La Conferenza di Monaco sulla sicurezza promossa dai paesi NATO non è stata il solito vertice banale ma è stata, compagni, operai, lavoratori, persone che sono contro la guerra, un appuntamento importante perché ha messo in scena apertamente lo stato delle cose attuali, in particolare dopo l'ascesa di Trump alla Presidenza degli Stati Uniti.
Questa ascesa non è assolutamente - e chi lo dice è un imbroglione anche quando si dice compagno - un normale avvicendamento del presidenze americane, per cui al massimo la “grande novità” sarebbe la presidenza degli oligarchi.
Certo, tutte le presidenze americane hanno rappresentato le multinazionali e il grande capitale americano; tutte le presidenze americane, da Kennedy per capirci, fino a oggi sono state rappresentanti degli interessi dell'imperialismo statunitense nel mondo, della sua politica che è stata sempre di dominio, di guerra, di sfruttamento dei proletari e dei popoli del mondo e di imposizione del proprio primato all'interno del mondo imperialista; tutte le presidenze americane sono state anti URSS e anti Cina, una volta perché questi paesi rappresentavano un'alternativa al dominio dell'imperialismo nel mondo, un'altra volta, perché rappresentavano i competitor in grado di contrastare, come grandi potenze e superpotenze, il dominio dell'imperialismo americano. Sempre tutte le Presidenze americane nello scontrarsi con Urss e Cina, oggi Russia e Cina, hanno avuto lo scopo di legare a sé i governi, gli Stati dei paesi imperialisti europei e, sul fronte asiatico, del Giappone. Quindi è vero che tutto questo è in continuità con quello che l'imperialismo americano ha sempre rappresentato nel mondo.
Ma ciò nonostante la Presidenza Trump rappresenta da un lato un punto d'approdo, dall’altro un punto di rottura della situazione, del ruolo, dell'azione, della politica dell'imperialismo americano. E essa ha un carattere interno e internazionale.
All'interno si tratta di edificare un regime di stampo fascista adeguato alle caratteristiche dell'America. Fondato chiaramente sul Suprematismo bianco, sul nazionalismo economico, che vuole coinvolgere ampie fette anche del mondo industriale, compreso la classe operaia e l'aristocrazia operaia nel proprio paese, in un blocco sociale che punta a cancellare negli stessi Stati Uniti d'America le libertà democratiche, peraltro assai ristrette, come la presenza di un'opposizione, alla grande contraddizione nel ventre della bestia tra imperialismo e classi oppresse, una gran parte delle quali è di origine non certo americana. Questo regime all'esterno è volto a fare un'ulteriore passo verso una guerra
imperialista globale che pretenda di stabilire il dominio egemonico ed esclusivo dell'imperialismo americano nel mondo.Apertamente, quindi, la scelta è la guerra, per colpire i proletari e i popoli del mondo all'interno dei paesi imperialisti, e in particolare le nazioni e i popoli oppressi dall'imperialismo. Questa è il punto della questione.
In questo senso, alla Conferenza di Monaco gli americani sono venuti col loro stile concreto che coincide con la volgarità, con l'arroganza, con lo spirito di potenza che ha sempre caratterizzato l'imperialismo americano nei confronti innanzitutto dei proletari e i popoli oppressi, e che ora apertamente viene ostentato nei confronti degli stessi paesi imperialisti europei. La Conferenza di Monaco è stata questa.
Trump - attraverso il suo vice che anche ideologo di questa politica, di questa cultura/ideologia di Trump, esattamente come Elon Musk é il rappresentante dell'oligarchia finanziaria che ne sposa interamente gli assunti e utilizza la Presidenza americana nell'interesse esclusivo dell'oligarchia finanziaria dominante negli Stati Uniti e con aspirazioni di dominio mondiale - ha detto chiaro: ora si fa quello che diciamo noi. Le armi americane servono per difendere l'imperialismo americano e il suo dominio, o vengono accettate in quanto tali, oppure gli altri paesi si facciano le loro armi per competere sul piano militare. Con l'imperialismo americano non ci sono sfere di influenze da dividere, ci sono sfere di influenze da ripartire sotto il dominio dell'imperialismo americano.
L'imperialismo americano nel suo grido di battaglia esprime gli interessi e la natura di imperialismo morente in cui l’assetto mondiale in tutti questi anni è stato messo in discussione, e quindi il dominio americano deve essere ristabilito portando indietro la ruota della storia, con una aspirazione a un dominio assoluto che ha un solo paragone nella storia recente, il regime nazista ai tempi del Terzo Reich. Il regime nazista aveva un disegno di dominio globale, voleva stabilire il dominio tedesco in Europa e nel mondo e voleva da questa postazione una ripartizione del mondo in cui la Germania ne diventasse il centro. E sappiamo com'è andata a finire.
