A Palermo e provincia lo sciopero dei metalmeccanici di 8 ore, è stato fatto venerdì 14febbraio.
Ma alla Fincantieri e ditte dell'appalto in che situazione è stato fatto questo sciopero?
Nessuno di quelli con cui abbiamo parlato sapeva dello sciopero (“ce lo stai dicendo tu adesso…”). Stesso atteggiamento quando abbiamo chiesto cosa facessero i sindacalisti in fabbrica: “si fanno gli affari loro… a loro interessa solo ‘portarci il lavoro’”.
Nessun manifesto o avviso all’esterno della fabbrica, e nessuno ha volantinato.
Alcuni degli operai con cui abbiamo parlato non sapevano nemmeno degli incontri sul contratto e della posizione dei padroni; abbiamo spiegato di che si tratta, dell’arroganza dei padroni che nemmeno nell’incontro dell’11 hanno cambiato posizione, e c’è stata l’indignazione sulle cifre… alcuni si lamentano della sicurezza sul lavoro... Abbiamo ribadito e insistito sulla necessità urgente dell’unità degli operai altrimenti le cose non possono cambiare…
L’iniziativa esterna non c’è stata, all’indomani sul giornale di Sicilia un articoletto riportava le dichiarazioni dei sindacalisti Fim, Fiom e Uilm che parlano di adesione massiccia allo sciopero...!?
Il volantino diffuso dallo Slai cobas per il sindacato di classe
Contratto operai metalmeccanici:
che fine ha fatto?
I padroni non vogliono intaccati i loro profitti - gli operai devono
continuare a perdere soldi e diritti - Servono scioperi veri che facciano
male...
Le aziende metalmeccaniche per il rinnovo del contratto nazionale propongono un misero aumento di 173 euro in tre anni, soldi, tra l’altro, neanche sicuri, "ma solo nel caso in cui si realizzi l’IPCA-NEI (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato al netto dei beni energetici importati) preventivato dall’ISTAT nel giugno 2024. Qualora l’IPCA non fosse in linea con le stime, gli aumenti salariali per gli anni 2025, 2026 e 2027 potrebbero essere più bassi". Alla obiezione di alcuni giornalisti che questo aumento non recupererebbe neanche un quinto dell’inflazione, i padroni rispondono: sì è vero, ma se dovessero dare aumenti a fronte dell’inflazione, andrebbero in crisi.
Quindi i padroni non vogliono perdere niente, pur continuando a fare profitti, mentre gli operai devono continuare a perdere; i padroni, comunque, continuano a scaricare le loro crisi temporanee (vere o false che siano) sullo Stato con casse integrazioni permanenti e sempre più estese mentre aumentano la produttività (= sfruttamento) per chi resta a lavorare, i padroni continuano a delocalizzare per tagliare il costo del lavoro, con migliaia di licenziamenti, mentre gli operai devono accettare di avere al massimo elemosine, lorde e spalmate in tre anni. E il governo Meloni/Urso, al servizio dei padroni, accetta tutto questo e gli offre anche incentivi.
I sindacati metalmeccanici chiedono 280 euro di aumento in tre anni - anche questa richiesta è molto insufficiente, ma neanche questa si riesce a strappare.
Di fronte all’arroganza infinita dei padroni ripartono gli scioperi, 8 ore a febbraio…
Ed è evidente che c'è la necessità di scioperi, ma bisogna preparare uno sciopero generale che metta un freno alla protervia dei padroni e alla politica economica del governo che quotidianamente peggiorano le condizioni di vita dei proletari, portando ad un aumento della povertà, dei tagli ai posti, e da parte del governo dei tagli alle spese sociali, alla sanità, ai servizi, aumento dei costi delle bollette, al carovita.
E ci vuole sì la “rivolta sociale” di cui parla Landini, anche dagli schermi televisivi, ma gli scioperi devono fare davvero danni ai padroni altrimenti non si ottiene nessun risultato nella difesa anche minima degli interessi dei lavoratori – altrimenti parlare di “rivolta sociale” e non farla è un boomerang che si ritorce contro. È certo che la situazione è difficile per riuscire a strappare dei risultati; ma bisogna ragionare seriamente su chi ha contribuito in questi anni ad indebolire con accordi di ogni tipo, la forza dei lavoratori, e iniziare un lavoro che riporti all’unità dei lavoratori, e ricostruisca la forza, ogni altra via significa ingannare la classe operaia.
L’unità serve anche per combattere contro il governo Meloni, che attacca il diritto di sciopero e i diritti sindacali, con i decreti sicurezza che impediscono i blocchi, i presidi…
Agli operai serve un nuovo sciopero generale di tutta la classe che blocchi davvero la produzione fino a quando non si ottengono salari e diritti negati!
Slai cobas per il sindacato di classe – Via M. Cipolla, 93 Palermo – 3387708110
cobas_slai_palermo@libero.it https://cobasperilsindacatodiclasse.blogspot.com/ 13/2/25

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