Ragazzo pestato dopo Roma-Inter
9 agenti di polizia rinviati a giudizioSecondo l'accusa, gli imputati, "agendo con abuso di potere e violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione", hanno causato a Stefano Gugliotta "lesioni volontarie gravi alla mandibola" e "lesioni gravissime al viso per uno sfregio permanente"
Per aver pestato un ragazzo di 26 anni, Stefano Gugliotta, alla fine della partita di Coppa Italia tra Roma e Inter la sera del 5 maggio 2010, nove agenti di polizia, tutti appartenenti al Reparto Mobile, dovranno comparire come imputati in tribunale.
Il gup Valerio Savio, accogliendo le richieste del pm Francesco Polino, ha, infatti, disposto il rinvio a giudizio dei poliziotti. Secondo l'accusa, gli imputati, "agendo con abuso di potere e violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione", hanno causato a Stefano Gugliotta "lesioni volontarie gravi alla mandibola" e "lesioni gravissime al viso per uno sfregio permanente".
Il processo prenderà il via il prossimo 5 giugno davanti ai giudici della decima sezione penale.
Secondo la ricostruzione della procura, Gugliotta, dopo aver visto a casa la partita, fu bloccato da un agente mentre si trovava in motorino con un amico in viale del Pinturicchio, abbastanza lontano dallo stadio Olimpico, teatro di scontri tra tifosi e forze dell'ordine. Il ragazzo fu prima colpito da un pugno sferrato da un agente e poi malmenato a calci e manganellate dagli altri otto che lo arrestarono, senza che ne ricorressero le condizioni, con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
L'indagine ha chiamato in causa Leonardo Mascia (il primo agente - per il pm - che avrebbe cominciato l'aggressione dopo avere intimato l'alt al motorino guidato da Gugliotta) e i colleghi Guido Faggiani, Andrea Serrao, Roberto Marinelli, Andrea Cramerotti, Fabrizio Cola, Leonardo Vinelli, Rossano Bagialemani, Michele Costanzo (che avrebbero proseguito l'azione violenta davanti e all'interno di un blindato).
Agli atti dell'indagine figurano i risultati della consulenza medico legale che ha accertato la natura delle lesioni riportate dalla vittima dell'aggressione, le dichiarazioni rese da numerosi testimoni oltre a un paio di filmati girati dai residenti della zona. Dopo l'arresto, Gugliotta, assistito dall'avvocato Cesare Piraino, rimase in carcere una settimana per poi ottenere la libertà perché il gip Aldo Morgigni ravvisò la mancanza di esigenze cautelari. La procura ha già chiesto l'archiviazione della sua posizione non ritenendo sussistente il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
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