domenica 4 marzo 2012

pc 4 marzo - india .. marò, finmeccanica.. antimperialismo

Proletari comunisti denuncia il ruolo dell'imperialismo italiano in India.
I buoni affari dell'imperialismo italiano sono vari e uno aspetto centrale di essi è l'industria bellica, il cui capofila è la finmeccanica - la notizia pubblicata nell'articolo allegato tratta del carattere e natura di questi legami.

L'imperialismo italiano ha messo a disposizione dei petrolieri e petrolierei soldati italiani nel quadro della cosiddetta 'campagna contro la pirateria', cioè soldati dello stato a tutela di interessi e profitti privati.
In questo quadro due soldati del Battaglione Sanmarco sono accusati di aver ucciso due pescatori nelle acque internazionali contigue all'India.
Considerando il ruolo di questi soldati e anche la particolare ideologia di essi - uno è sicuramente un fascista e razzista tarantino, sostenitore attivo del caporione fascista e razzista Cito - è ragionevole pensare che siano effettivamente colpevoli del reato di cui sono accusati dalle autorità indiane e la legge indiana prevede che siano giudicati in India. Non accettare che siano processati in India è una manifestazione di arroganza imperialista da parte dell'Italia.
Va detto inoltre che l'imperialismo italiano in questa vicenda è impegnato a coprire le responsabilità degli armatori della petroliera e dei soldati italiani e a salvaguardare i legami economici e politici con l'India, che come abbiamo sottolineato all'inizio sono centrati principalmente sul business dell'industria bellica.

In Italia sono le forze reazionarie e fasciste che nazionalmente e a Taranto cavalcano la causa dei marò accusati.
In India, il governo e le forze reazionarie cercano di cavalcare -sia pure in concorrenza elettorale - la tigre nazionalista sulla vicenda, non certo per tutelare la vita dei pescatori,che come tutte le masse popolari della regione, sono afflitte da miseria e sfruttamento ad opera del regime indiano.. questo influisce nella gestione della cosiddetta giustizia indiana.

Proletari comunisti invita tutte le forze proletarie a una posizione e a una informazione antimperialista coerente e a dare forza ai legami internazionalisti con le masse popolari indiane. Questi sono espressi in particolare dal Comitato di sostegno internazionale alla guerra popolare in india.
Già nella campagna di gennaio 2012 di questo Comitato nel nostro paese fu annunciata la preparazione di una specifica campagna sui legami dell'industria bellica italiana e il regime indiano. Le notizie attuali su questo alimentano questa esigenza e questa necessità.
Si fa appello quindi a tutte le realtà antimperialiste nel nostro paese di decidere iniziative di controinformazione e denuncia, dossier e presidi..

proletari comunisti - PCm Italia
4 marzo 2012
info del comitato
csgpIndia@gmail.com
http://guerrapopolare-india.blogspot.com
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Elicotteri venduti all'India
su Finmeccanica sospetti di corruzione

Inchiesta a Nuova Delhi su una commessa di Agusta Westland
L'appalto
miliardario firmato un mese fa



di Massimo Martinelli
ROMA - Sul
molo di Kochi, India, con il profilo della Enrica Lexie nel porto, gli
inviati della Farnesina cominciano a capire adesso che la vera partita
diplomatica non sarà sulla liberazione dei due fucilieri del San Marco.
Avrà una portata molto più ampia e soprattutto un nome ingombrante:
Finmeccanica. Perché è proprio a Kochi che la Selex Sistemi Integrati,
fiore all’occhiello di piazza Montegrappa, ha raccolto il suo ultimo
appalto milionario poco più di un mese fa. E sul numero uno di
Finmeccanica, Giuseppe Orsi, si sono appuntate adesso le attenzioni
giudiziarie della magistratura indiana per una vicenda di presunta
corruzione per la vendita di dodici elicotteri Agusta Westland 101,
modelloVip, allestiti per il trasporto di personalità di governo.
Il
contratto, da circa un miliardo e mezzo di euro, era stato firmato nel
2010 da Agusta quando al vertice di quella azienda c’era proprio Orsi,
che oggi è presidente e amministratore delegato di Finmeccanica. Pochi
giorni fa il ministro della Difesa indiano, Antony Ak, ha chiesto al
segretario generale della Difesa Shashi Kant Sharmit di accertare che
non ci furono episodi di corruzione per la stipula del contratto che
Agusta Westland firmò nel 2010 con la Indian Air Force, sbaragliando la
concorrenza della statunitense Sikorsky Aircraft Corporation che voleva
piazzare i suoi elicotteri S-92.
A insospettire i vertici della difesa
indiana sono state alcune indiscrezioni sull’inchiesta della procura di
Napoli condotta dai pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e
Francesco Curcio, sulle attività estere delle consociate di
Finmeccanica. Nell’ambito di quelle indagini sarebbero state richieste
in via informale alle autorità indiane alcune conferme circa le
trattative che portarono alla stipula della commessa. E subito dopo, la
segreteria del ministro della Difesa Antony Ak avrebbe cominciato a
monitorare anche i mezzi di informazione italiani per capire l’origine
dell’interessamento della magistratura italiana per l’appalto con
Agusta Westland.
Della vicenda, secondo indiscrezioni, avrebbe parlato
Lorenzo Borgogni, ex direttore generale delle relazioni esterne di
Finmeccanica, quando nel novembre scorso fu interrogato sei o sette
volte dai magistrati napoletani e dal pm romano Paolo Ielo. Le sue
presunte rivelazioni sono tuttora secretate, anche se nelle prossime
settimane i verbali di moltissimi interrogatori sulle attività del
colosso di piazza Montegrappa potrebbero essere depositati nell’ambito
delle indagini su Marco Milanese, l’ex consigliere politico del Tesoro
sotto inchiesta da parte della procura partenopea e accusato di
associazione per delinquere, corruzione e rivelazione del segreto d’
ufficio. In quel contesto, ricostruendo il complicato meccanismo che
consentiva a Milanese di pilotare nomine e consulenze nelle aziende
della galassia Finmeccanica, i magistrati avrebbero raccolto
testimonianze sulle attività internazionali della capofila, con
riferimenti precisi ad appalti il cui valore lievitava di svariati
milioni di euro in corso d’opera, consentendo – sospettano gli
inquirenti – di creare un fondo supplementare destinato a pagare i
politici di entrambi i paesi interessati al contatto.
Per questo l’
indagine avviata dalla procura di Napoli che ormai volge alla
conclusione preoccuperebbe il ministero della Difesa indiano molto più
della vicenda dei marò del San Marco: perché oltre all’appalto per gli
elicotteri, Finmeccanica e le sue consociate hanno firmato negli ultimi
anni diversi contratti di enorme valore, come quello della Selex
sistemi integrati con la società statale Cochin Shipyard Limited, per
la fornitura di radar navali per le portaerei della marina indiana in
costruzione nei cantieri di Kochi. Oppure quello della stessa
Finmeccanica, che ha già fornito tre sistemi di comando e controllo per
le fregate di classe Brahmaputra e il sostegno supplementare logistico,
oltre che la fornitura dei radar e dei sistemi per il controllo del
traffico aereo da installare negli aeroporti delle città indiane del
sud.

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