giovedì 2 febbraio 2012

pc 2 febbraio - dare continuità allo sciopero del 27 e alla manifestazione di Roma, affrontare il problema delle fabbriche in forme adeguate

Il sindacalismo di base nella sua parte più significativa con lo sciopero e la manifestazione di roma del 27 ha rotto nel mondo del lavoro la tregua sociale nei confronti del nuovo governo Monti e offerto un punto di riferimento alla necessità di una mobilitazione proletaria e popolare generale nei confronti del governo, ma non solo, anche nei confronti dell'unità nazionale esistente in Parlamento e all'attitudine di dialogo critico sviluppato dalle confederazioni sindacali
Nel paese contro il governo Monti esiste già una diffusa protesta che vede protagonisti settori colpiti dal provvedimento detto delle liberazzazioni che è stato in grado di paralizzare strade e città sopratutto con tassisti e autotrasportatori, ma questa non è una protesta proletaria e se indebolisce il governo, non significa che nello stesso tempo rafforza il movimento proletario.
Oggi quella che è necessaria è una protesta che mobiliti operai, precari, disoccupati, che conti su una ripresa del movimento degli studenti, che si alimenti della protesta popolare di movimenti di opposizione NOTAV, NO F35, NO devastazione ambientale, che sappia fare proprie le ragioni della lotta antifascista, antirazzista, antirepressione ecc.
La parola autorganizzazzione e la denuncia di partiti e sindacati, l'inno alla rivolta non sono di per sè giuste, perchè oggi bisogna invece con forza chiarire e distinguere da parte di che versante di classe e da che versante politico esse sono fatte. E' sbagliata quindi la posizione di chi nel nostro campo questa distinzione
di classe, politica e organizzativa non la fa. Per dare un segno e un indirizzo
alla protesta e lotta serve quindi organizzazione di base e di classe sindacale, linea e organizzazione politica di classe, fronte unito sociale e politico di tutte le forze che si battono contro il governo monti, contro il parlamento dell'unità nazionale, contro le direzioni sindacali confederali, cgil compresa
Se si guardano quindi le cose da questo versante, si può valutare il ruolo e l'importanza dello sciopero del 27 e della manifestazione di Roma.
La manifestazione nazionale di Roma poteva avere una riuscita quantitativa e qualitativa migliore, se tutte le forze che a parole la hanno sostenuta vi avessero realmente partecipato e avessero compreso che questa volta la partita si giocava a Roma e che bisogna spendersi per le scadenze che si sostengono.
La teoria e la pratica limitata al conflitto locale autoreferenziale è una forma arretrata e perdente di interpretare lo scontro di classe in questa fase, lungi da estendere e alimentare il conflitto contro padroni e governo, lo restringe a vertenze parziali incapaci di cambiare le cose e di raggiungere anche i risultati parziali che dicono di voler raggiungere e per i quali lottano.
La partecipazione alle manifestazioni nazionali con volantini e giornali, senza mobilitare uomini e forze è il modo arretrato e sbagliato di interpretare il proprio ruolo di avanguardia politica, e non basta definirsi comunisti, rivoluzionari, antagonisti per esserlo realmente.
Tutto il nostro movimento ha un solo e decisivo problema che va trattato diversamente, e che certo lo sciopero del 27 e la manifestazione di Roma non hanno scalfito, ed è la questione della mobilitazione operaia e delle fabbriche.
Su questo siamo ancora all'abc.
Senza l'analisi del fascismo padronale che dalla Fiat si estende a tutte le fabbriche, senza l'autonomia ideologica e politica organizzativa dalla FIOM e la costruzione in forme nuove della guerra di classe, non è possibile fare reali passi in avanti nella ricostruzione della forza sindacale e politica della classe.
Su questo bisogna effettivamente ripartire dal basso, ma quando si dice dal basso, non vuol dire dalla situazione così com'è sul piano dei livelli di organizzazione sindacale e di coscienza esistente.
Su questo tocca anche a noi in prima persona portare elementi di teoria, pratica ed esperienza che mostrino e rendino visibile la strada da percorrere - e questo ci accingiamo a fare nelle prossime settimane e mesi.

proletari comunisti - PCm Italia
2 febbraio 2012

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