Via via che si delinea il cammino del governo Monti, si fa più chiara la sua natura in tutti campi.
In economia scarica la crisi in maniera mirata e al tempo stesso selvaggia sui proletari e masse popolari per conto dei padroni europei e italiani e il loro sistema finanziario - attacca a fondo i residui diritti dei lavoratori e della classe operaia in particolare.
Fa lentamente crescere la repressione verso ogni settore della protesta popolare.
Intensifica il suo ruolo internazionale imperialista e guerrafondaio, all'interno come all'esterno.
La sua azione tende a fare ancor più del parlamento una semplice sede di approvazione dei provvedimenti del governo, e delle organizzazioni sindacali confederali dei consiglieri/consulenti del governo.
Questo governo, sul piano politico, appare anche alle masse come essenzialmente sostenuto dal PD-UDC, favorendo la demagogia di 'governo e opposizione' di destra e la riconquista del consenso popolare da parte del blocco berlusconiano-leghista in termini ancor più apertamente reazionario e fascista.
Per questo il governo Monti è in continuità e peggio del governo Berlusconi.
Lo sciopero e la manifestazione nazionale del 27 gennaio hanno dato un primo segnale e aperto la lotta, ma essa ha necessità di continuare, acquisire ritmo e rotta.
E' necessario innanzitutto continuare con gli scioperi e le manifestazioni di piazza contro il governo Monti sul piano locale e nazionale.
E' necessario trasformare le vertenze e lotte operaie e proletarie sul territorio in anelli della mobilitazione nazionale prolungata.
Bisogna rispondere in maniera unitaria e generale alla repressione facendo di alcuni fatti repressivi una battaglia nazionale, in questo senso assume importanza la manifestazione del 25 febbraio in Val Susa.
Bisogna sviluppare intorno alla vicenda degli F35 una mobilitazione nazionale contro la politica imperialista e di guerra del governo.
Proletari comunisti è e deve essere sempre più dentro a tutto questo movimento, con ruolo attivo e crescente, sviluppando unità e rete per il sindacato di classe in fabbrica e sui posti di lavoro, coordinamenti precari-disoccupati nelle città del sud, comitati contro la repressione, fronte unito proletario e popolare sul territorio, in particolare No Tav e No F35, ecc.
Avanzando su questo terreno, si creano condizioni migliori, per avanzare nella costruzione del partito comunista di tipo nuovo, nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.
Proletari comunisti -PcmItalia
1 febbraio 2012
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