E quello che dice Trump ci fa largamente intendere come andrà a finire l'avventura dell'imperialismo americano con questa volontà di imporre una nuova contro-ripartizione del mondo che affermi il dominio assoluto, economico, politico, militare, culturale dell'imperialismo USA in salsa Trump/Musk.
L'Europa e i diversi governi europei certo non si aspettavano che avvenisse in forme così brutali ed esplicite come alla Conferenza di Monaco è stato posto. E a fronte di questo, i governi e gli Stati imperialisti europei hanno dimostrato tutta la loro debolezza. Debolezza tattica, perché non esiste un imperialismo europeo, con un'insieme di governi e Stati alleati, che abbia appunto un'economia comune, una difesa comune, una governance comune. L'Europa anche nel quadro delle attuali strutture economiche è stata costantemente un'alleanza contraddittoria tra governi e Stati imperialisti e a cui si sono aggiunti nell'ultimo decennio tutti gli altri paesi che hanno fatto diventare questa Europa una pleonastica alleanza di Stati che non condividono, nella maggior parte dei casi, nulla tra di loro stessi.
Ora l'Europa viene “aggredita”, per così dire, dall'imperialismo americano in una situazione di estrema debolezza, non solo tattica ma anche debolezza strategica. E’ alla base di questa debolezza tattica e strategica che l'imperialismo americano impone i suoi diktat. Ma chiaramente l'imperialismo americano, nel cercare di imporre i suoi diktat, pretende addirittura di conformare a sua immagine e somiglianza i governi degli Stati imperialisti europei. Di qui la sponsorizzazione aperta, fuori da ogni dichiarazioni dell'ONU, di governi di stampo fascista, di stampo neonazista, di stampo reazionario, che possano essere governi vassalli del disegno generale dell'imperialismo americano.
Questi governi trovano nei nazisti nell'estrema destra le fasce reazionarie, neo populiste, i loro rappresentanti che aspirano e lavorano per diventare i nuovi governi “quisling” dell'imperialismo americano.
In questo, l'Italia si è portata il lavoro avanti con la servetta per eccellenza dell'imperialismo americano, la Meloni, che si vuole promuovere in quanto tale all'interno stesso dell'Europa. Ma chiaramente il governo Meloni, proprio per questa sua natura, non è certo il “ponte” che la “signorina” dichiara dagli schermi televisivi europei e USA, ma la quinta colonna dell'imperialismo americano, contro gli interessi sia all'interno del nostro paese, che all'interno dell'Europa e del mondo. Portando il nostro paese all'avventura politica e militare dell'impero americano, del dominio delle multinazionali e degli oligarchi, del fascismo e del nazismo, della dittatura aperta di carattere reazionario, che è la riedizione moderna, che si voglia o no, dei piani del Terzo Reich.
La Conferenza di Monaco è stato quindi una discussione tra banditi in cui il capo dei banditi ha messo sulla tavola la pistola dicendo a tutti: o si fa così o non si fa così.
In questo senso alla Conferenza di Monaco i governi dei paesi imperialisti europei hanno dimostrato tutta la loro fragilità e debolezza, perché come unica risposta hanno scelto un adeguamento: se gli USA vogliono così, noi dobbiamo difendere i nostri interessi. Ma la difesa dei “nostri interessi” coincide esattamente con l'economia, l'ideologia, la cultura, la forma di governo che Trump vuole promuovere nel mondo. Governi nazionalisti, di stampo fascista, che si blindano all'interno per realizzare la pace sociale e si armano come non mai all'esterno per competere in questa guerra che cammina a passi forzati.
In questo senso le risposte dei governi imperialisti europei sono stati un rimedio peggiore del male. La decisione di aumentare le spese militari secondo i diktat che vengono dall'imperialismo americano, dal 2% al 5%, fatto in maniera ostentata, a scapito delle spese sociali, e con la volontà di trasformarsi in un'economia di guerra secondo il modello americano, fino a considerare il mercato delle armi americano il luogo dove possa avvenire la conciliazione di quelli che sono gli opposti interessi tra imperialismo americano e governi europei.
Quindi questa strada scelta dai governi imperialisti europei è rovinosa.
Essa si esprime chiaramente intorno ai due focolai del mondo, Ucraina e Palestina, che in questo momento sono al centro dell'attenzione mondiale perché sono epicentri di un incendio mondiale che attraversa il sistema imperialista e che sono alla base della guerra imperialista mondiale, ma anche della necessaria, indispensabile ribellione dei proletari dei popoli del mondo contro l'affermazione della barbarie della guerra, del fascismo, della miseria, che, nel contesto dello Stato attuale del Sistema economico mondiale, producono anche il disastro ambientale e climatico e perfino il disastro sanitario che abbiamo visto all'opera in occasione della pandemia.
