La Cgil uscita dal congresso ha il volto molto più simile a quello di cisl e uil.
La svolta a destra è stata "coerentemente" su tutti i terreni:
Sul piano politico è l'accettazione del nuovo modello contrattuale "condiviso", del farsi carico della crisi, a cui la cgil deve rispondere più di prima con "grande senso di responsabilità nazionale", lanciando una grande disponibilità al governo, a cui chiede solo saggezza (sic!) rispetto agli attacchi ai diritti dei lavoratori.
Sul piano programmatico è la parola fine ad una opposizione ai piani padronali e governativi che arrivi a differenziarsi e a non firmare comunque e ad ogni costo accordi e contratti; col discorso che la cgil è "una forza troppo grande per stare all'angolo ed essere subalterna", Epifani lancia un pesante monito, il compito prinmcipa del sindacato è contrattare, "non si può fare un conflitto troppo lungo senza arrivare ad un accordo" comunque sia. Basta con la lotta come arma centrale e principale dei lavoratori "abbiamo fatto contratti senza conflitto" - ricorda soddisfatto Epifani; basta, quindi, col sindacato di lotta - viva i tavoli di contrattazione!
Sul piano del riferimento di classe e sociale della Cgil: questo congresso ha volutamente cancellato gli operai, contrapponendo demagogicamente e strumentalmente, le donne, gli immigrati (non presi come operai), i pensionati, ecc.
Sul piano organizzativo, dei principi statutari, introducendo nello statuto la nuova regola che affida al solo direttivo confederale la decisione di deliberare su accordi e piattaforme di settore; una cancellazione in termini di principio della democrazia di base, in termini pratici è la risposta per mettere la "Fiom all'angolo" (come scrive soddisfatto il Sole 24 Ore), per impedire in futuro che emergano ancora aspetti di anomalia Fiom. Una revisione dello Statuto che, al di là degli effetti interni - già la possibilità effettiva di democrazia era vanificata - mostra la disponibilità di questa cgil a revisionare anche lo Statuto dei Lavoratori.
Gli esiti del voto sia sul documento politico che su Epifani - circa l'87% - mostra che non si tratta di un vertice cattivo e di una base modificabile; ma che la svolta a destra è della stragrande maggioranza della cgil.
Uan cgil che si presenta al padronato e al governo praticamente in ginocchio e con le mani tese; una cgil che contribuisce oggettivamente al rafforzamento della politica antioperaia.
E' ora il tempo che gli operai, le lavoratrici, i lavoratori tutti sia quelli iscritti alla cgil che non, non aspettino più, non si limitini solo a lamentarsi. Ma lavorare politicamente e praticamente per un nuovo sindacato di classe, fondato sull'organizzazione di base nelle fabbriche e sui posti di lavoro e sulla lotta di classe.
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