Delegazioni operaie da tutta Italia ma a macchia di leopardo. Alcune realtà con pochi delegati Fiom presenti. Altre con grosse delegazioni come Lombardia ed Emilia Romagna. Siamo, in ogni caso, lontani dai numeri e dalla combattività della grande manifestazione del 16 ottobre che domandò con forza lo sciopero generale vero, negato dalla cgil di Camusso.
Forte denuncia di Marchionne forte domanda di democrazia nella fabbrica e nella società.
Molto debole invece l'opposizione al governo Monti. Anche dal palco si è ripresentata la richiesta che Monti intervenga verso la Fiat, questione che contrasta con il fatto che Monti è stato uomo Fiat e il governo va avanti sulla stessa strada di Marchionne con l'attacco all'art. 18.
Presenza variegata delle forze della sinistra ex parlamentare e dei gruppi attualmente extraparlamentari ma senza particolari incidenze nello spirito nè nella forza della manifestazione.
Lo sciopero ha avuto, secondo prime notizie, una riuscita discreta nelle fabbriche del nord, in particolare in Emilia Romagna, debole nel sud.
Gli operai Fiat hanno avuto l'opportunità di incontrarsi con le altre realtà Fiat e questo è positivo, fuori, nel palco dei comizi finali, il ruolo degli stessi operai è risultato secondario.
La Fiom ha teso ad accentuare il carattere democratico della manifestazione. In questa maniera gli operai vengono subordinati alla sinistra democratica parlamentare.
Vi è stato molto patriottismo Fiom in alcune aree della manifestazione. Ma, occorre dire, che i leoni della Fiom di Roma appaiono molto meno tali, a parte la Fiat, nelle varie fabbriche dove proseguono in una pratica sindacale difensiva che non porta risultati sul fronte della tutela dei salari, delle condizioni di sicurezza sul lavoro.
Comunque il problema anche per la Fiom come per i sindacati di base scesi in sciopero il 27 è come continuare effettivamente le mobilitazioni contro il governo della riforma del mercato del lavoro e il fascismo padronale.
Avanti per l'unità per il sindacato di classe basata sui cobas in ogni posto di lavoro e per il coordinamento nazionale di precari e disoccupati organizzati
Dalla Fiat all'Ilva, a tutte le fabbriche, rispondiamo al fascismo padronale in fabbrica con l'organizzazione della guerra di classe
Avanti nella lotta per rovesciare il governo Monti e ogni governo dei padroni con la rivolta proletaria!
proletari comunisti
PCm Italia
Nessun commento:
Posta un commento