempre più fatta di oppressione, sessismo, maschilismo, razzismo, clerico/fascismo.
Di tutto ciò Berlusconi e il suo governo ne rappresentano oggi il condensato più marcio ma è l’intero sistema sociale che nel suo complesso “odia le donne” e contro cui la maggioranza delle donne, lavoratrici, precarie, disoccupate, studentesse doppiamente deve lottare per rovesciarlo in un percorso in cui inevitabilmente la questione di genere si intreccia alla questione di classe.
Alla luce di tutto ciò abbiamo quindi discusso dell’imminente scadenza del 13 febbraio, decidendo di scendere in piazza alla manifestazione che ci sarà nella nostra città per portare alle donne che vi parteciperanno il messaggio della lotta che noi mettiamo in campo ogni giorno, prendendo però decisamente le distanze dall’appello “Se non ora quando” delle promotrici della mobilitazione.
Il tutte insieme appassionatamente contro “l’offesa alla dignità delle donne” che emerge dalle parole dall’appello non può infatti che risuonare alle nostre orecchie e menti ipocrita se si pensa a come tra le stesse promotrici diverse sono rappresentanti di partiti politici “all’opposizione” o di sindacati che negli anni sono stati complici se non addirittura direttamente responsabili delle politiche antiproletarie, antipopolari e nello specifico contro la maggioranza delle donne, continuando di fatto a farlo anche ora.
Quando ci si limita infatti a dire a Berlusconi “dimettiti” come fa ad esempio il PD, di cui diverse delle promotrici dell’appello fanno parte, senza agire realmente per la sua rimozione data l'evidente illegittimità e illegalità dell’abuso del potere politic da parte di Berlusconi e del suo seguito fuori e contro tutte le regole e leggi, oppure quando si temporeggia all’infinito per proclamare lo sciopero generale, sacrosanto e legittimo in questa fase a fronte degli attacchi del fascismo padronale alla Marchionne che doppiamente ricadono sulle spalle delle tante operaie e lavoratrici, come fa la Camusso segretaria generale della Cgil anch’essa una delle firmatarie dell’appello, come si può poi scrivere “…tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. ....”?
Ma per quali donne???
Le donne in questa società non sono e non possono essere tutte uguali, non esistono ambiti neutri in cui collocarle, ma esistono le classi sociali di cui si servono gli specifici interessi e su questo non si può fare finta di nulla, non si può non guardare alla sostanza dell’agire di queste donne che oggi si fanno portavoci della lotta delle donne ma per cercare di deviarla ancora una volta nei recinti istituzionali/parlamentari/elettorali.
Il 13 febbraio saremo in piazza insieme alle donne cosiddette di tutti i giorni che vi saranno ma per dire che “odiamo gli uomini che odiano le donne” esprimendo in questo l’immagine di una società di cui non abbiamo nulla da difendere e conservare e contro cui è necessario lottare ogni giorno; per dire che Berlusconi e il suo governo devono essere cacciati e su questo è necessario scatenare la nostra ribellione, per invitare le donne a costruire e organizzare una forte risposta a quello che è un attacco complessivo a 360°, lo “sciopero delle donne”, uno sciopero totale, che guardi a tutti gli ambiti della nostra vita, affermando ancora una volta il protagonismo attivo, diretto e in prima linea delle donne.
mfpr Palermo
Nessun commento:
Posta un commento