TORINO, MERCOLEDI' 26 GENNAIO: CONTESTATA LA UIL
Siamo alla vigilia dello sciopero generale e la stampa reazionaria si mobilita per creare il più possibile un clima pesante.
La busjarda, grande maestra in questo senso, non perde l'occasione ed invia il suo peggiore scribacchino reazionario, Massimo Numa, alla contestazione alla sede della Uil di via Bologna.
L'imbrattacarte racconta di un presidio di studenti e lavoratori precari sotto la sede del sindacato collaborazionista: naturalmente lo fa a modo suo, dipingendo i manifestanti come "gruppo di autonomi di Askatasuna", oltre a dare voce ai sindacalisti venduti che difendono la firma apposta al ricatto dell'extracomunitario canadese.
E' illuminante, a questo proposito, una frase del dirigente regionale collaborazionista Lorenzo Cestari: "gli accordi si fanno quando c'è il lavoro, se non c'è non si possono fare: e noi difendiamo il lavoro".
Insomma, secondo il sindacalista venduto qualunque lavoro - anche quello di tipo schiavistico imposto dal documento voluto dallo schifoso ad della Fiat - è da accettare senza battere ciglio; andasse a lavorare alla catena di montaggio per tre mesi, alle condizioni da lui accettate: sono certo che cambierebbe idea.
Concludo stigmatizzando la reazione della Cgil che, a proposito della civilissima contestazione agli ignobili sindacalisti a libro paga dei padroni, parla di "metodo inaccettabile e dannoso; esprimiamo la nostra solidarietà ai dirigenti della Uil".
Si vergognino, i correi della Susanna Camusso: come al solito a parole sono vicini ai lavoratori, ma nei fatti sono quanto meno ambigui; offrono solidarietà ai servi dei padroni, in contrapposizione a coloro che rivendicano semplicemente il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Torino, 27 gennaio 2011
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