Il presidente del consiglio comunale di Palermo, Campagna, dopo mesi che non
si riunisce un consiglio, lancia un appello a tutti i gruppi consiliari:
“Bisogna uscire da questo stagno [politicamente parlando sta meglio pantano ma
Campagna è un ignorante conclamato]”; il consigliere di maggioranza (una
maggioranza forte per numero di consiglieri), Tantillo, chiede a tutti i
consiglieri di firmare una mozione di sfiducia “così ce ne andiamo a casa e
liberiamo la città”!!!
Il consiglio provinciale, dopo aver preso atto che qualche dirigente [di cui
si devono ancora accertare le colpe!!!] ha prelevato dalla cassa della
Provincia, si è giocato e ha perso 35 milioni di euro in borsa, non riesce a
riunirsi: e di cosa dovrebbe parlare? Con quale faccia parlerebbero di come
“amministrare” la Provincia?
Alla regione siciliana il caos è davanti gli occhi di tutti, siamo al terzo,
ma già si parla di quarto, governo Lombardo (che potrebbe finire in galera da
un momento all’altro)…
Fra crisi economica, bilanci dai buchi impressionanti, debiti stratosferici e
patti di stabilità che ingessano le spese, diventa sempre più difficile avere
soldi liquidi da spendere in maniera clientelare, per corrompere, ecc. ecc.
[alle ultime elezioni per comprare i voti si è passati anche all’offerta di
polli arrosto!]. E dato che non si può “governare” si scatena all’interno della
borghesia al potere una guerra di tutti contro tutti per rimanere a galla.
Nella politica diventata oramai solo personalistica i politici ci mettono (e ci
perdono) la faccia e quindi sono preoccupati di mantenere un contegno per
essere “presentabili” alle prossime elezioni.
Ma le campagne elettorali si fanno sempre più difficili perché non si può più
promettere niente, mentre tutti chiedono soprattutto il lavoro!
Le istituzioni borghesi, Parlamento, Consigli provinciali, regionali,
comunali, sono arrivate ad un punto morto, non riescono più a funzionare come
prima, quando ancora comunque c’era una parvenza di “gioco democratico” tra
partiti che si dichiaravano contrari.
In questo caos generalizzato sono patetici i tentativi di Napolitano di dare
un tono a questa specie di funerali che chiamano festeggiamenti per il 150°
dell’Unità d’Italia, facendo appello all’orgoglio meridionale, ai dirigenti che
si devono dare una mossa…
Davanti a queste vere e proprie opere dei pupi in versione comica non si ha
più nemmeno la forza di ridere.
È anche per questo che alla “profonda spaccatura dell’Italia”, come dice
Lombardo, che fa tornare a galla la “questione meridionale”, insieme alla
“profonda delegittimazione” della borghesia al potere, i proletari e le masse
popolari colpite duramente dalla crisi devono dare una risposta nuova.
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