mercoledì 19 febbraio 2025

pc 19 febbraio - Guerra/UE-Nato - economia di guerra Italia/Forze armate - alcuni dati

Ursula von der Leyen ha proposto "di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa”: le relative spese non andrebbero a pesare sul debito degli Stati Ue. Come il segretario generale della Nato Rutte, la presidente della Commissione ipotizza di portare fino al 3% del Pil gli investimenti per il comparto militare. Per l'Italia significherebbe sborsare 30 miliardi di euro in più.


  • La spesa dei Paesi Ue per la difesa dovrebbe uscire dal Patto di stabilità? Se così fosse, come chiede l’Italia, significherebbe che i soldi spesi per il settore militare non finirebbero nel loro debito. L'ipotesi è stata rilanciata dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen: “Posso annunciare che proporrò di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa”. 
  • Da sottolineare come negli ultimi cinque anni la spesa militare in Europa sia già salita considerevolmente, arrivando a toccare i 326 miliardi di euro nel 2024.
  • Tuttavia, con lo spettro della guerra in Ucraina sempre ben presente, Von der Leyen, - così come il segretario generale della Nato Mark Rutte - ha ipotizzato che ogni Stato arrivi a spendere il 3% del proprio Pil per la difesa. Le regole dell’Alleanza atlantica al momento impongono già ai membri di spendere almeno il 2%, ma non tutti i Paesi membri, Italia inclusa, lo fanno.
  • In effetti l'Europa non è un piccolo produttore di armi: un terzo delle armi nel mondo vengono esportate da Paesi europei

  • Se i Paesi Ue comprassero più armi a cosa servirebbero? Gli effettivi delle forze armate europee sono drasticamente calati dopo la fine della Guerra fredda: anche questi sono numeri di cui si discuterà nelle prossime settimane e mesi.

Nessun commento:

Posta un commento