resoconto ufficioso a cura del rappresentante della rete nazionale partecipante all'iniziativa
Si è svolta a Roma l'iniziativa del Comitato 5 Aprile, nodo romano della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro, per la costituzione di un comitato per la verità e giustizia per Mohamed Bannour, operaio tunisino morto il 22 dicembre in un cantiere alla Sapienza.
Una morte che tutto il sistema di appalti/subappalti dell'università di Roma sta cercando d'insabbiare, infatti non a caso il preside della facoltà di scienze politiche due giorni prima dell'iniziativa ha negato al Comitato la sala concordata all'interno della facoltà. L'assemblea si è tenuta comunque in una sala di giurisprudenza, a fianco il cantiere della morte, l'impalcatura dove è morto sul lavoro l'operaio tunisino Mohamed.
Daiela Cortese del Comitato 5 Aprile ha aperto l'assemblea esprimendo solidarietà e vicinanza alla famiglia di Mohamed e ha presentando il comitato e le tappe di lotta nazionali della Rete, in particolare le 2 manifestazioni nazionali a Torino e Taranto. Scopo di questo incontro è unire tutte le energie disponibili a portare avanti la denuncia attraverso un esposto presentato in Procura e le mobilitazioni necessarie a sostegno.
Comitato Immigrati-Roma
sindacati e partiti non difendono i lavoratori. nei luoghi di lavoro c'è insicurezza, menefreghismo, precarietà, supersfruttamento, lavoro nero. c'è un grave regresso culturale. Le leggi sulla sicurezza non vengono applicate.
Hanno cambiato l'art. 1 della Costituzione: la repubblica è fondata sulla morte dei lavoratori sul lavoro! Più del 10% è la percentuale di morti di immigrati sul lavoro, rumeni soprattutto. L'unica uguaglianza per i lavoratori è la morte sul lavoro.
Ci vuole una Rete permanente.
Usicons, aderente al Comitato 5 aprile
presentazione del quaderno di informazione sull'applicazione del decreto 81 e
dell'esposto-denuncia con richiesta d'intervento per la violazione delle disposizioni del dlgs 81/2008 e dell'art. 2087 del codice civile. Centrale è l'indivividuazione del responsabile pubblico, del responsabile unico del procedimento nella catena di appalti e subappalti. Necessario verificare se l'appalto era regolare, chi sono i soggetti coinvolti, l'impresa affidataria. Il comitato che proponiamo servirà alla verità e giustizia sulla morte di Mohamed che si scontrerà con un muro altro che di gomma, ma di cemento e, una volta abbattuto questo, ce ne sarà un'altro da abbattere.
Cognato di Mohamed
ha ricordato la figura di Mohamed, un proletario di 35 anni che ha sempre
lavorato con impegno. Era sposato con 3 bambini. E' stata una morte assurda che si poteva evitare. Non doveva essere su quella macchina che lo ha schiacciato cadendogli addosso facendo franare il terreno. Mohamed non era un operaio specializzato ma un sempice manovale. Non c'era sicurezza in quel cantiere e c'erano altri 2 operai immigrati. Sempre in quella ditta altri 5 operai tunisini hanno rischiato di morire sul lavoro e sono rimasti infortunati.
Associazione Toffolutti
Solidarietà e supporto legale e fare di tutto per non lasciare sola la famiglia di Mohamed. La compagna ha ricordato la figura dell'operaio Ruggero Toffolutti e di altri lavoratori morti sul lavoro. Denuncia del vergognoso e offensivo spot del governo contro i lavoratori ("la sicurezza la pretende chi si ama").
Rete nazionale sicurezza
Mohamed è una delle migliaia di operai che sono morti sul lavoro per il profitto dei padroni. Gli infortuni non sono in calo, le statistiche non tengono conto di licenziamenti, cassintegrazione, lavoro nero. E' una guerra dei padroni contro i lavoratori, bisogna combatterla con forme nuove perchè è tutto il sistema a comando padronale che dev'essere rovesciato. non c'è risposta adeguata da parte di confederali perchè complici, dei sindacati di base con attività episodiche e per l'autopropaganda di partiti e gruppi. la Rete è nata per portare a livello nazionale questa battaglia.
Gli studenti della Sapienza hanno ricordato il lavoratore immigrato con alcune scritte al cantiere: "22 dicembre 2010 è morto un operaio. La colpa è dei padroni!" e "L'unica sicurezza che ci può dare un governo è morire sul posto di lavoro". Vero, è grande la responsabilità del governo attuale come anche dei precedenti nel peggioramento delle condizioni dei lavoratori: bassi salari, precarietà, lavoro nero, aumento dei ritmi di lavoro fanno aumentare il rischio di lasciarci la pelle nei luoghi di lavoro. responsabilità del gov Berlusconi/Sacconi col collegato lavoro, taglio controlli ispettivi, depenalizzazione dei reati. E i padroni, con in testa Marchionne vorrebbero impedirci di ribellarci, dicendoci di "superare la logica del conflitto" così avanza il fascismo padronale.
La campagna nazionale di dicembre con le tappe importanti di Paderno Dugnano e davanti al tribunale del processo Thyssen. A paderno Dugnano un'altra strage di operai, la maggioranza immigrati, 3 sono morti bruciati e noi abbiamo portato la richiesta di giustizia e la denuncia del sistema di istituzioni/politici complici dei padroni criminali. Importanza del processo Thyssen per contrastare i piani padronali che passano anche dai Tribunali. Quella strage è il simbolo di tante stragi sul lavoro, della giustizia negata in tanti processi. Appello alla mobilitazione a Torino il giorno della sentenza ben sapendo che l'unica giustizia è quella proletaria.
