Dal palco dello sciopero Landini ha riproposto la solita strada:
richiesta alla cgil di uno sciopero generale se il governo Monti va avanti verso la sua strada sull'art.18 e riforma del lavoro;
richiesta al governo di intervenire verso la Fiat.
Comprendiamo benissimo che per operai e delegati Fiom appare difficile vedere una strada diversa:
anni di sindacalismo tradizionale, anche quando animato da buone intenzioni e spirito di classe, hanno creato usi e costumi difficili da cambiare, mentalità e forme di organizzazione che vanno da sè e si riproducono.
La grande manifestazione e piazza del 16 ottobre 2010 aveva fatto con ben altra forza e perentorietà le stesse richieste, ma i risultati sono stati scarsi:
da Marchionne a Marchionne ancora in peggio
da Berlusconi a Monti, che fa ciò che lo stesso berlusconi non riusciva a fare
da Epifani Camusso allo 'scudiere' della Camusso neoconcertativa di oggi..
Senza ricostruire dal basso il sindacato di classe - cobas o non cobas non è questione di nome - ma sindacalismo di classe legato effettivamente alla condizione operaia da mettere in moto fabbrica per fabbrica.
Senza forme nuove di guerra di classe per rispondere alla guerra scatenata dal fascismo padronale targato Marchionne nelle fabbriche
Senza la chiarezza e lucidità della analisi politica della forma attuale della dittatura di classe - dittatura tecnica in questa fase - moderno fascista e del fascismo padronale che fa si che con le forme tradizionali di lotta - sciopero generale compreso - non è possibile fermare la marcia di padroni e governo e in questo quadro delineare i campi che vedono governo padroni, sindacati confederali e cgilcompresa, opposizione parlamentare ed elettorale da una stessa parte con diversi ruoli e dall'altro il campo operaio e popolare in lotta e in fermento, da unire nella lotta e riorganizzare stabilmente, non è possibile cambiare la situazione.
Su questa strada bisogna avere fiducia nella classe e nelle masse; chi opera quotidianamente nelle fabbriche e nei territori della precarietà disoccupazione e sfruttamento e lo fa senza ripetere luoghi comuni e autopropaganda, sa bene che è così, che questa strada quella della costruzione dal piccolo al grande, dal particolare al generale, della rivolta operaia e popolare è necessaria e possibile, con salti, esperienze tipo, questioni nazionali importanti, vedi il movimento degli studenti quando c'è, vedi il !% ottobre 2011, e oggi il movimento no tav ecc.
Certo il nostro campo quello del proletariato e della rivoluzione, ha bisogno per diverire un punto di riferimento, di liberarsi delle mosche cocchiere alla carc-nPCI maniera, ma non solo, anche di tutta una genia di pulci che cavalca l'elefante fiom pensando di divenire elefante, anche a Roma questi hanno messo in campo il campionario di velleità e sciocchezze, che sostituiscono il lavoro politico vero e la linea proletaria agente nel fuoco della lotta di classe in tretto legame con le masse proletarie.
Dare basi di classe e di massa a questa tendenza in divenire, è il nostro lavoro che naturalmente sarebbe utile e importante fare insieme a compagni e organizzazioni che si pongono sulla stessa linea e metodo di lavoro, anche se possono non avere la nostra stessa ideologia completa marxista-leninista-maoista conseguente, nè condividere chiaramente l'insieme della nostra analisi.
C'è un percorso politico e pratico da fare, piccoli passi ma determinati.
La manifestazione Fiom nei suoi lati positivi, marchionne innanzitutto, e nei suoi lati negativi visibili, aiuta a comprendere e a cercare la strada per avanzare.
proletari comunisti - PCm Italia
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