domenica 4 marzo 2012

pc 4 marzo - Quella "pecorella" della CMC, la coop rossa che ha paura dei No Tav

Una denuncia e un appello alla mobilitazione

Non sapevamo che Ravenna ospitasse un sito di "interesse strategico nazionale" che porta il nome di CMC!
Ieri l'assemblea dei soci CMC blindata, il giorno prima il divieto della Questura di manifestare davanti i cancelli della coop, due settimane prima analoghi divieti e diffide questurine per chi osasse portare la solidarietà al movimento No Tav e la protesta davanti alla sua sede legale in via Trieste, 76 a Ravenna.
Attorno ai suoi simboli hanno creato una "zona rossa" protetta delle forze dell'ordine, dai cantieri di Chiomonte fino alla sede di Ravenna. E oggi siamo arrivati alla sospensione della libertà di manifestazione per proteggere gli interessi dei poteri forti.
Così capiamo meglio cosa significa "stato di polizia" in questo paese contro cui è sempre più necessario ribellarsi.
Non è un mistero per nessuno che, nonostante la crisi, l'autentico codice "etico" della coop del PD (Bersani è stato nel consiglio d'amministrazione e, come ministro dei Trasporti, il 29 gennaio 2001 ha firmato l’accordo con il governo francese per fare la Tav, così come non è un caso che a concludere l'assemblea dei soci a Ravenna sia stato il vicesegretario PD, Enrico Letta) sia quello capitalista e l'obiettivo di superare il miliardo di fatturato nel 2014 significa ancora maggiore devastazione ambientale, tra cui il tunnel più lungo del mondo, la Lione-Torino di 57 chilometri di cui la CMC si è aggiudicata già 96 milioni di "galleria esplorativa".
Nessuno, tantomeno il colosso CMC, ci può impedire di denunciare pubblicamente tutto questo e di portare la protesta davanti alle proprie sedi.
I divieti non li accettiamo, siamo tutti No Tav!

CMC, giù e mani dalla Val Susa!
NO allo stato di polizia
Libertà per i No Tav arrestati
Forza Luca, resisti!

proletari comunisti-Ravenna




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