Supersfruttato, con un salario da fame, invisibile dopo il lavoro come tutti i suoi compagni. Ma Ameur Ghrairi, tunisino di 24 anni, è morto durante la raccolta delle arance a Ribera, in provicia di Agrigento perchè il trattore era in sovraccarico e i soccorsi sono arrivati in ritardo.
Ancora una volta c'è voluta una rivolta dei moderni schiavi immigrati per rompere il silenzio. Un'ennesima morte sul lavoro di un lavoratore immigrato che richiede una mobilitazione a livello nazionale.
dalla cronaca del quotidiano l'unità del 12 maggio
Ameur, 24 anni travolto dal mezzo. La Procura di Agrigento indaga: soccorsi in ritardo?
La rivolta Gli immigrati incrociano le braccia, protesta in municipio: più sicurezza
Momenti di tensione quando gli stagionali si sono diretti in città
CATANIA
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Muore schiacciato dal trattore
Tunisini in rivolta negli aranceti
Aveva 24 anni, Ameur era uno dei tanti immigrati che faticano nella raccolta delle arance a Ribera, in provicia di Agrigento. È morto schiacciato dal trattore, forse troppo carico. Sciopero e proteste degli immigrati.
Questa volta è toccata ad un tunisino, Ameur Ghrairi, fare salire l’indecente statistica dei morti sul lavoro.
Aveva ventiquattro anni e lavorava a Ribera nella raccolta delle arance. Aspettava che
finisse la stagione per spostarsi a Pachino, nel sud est della Sicilia dove per tutta
l’estate gli extracomunitari rappresentano la principale forza lavoro nella raccolta dei
pomodori.
Era arrivato da circa otto mesi a Ribera, un grosso centro agricolo in provincia di
Agrigento. Lavorava nei campi ed era benvoluto da tutti.
I suoi compagni lo descrivono comeun ragazzo tranquillo, con la testa sulle spalle.
Uno che lavorava sodo e non aveva grilli per la testa.
Era venuto in Italia per mettere da parte un po’di soldi e costruirsi un domani in
Tunisia o forse anche in Italia.
Per Ameur Ghrairi non ci sarà nessun domani. E’morto schiacciato dal trattore che
stava guidando.
Il mezzo carico di frutta si è ribaltato e il giovane è rimasto sotto. Forse il carico era
eccessivo, forse qualcosa non andava nel mezzo. Tutti interrogativi ai quali dovrà dare
risposta l’indagine condotta dai carabinieri su delega delal Procura della Repubblica di
Sciacca. Da capire anche quanto possa aver influito la rapidità dei soccorsi. Quando è
arrivato in ospedale, portato da alcuni compagni di lavoro, per Ameur non c’era più
nulla da fare. Non è ancora chiaro se sia morto sul colpo, oppure se un intervento più
rapido dei soccorsi avrebbe potuto salvargliela vita. Il giovane infatti era solo al
momento dell’incidente e ci si è accorti deldramma solo dopo qualche tempo. A dare
una risposta a questo quesito fondamentale sarà il risultato dell’autopsia disposta sul
cadavere della vittima dall’autorità giudiziaria.
LA REAZIONE
A Ribera la notizia della morte di AmeurGhrairi hascatenato in brevissimotempo
la reazione degli extracomunitari che lavorano nelle campagne della zona. A Ribera,
nella valle del fiume Verdura, si coltiva una particolare varietà di arance a maturazione
tardiva molto apprezzate dal mercato. Per la raccolta ogni anno arrivano centinaia di
lavoratori extra comunitari, in larga parte tunisini e rumeni, molti di loro sono in
regola con il permesso di soggiorno, ma ciò nonostante sono impiegati in condizioni
non sempre ottimali sia sul piano della retribuzione che su quello dei contratti e della
sicurezza. E proprio la richiesta di sicurezza e di migliori condizioni di lavoro ha
portato lunedì mattina, subito dopo la diffusione delle notizie sulla morte di
Ameur, i lavoratori extra comunitari ad incrociare le braccia inuno sciopero
spontaneo. I lavoratori si sono riuniti sotto il Municipio e non sono mancati alcuni
momenti di tensione.
Oltre a gridare la rabbia e il dolore per la morte del loro giovane connazionale,
i lavoratori extracomunitari hanno protestato duramente, chiedendo migliori condizioni di lavoro, più sicurezza e una maggiore integrazione nel tessuto sociale del
paese.
Come accade spesso in quasi tutti i centri agricoli che impiegano manodopera
stagionale straniera, anche a Ribera gli extra comunitari dopo il lavoro massacrante
nei campi sono tenuti al margine e non hanno alcuna occasione di integrazione
con il resto del paese. A sera questi uomini che si sono spaccati la schiena per l’intera
giornata diventano dei fantasmi. Molti vorrebbero che finito il lavoro semplicemente
non esistessero.
A Ribera subito dopo il dramma è anche arrivato Hedi Snoussi un funzionario del
Consolato di Tunisia, che si è incontrato con gliamministratori e gli investigatori e
quindi ha rassicurato i suoi connazionali sull’accuratezza delle indagini e sull’impegno delle autorità per assicurare migliori condizioni sul lavoro
la Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro ha rilanciato la proposta Costruiamo una campagna nazionale autorganizzata con l'adesione e la partecipazione di tutte le realtà impegnate nella lotta contro le morti sul lavoro, la precarietà, lo sfruttamento, per i diritti dei proletari contro il razzismo, le leggi anti-immigrati e i lager CIE.
Per adesioni, info, materiali:
Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
bastamortesullavoro@gmail.com
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