Dal G8 del luglio 2001 ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti. I cambiamenti prodotti sul movimento da quel vertice sono stati epocali.
L'uccisione di Carlo in primis, la violenta repressione di piazza, gli arresti, la paura e il conseguente allontanamento da qualsiasi ambito di lotta politico-sociale di quanti hanno vissuto quelle giornate nel terrore di una carica e delle manganellate. Ma quelle giornate ci raccontano anche la resistenza di quanti invece hanno continuato indomiti e, forse, ancora più convintamente a lottare per le proprie idee.
Dai movimenti contro le discariche campane ai disoccupati pugliesi passando per i movimenti studenteschi e le lotte contro la precarietà, per il diritto all’abitare e alla cittadinanza dei migranti fino al movimento no tav, no ponte ecc. che i governi, e i suoi apparati repressivi, cercano di far passare per criminali e sovversivi con denunce e arresti atte a sfiancare e tacitare milioni di uomini e donne che non accettano più di subire la violenza del neoliberismo e delle sue leggi.
Milioni di uomini e donne che hanno fatto della democrazia partecipazione diretta anziché delega rappresentativa. Ma dietro queste lotte c’è l’idea di un mondo diverso e non teoremi sovversivi, un mondo fatto di uguaglianza e giustizia sociale. Idee che vengono processate nelle aule dei tribunali per il sol fatto che fanno tremare poltrone e privilegi del potere costituito. Oggi come ieri, a chi lotta dal basso e non accetta compromessi di sorta con le devastazioni ambientali e sociali che i signori al potere vogliono imporre alle popolazioni a favore degli interessi delle lobby, viene riservato un trattamento da criminale. Capri espiatori per tranquillizzare l’opinione pubblica che forse si sta accorgendo che quello che subiamo quotidianamente è frutto di un sistema malato, che rende sempre più ricco chi già lo è e allarga sempre di più l’oceano dei poveri.
In questi 11 anni il conflitto ha cambiato volto: da diffuso a corporativo mentre, invece, lo Stato ha affinato le proprie tecniche repressive diventando, al tempo stesso, simbolo di impunità con l'ausilio di leggi fasciste. Leggi che nel decennio precedente erano state quasi congelate ed oggi vengono abusate dagli apparati repressivi per tacitare qualsiasi forma di dissenso.
Le 11 condanne di Genova, le archiviazioni per la morte di Carlo e dei tanti altri morti di Stato che, dal 2001 ad oggi, hanno disegnato questo Stato che si autoassolve ed un movimento che, nonostante la situazione frastagliata, continua ad opporre resistenza con lotte dal basso.
Soprattutto in questo periodo di crisi. Crisi che il movimento no global aveva saputo analizzare e anticipare.
La globalizzazione era sotto casa e tutti facevano finta di non vederla. Ora sta distruggendo tutte le piccole economie salvaguardando solo gli interessi speculativi di coloro che l'hanno prodotta.
Siamo, infatti, al fallimento della politica che, dominata dall'economia, agita fantasmi insurrezionalisti, atti ad intensificare la criminalizzazione e repressione dei movimenti popolari in ogni luogo, e in ogni sigla, del Bel paese.
L’operazione no tav ne è la prova lampante. Ieri erano solo gli ambiti anarchici ed antagonisti ad essere inquisiti oggi è toccato pure a sindacalisti, iscritti al partito e rappresentanti del popolo. Questo la dice lunga sullo stato della democrazia in Italia e su quello che ci aspetta per il futuro. Il 23 e il 25 febbraio non saranno solo momenti di testimonianza e solidarietà a sostegno del Sud Ribelle e dei No Tav ma saranno momenti per rilanciare concretamente un movimento che non può e non deve più avere paura di esprimere le proprie idee.
23 febbraio 2012 ore 10.00 presidio sotto la Cassazione per il processo Sud Ribelle
25 febbraio 2012 tutti in Val Susa!
Coordinamento Liberi tutt*
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