Altri articoli di Economia1Borse, l'Euro crolla pesa la crisi in Egitto2Vodafone ROMA - Migliaia di lavoratori metalmeccanici sono scesi nelle piazze italiane oggi per dire no agli accordi sugli stabilimenti Fiat di Pomigliano e di Mirafiori e in difesa del contratto nazionale contro gli ''attacchi'' di Confindustria e di Federmeccanica. In contemporanea alle oltre 20 manifestazioni (18 regionali e quattro provinciali in Liguria) indette dalla Fiom, si sono tenuti anche presidi e cortei dei sindacati di base Usb che per la giornata hanno proclamato uno sciopero generale dei metalmeccanici. In alcuni casi come Torino, Pomigliano e Cassino l'Usb ha partecipato ai cortei della Fiom. Dalle piazze, come avvenuto ieri a Bologna, i lavoratori sono tornati a chiedere alla Cgil la proclamazione dello sciopero generale di tutte le categorie, in alcuni casi contestando i rappresentanti della Cgil che parlavano dal palco.
Anche il segretario della Fiom, Maurizio Landini, che ha aperto il corteo di Milano e ha poi parlato dal palco, ha invocato lo sciopero generale. "Abbiamo bisogno - ha detto nella conclusione del suo discorso - che si metta in campo lo sciopero generale. So perfettamente che non è facile da costruire e che non è sufficiente. Ma se vogliamo riunificare i lavoratori non c'è che la Fiom per farlo". Landini, che ha annunciato che la prossima settimana proporrà all'assemblea dei delegati Fiom di aprire una consultazione straordinaria in tutte le fabbriche per decidere le iniziative da portare avanti, ha escluso che sullo sciopero generale ci siano attriti con il leader della Cgil Susanna Camusso mentre c'è "una discussione aperta sulla possibilità di mettere in campo uno sciopero generale". "Federmeccanica e Confindustria devono sapere - ha aggiunto il numero uno della Fiom - che se fanno quello che fa la Fiat ci sarà un conflitto che non ha precedenti nel nostro Paese. Noi vogliamo fare accordi, vogliamo che le aziende funzionino e che i diritti siano estesi, per questo offriamo un terreno di confronto''.
Da Padova il segretario nazionale Fiom Giorgio Cremaschi ha invocato a sua volta lo sciopero generale: "La Fiat si sta avviando verso una deriva autoritaria e fascista che impedisce la libertà sindacale - ha detto - Serve uno sciopero contro il modello Marchionne, non vogliamo in Fiat o nella società italiana il ritorno all'Ottocento, quando i lavoratori erano soggetti al ricatto in azienda, un ricatto che subiscono tutti i lavoratori inclusi i precari".
Momenti di tensione si sono registrati a Torino e Milano, dove sono stati lanciati uova e vernice, a Genova, dove sono stati dati alle fiamme alcuni cassonetti, e ad Ancona, dove l'accesso al porto è rimasto bloccato per tutta la mattinata. Ad Arcore è stato fatto il tiro al bersaglio con freccette e uova contro sagome di Berlusconi e Marchionne. A Torino è stato contestato il segretario confederale della Cgil Enrico Panini mentre a Termini Imerese, durante l'intervento del segretario confederale Serena Sorrentino i giovani in piazza hanno gridato ''Sciopero generale, sciopero generale''. Difficile la situazione alla stazione di Colleferro (Frosinone) dove circa 400 studenti partiti da Roma e diretti a Cassino per sostenere i lavoratori sono stati fatti scendere dal treno perché erano senza biglietto. I giovani, che sostenevano di aver acquistato 100 biglietti anziché 400 previo accordo con Trenitalia, per protesta hanno bloccato il traffico ferroviario. Per solidarietà nei loro confronti, alcuni operai hanno occupato la stazione di Cassino. La situazione si è sbloccata quando la Cgil ha deciso di pagare i biglietti dei ragazzi, che hanno potuto riprendere il viaggio. Trenitalia, comunque, ha annunciato una denuncia nei loro confronti per interruzione di pubblico servizio.
I numeri dell'adesione. Alta, secondo i dati della Fiom, l'adesione allo sciopero. Alle meccaniche di Mirafiori la percentuale di astensione dal lavoro ha toccato l'80%. Lo sciopero era di otto ore e riguardava tutta l'Italia ad eccezione dell'Emilia-Romagna, dove l'iniziativa di lotta si è svolta ieri. A Torino, alla Powertrain, cioè alle ex meccaniche, l'unico reparto produttivo oggi in funzione a Mirafiori, ha aderito allo sciopero l'80% dei lavoratori, una percentuale altissima rispetto alla storia dello stabilimento. Tutti i dipendenti delle carrozzerie e delle presse sono in cassa integrazione. Alla Iveco (Fiat Industrial), l'adesione allo sciopero è stata del 70%. Allo stabilimento Fiat auto di Cassino (Frosinone) del 65%. Alla Fiat auto di Melfi (Potenza) ha aderito, sul primo turno, almeno il 50% dei dipendenti; una linea è ferma e l'altra funziona solo a tratti. Ancora in Piemonte, sono state registrate percentuali di sciopero al 65% alla Marcegaglia di Alessandria e al 95% alla Marcegaglia di Asti. A Terni, le adesioni allo sciopero sono state all'80% sia per ciò che riguarda i dipendenti dello stabilimento Thyssenkrupp, il più grande della regione, sia per ciò che riguarda le imprese di appalto attive nello stabilimento
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