Contro la precarietà che uccide importanza dell'occupazione dell'agenzia interinale e del convegno nazionale a Ravenna.
Necessaria una campagna nazionale sugli immigrati morti sul lavoro.
Contrastare il piano Marchionne che porta anche l'attacco alla salute degli operai, con aumento dei carichi, dei ritmi del metodo ergo-uas, la riduzione delle pause e l'aumento d'orario. Contro questo proponiamo un presidio a Torino e una mobilitazione a Melfi.
A Napoli, capitale della disoccupazione e lavoro nero, troppi morti, di recente 3 in soli due giorni. Dobbiamo costruire la Rete in questa città, per questo proponiamo un'assemblea generale della Rete in questa città.
Collettivo scienze politiche (uniriot)
Rompere il silenzio assordante sulla vicenda. C'è la volontà di insabbiarla. La facoltà l'hanno chiusa, le scritte che gli studenti avevano fatto al cantiere sono state cancellate. Esprimiamo solidarietà alla famiglia. Il collettivo aderisce al Comitato proposto. Dalla lettera pubblicata sul sito uniriot: "Un pensiero per Mohammed"
Eravamo in corteo selvaggio sulla tangenziale quando è arrivata la notizia che un operaio è morto nella nostra università, proprio quella per cui stiamo lottando.
Ci sono dei diritti che non sono negoziabili, la possibilità di vivere è uno di questi. Non si può morire lavorando in un appalto pubblico, subappaltato e subappaltato ancora, in un organigramma difficile da comprendere, dove le responsabilità si perdono ed alla fine della catena non rimane nulla da dire, se non che si sia trattato solo di una svista, di una tragica fatalità. Ma per noi non basta...Dove sono gli standard di sicurezza? Dov’è il piano dei lavori? Chi è il responsabile?
Non abbiamo visto nemmeno una riga dedicata a questa vicenda sul sito della nostra facoltà, perché tutto deve continuare a scorrere nella più completa e mediocre normalità. Tranquilli, continuate a lavorare, continuate a fare gli esami, a fare lezione...esattamente dove un mese fa è morto un uomo che lavorava....
Siamo arrivati a ringraziare per stage con rimborsi spese di 500 euro, per tirocini professionalizzanti non pagati, per co.co.pro da tre mesi a 600 euro, mentre nei nostri campi e nei nostri cantieri avvengono il 60% delle morti “bianche”, che nel 2010 sono state 1080.
Per questo abbiamo aperto un Conto Corrente presso Banca Etica in cui tutti i
soldi raccolti andranno alla famiglia di Mohammed, IBAN IT89O0501803200000000135798
Associazione culturale islamica che giudica importante l'attività del comitato e lo sostengono.
Laboratorio Resistenza universitaria
Eprimiamo massima vicinanza alla famiglia. Le morti sul lavoro sono assassinii padronali, espressione del sistema capitalistico e non ci potrà mai essere soluzione alle morti sul lavoro finchè esisterà questo sistema incivile fondato sul profitto. Necessità delle lotte autorganizzate, trasversali a tutte le sigle sindacali.
Operaio rumeno rom
denuncia delle ambasciate e consolati rumeni come centri mafiosi
Avvocato Giuristi Democratici
L'accordo di Mirafiori è un'imposizione della vita messa al lavoro, pericolo per la buona vita
Lavoratore università RSU Cobas
Non ci sono Rls eletti dai lavoratori. Nessuno dei confederali è venuto al cantiere della morte. Alla Sapienza non esiste neppure il DVR. E' stata una morte annunciata.
Rls La Sapienza
il nostro lavoro di Rls è ostacolato continuamente
Comitato immigrati (assoc. Illiria)
Ha portato in assemblea il vento della rivolta di Tirana dove la polizia di Berisha ha ucciso 3 manifestanti. Responsabile anche il governo italiano che sostiene quello albanese. Ci sarà una manifestazione giovedì prossimo alle 15 davanti all'ambasciata di Albania, che è vicina a quella Tunisina.
Petrelli, ispettore del lavoro
appalto pubblico doveva tutelare maggiormente il lavoratore, invece è stata una morte stupida. Portare avanti la denuncia sapendo che ci saranno tentativi d'impedirlo ma è necessario superare le difficoltà.
COSTITUZIONE DEL COMITATO PER LA VERITA’ SULLA MORTE
DI MOHAMMED BANNOUR – Roma, 22 Gennaio 2011
Il giorno 22 Gennaio 2011, presso l’Università di Roma “La Sapienza”, al termine di un incontro pubblico, si costituisce il “COMITATO PER LA VERITA’ SULLA MORTE DI MOHAMMED BANNOUR”, morto in un incidente sul lavoro il 22 Dicembre 2010 nel cantiere presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma “La Sapienza”.
La finalità del comitato è quella di ottenere l’accertamento delle cause che hanno determinato la morte sul lavoro dell’operaio e di ottenere verità e giustizia con l’indicazione dei responsabili sotto il profilo civile, amministrativo e penale, anche per quanto riguarda l’appalto e la sua piena regolarità.
Il Comitato tramite iniziative di sensibilizzazione, informazione e mobilitazione, si attiverà con l’aiuto di tutte le situazioni organizzate o le individualità che aderiranno, per raggiungere questi obiettivi e contribuire ad una campagna per ottenere l’applicazione piena delle disposizioni di legge in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e l’esercizio dei diritti sul lavoro.
Il recapito provvisorio del Comitato è presso l'USICONS - (sede operativa del Comitato 5 aprile) in Largo Veratti 25.
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