CASO RUBY
Il Gip: "C'è la prova, processate Berlusconi"
Rito immediato, prima udienza il 6 aprile
Il giudice Cristina Di Censo rileva la sussistenza della prova evidente e attribuisce al Tribunale di Milano la competenza territoriale per il procedimento a carico del premier, accusato di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile dalla procura milanese. Sarà giudicato da tre magistrati donna
MILANO - Lette le carte del caso Ruby 1, il Gip non ha dubbi: Silvio Berlusconi deve essere processato con rito immediato 2 per i reati di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Il giudice Cristina Di Censo rileva così la sussistenza della prova evidente, rinvia a giudizio il premier e fissa la prima data dell'udienza: il prossimo 6 aprile, ore 9,30, davanti alla quarta sezione penale. Dove Berlusconi sarà giudicato da un collegio composto da tre donne, stando a quanto comunica la cancelleria: i magistrati Carmen D'Elia, Orsola De Cristofaro e Giulia Turri.
Nel provvedimento, il Gip Di Censo afferma la competenza territoriale del tribunale di Milano per entrambi i reati contestati a Berlusconi e ritiene che la competenza funzionale sia propria della magistratura ordinaria e non del tribunale dei ministri.
Dalla notifica del decreto, Berlusconi ha quindici giorni di tempo per decidere se ricorrere a riti alternativi, che in caso di condanna concedono lo sconto di un terzo della pena. Questa la prima reazione della difesa: "Non ci aspettavamo nulla di diverso" dichiara Piero Longo, legale di Berlusconi con Niccolò Ghedini.
Lo stesso Longo ironizza sul collegio femminile che giudicherà Berlusconi: "Abbiamo già tre donne nel processo Mills. Benissimo, le signore sono sempre gradite, qualche volta gradevoli".
In Procura a Milano, poche parole e molti sorrisi. "Ora andremo in udienza", si limita a dichiarare il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Come in corso d'indagine, anche in udienza l'accusa contro il premier sarà sostenuta dai Pm Ilda Boccassini, Antonio Sangermano e Pietro Forno.
"In data odierna - si legge in una nota firmata dal presidente dell'ufficio del Gip di Milano, Gabriella Manfrin - il giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo, ha depositato il decreto con cui si dispone ai sensi degli articoli 453 e seguenti del codice di procedura penale, giudizio immediato a carico dell'onorevole Silvio Berlusconi". A cui la Procura di Milano contesta di aver abusato della qualità di presidente del Consiglio per indurre i funzionari della Questura di Milano, la notte del 27 e 28 maggio dell'anno scorso, ad affidare Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti e di avere avuto rapporti sessuali con la giovane marocchina ad Arcore.
Il Gip individua le parti lese nella stessa Ruby, al secolo Karima El Mahroug, marocchina, e nel ministero dell'Interno. Ruby è persona offesa nel procedimento in relazione al reato di prostituzione minorile contestato a Berlusconi: il premier avrebbe commesso atti sessuali con la giovane in cambio di denaro o altre utilità dal febbraio al maggio dello scorso anno, quando la ragazza non aveva ancora 18 anni. Il ministero dell'Interno, invece, è parte offesa in relazione al reato di concussione ipotizzato in relazione alla telefonata che Berlusconi fece nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso in Questura a Milano per ottenere il "rilascio" di Ruby, portata negli uffici della polizia in seguito alla denuncia di un furto.
Oltre alla Questura, risultano indicate come persone offese anche i tre funzionari coinvolti nel fermo e nell'affidamento di Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti. Si tratta di Pietro Ostuni, capo di Gabinetto di via Fatebenefratelli, del commissario capo Giorgia Iafrate e di Ivo Morelli, dirigente dell'Ufficio Prevenzione Generale della Questura. I tre funzionari, se lo ritengono, potranno costituirsi parte civile. Anche la Presidenza del Consiglio, in ipotesi, potrebbe costituirsi come parte civile in rappresentanza del ministero dell'Interno.
Con l'ultimo rinvio a giudizio, Berlusconi porta a ben sette i processi a suo carico tutt'ora aperti. Processi i cui tempi e le cui sorti potrebbero essere scanditi dai "legittimi impedimenti" invocati dal premier.
Ecco il calendario che attende Berlusconi in tribunale:
- Il prossimo 28 febbraio riprenderà il processo sui presunti fondi neri relativi ai diritti tv di mediaset, uno di quelli sospesi in attesa della sentenza della Consulta sul legittimo impedimentio continuativo. Il premier risponde di frode fiscale: sul falso in bilancio e appropriazione indebita è già arrivata da tempo la prescrizione, che tra due anni seppellirà tutto.
- Il 5 marzo riprenderà l'udienza riguardante Mediatrade, controllata mediaset al 100 per cento, sempre diritti tv.
Berlusconi risponde di appropriazione indebita fino al 2006 e frode fiscale fino al 2009. Tra gli imputati anche il figlio Piersilvio.
- L'11 marzo è previsto il processo per la corruzione di David Mills. Nello stesso giorno a Bruxelles ci sarà un Consiglio d'europa straordinario sull'economia. La richiesta di rinvio per legittimo impedimento appare come un atto dovuto.
- In primavera Berlusconi dovrà comparire anche nell'udienza Unipol. I pm hanno chiesto l'archiviazione delle accuse di ricettazione e concorso in rivelazione di segreto d'ufficio, in riferimento alla pubblicazione su Il Giornale della telefonata in cui Fassino diceva a Consorte: "allora abbiamo una banca?".
- Per il premier si potrebbe profilare un'udienza camerale in relazione alla richiesta di archiviazione del presunto aggiotaggio in merito all'invito rivolto da Berlusconi agli imprenditori a non dare pubblicità ai giornali "che remano contro".
- A Roma, a breve i pm chiuderano le indagini su Rti, altro capitolo dei diritti tv nato dalla trasmissione di atti da Milano. Anche qui l'accusa per il premier è frode fiscale
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