sabato 29 gennaio 2011

pc quotidiano 29 gennaio - ancora sullo sciopero a torino


Se dovessimo partire dalla fine della manifestazione e citando alcuni passaggi dell’intervento del segretario della Fiom torinese, Airaudo, potremmo cadere in errore e vedere quello che non c’è. Ovvero vedere la Fiom marciare decisa verso la costruzione dello Sciopero Generale con o senza la Cgil; vedremmo concretizzarsi quella unità tra operai e studenti per sconfiggere le politiche, fasciste, di governo e padroni a guida Marchionne; potremmo vedere queste e tante altre belle cose. Ma i fatti, ma anche gli antefatti, di oggi dicono altro.
L’antefatto: la solidarietà data dalla Fiom all’Uilm dopo la giusta contestazione del giorno prima. Ma anche il modo col quale il sindacalismo di base e una parte del movimento degli studenti è sceso in piazza, che ha mostrato autoreferenzialità mista a codismo, sino a rappresentare più una stampella aggiuntiva alla fiom che punto di riferimento per gli operai. E come era successo il 14 gennaio in occasione del referendum Mirafiori la presenza e la proposta dei compagni di proletari comunisti ha cercato anche in questa occasione di offrire un punto di riferimento classista e comunista diverso
Due i momenti significativi che hanno segnato questo piccolo, ma significativo, segnale:
1) quando, poco dopo l’avvio del corteo, i compagni di proletari comunisti si sono messi nello spezzone di testa degli operai Fiat, portando con lo striscione e col megafono, la necessità di comprendere che il piano Marchionne non è “semplicemente” negazione dell’agibilità sindacale, ma è un progetto politico complessivo di stampo fascista, non diverso ne altra cosa dalla politica moderno fascista del governo Berlusconi; progetto che riguarda gli operai come gli studenti, anziché immigrati o lavoratori del pubblico impiego. Progetto che per essere sconfitto deve vedere gli operai fare come gli studenti, per avanzare sulla strada di un’autonomia di pensiero e azione, cominciando a liberarsi dalla “scimmia addosso”, che in questa fase alberga nel cortile di casa propria e che si chiama Cgil a guida Camusso. Il servizio d’ordine della Fiom ci ha accolto “Voi qui non potete starci”, queste l’intimazione, prima “gentile” cioè fatta da quattro, poi perentoria schierando un cordone di 20 energumeni. A questa intimidazione con fermezza e molta calma i compagni non si son piegati, forti, innanzitutto, del fatto che le parole d’ordine dello striscione avevano trovato condivisione tra gli operai, molti dei quali lo fotografano con “gusto”, e che quanto veniva detto dal megafono non li infastidiva. Questo ha costretto il servizio d’ordine della Fiom a creare un cordone sanitario per ricondurre “all’ovile” gl’operai Fiat, lasciando i compagni di proletari comunisti con il resto degli operai Fiom, di fatto una sorta di due cortei distinti e separati;
2) l’altro momento distintivo è stato nella contestazione del dirigente Cgil, Panini, al grido di sciopero generale, lanciato da noi, che ha visto animarsi la piazza unendo gli operai della Same di Treviglio Bergamo, agli operai di Reggio Emilia, un pullman, ad altre realtà Fiom di Torino e Piemonte, ma anche studenti.

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