Di questo si è discusso a Monaco, proletari compagni, masse popolari, antifascisti, antimperialisti, ambientalisti, solidali con i popoli del mondo, e questo doveva essere contestato da parte, perlomeno in Germania, delle forze che si oppongono a questo sistema mondo. Ma francamente così non è stato.
Certo ha pesato la campagna elettorale e quindi l'inevitabile agitarsi delle forze politiche e sociali all'interno della contesa elettorale che si sviluppa in Germania, dato che si vota tra pochi giorni, ma i proletari e i popoli e le masse popolari, le loro organizzazioni non hanno scelto la linea del combattimento. Questo è la verità.
E quindi a Monaco non si sono ritrovati in centinaia di migliaia che in altre occasioni c’erano, contestando i diversi aspetti della politica imperialista in generale e dell'imperialismo tedesco in particolare. La conciliazione tra un'opposizione radicale e istanze riformiste non è stata la caratteristica fondamentale della manifestazione che si è tenuta a Monaco.
Sono stati i nostri compagni, dato che avevamo colto l'importanza di questa occasione, a portare con una delegazione operaia le uniche parole giuste che andavano dette dall'intero movimento di opposizione alla Conferenza di sicurezza innanzitutto.
L'indicazione di fondo è stata portata nella manifestazione dai nostri compagni: “la guerra imperialista si può fermare solo se avanza la guerra popolare”.
Guerra popolare significa unità dei proletari e delle masse popolari interne ai paesi imperialisti, con i proletari, i popoli e le nazioni oppresse dall'imperialismo, nelle forme adeguate a ciascuno dei paesi. Solo la via della guerra di classe, della guerra rivoluzionaria, della guerra popolare può fermare la marcia reazionaria dell'imperialismo, del fascismo, dei loro Stati, dei loro governi.
Tutto ciò è incompatibile con la contesa elettorale in Germania come in tutti i paesi del mondo. L'idea assurda che si possa combattere tutto questo attraverso la via elettorale, in cui l'unico modo per rappresentare le istanze alternative o il modo principale diventino le liste elettorali di opposizione, sia pure non collegate ai due partiti principali al governo, la CDU e i socialdemocratici, è una via altrettanto illusoria.
E’ chiaro che noi siamo perché in Germania venga fermata l’ascesa nazista che utilizzerà in forme esplicite anche l'attentato, forse provocatorio, che si era realizzato proprio a Monaco in quei giorni. Ma questo non ha nulla a che fare con conciliazioni, con una via elettorale e ancor meno con una linea meramente sindacale interna alla logica storica della socialdemocrazia, che anche quando si tratta di socialdemocratici di sinistra, come il caso della MLPD in Germania, si tratta sempre di socialdemocrazia, e la socialdemocrazia è compagna di strada della reazione fascista.
La distribuzione del volantino alla manifestazione di Monaco, fatta dai compagni operai della nostra organizzazione di proletari comunisti, attivisti del nostro sindacato, la corrente per il sindacato di classe rappresentata dallo Slai Cobas, è stata l'unica voce chiara che si è cercato di far sentire anche nella Conferenza di Monaco, perché è tempo che tutte le manifestazioni trovino la strada per avere una linea unica da fronte anticapitalista, antifascista e antimperialista, in cui la posizione, l'indicazione, l'organizzazione proletaria abbia un ruolo centrale. Questa indicazione è stata portata alla manifestazione di Monaco, ma è un'indicazione che va ovunque e che deve essere portata all'interno del conflitto di classe nel nostro paese.
intervento di proletari comunisti al corteo
Volantino distribuito in diverse centinaia di copie
Compagni operai, lavoratori, portiamo il saluto dei proletari e comunisti italiani a questa importante manifestazione contro imperialismo e fascismo in occasione della cosiddetta Conferenza internazionale per la sicurezza NATO che in realtà analizza, decide e avanza verso la guerra imperialista mondiale.
Tutti i governi imperialisti aumentano in dismisura le spese militari e dicono esplicitamente che bisogna prepararsi alla guerra. Le potenze imperialiste Usa, Ue con la Nato si dotano di armamenti sempre più moderni e devastanti e prevedono l’uso di armi nucleari che mettono a rischio il futuro del mondo, combinandosi con la crescente crisi climatica ambientale. Tutti i paesi imperialisti rafforzano gli eserciti, militarizzano i territori e la società, preparano l’opinione pubblica alla guerra, sviluppano l’economia di guerra L’imperialismo Russo e il socialimperialismo Cinese sono da un lato obiettivo di questa offensiva e dall’altro cavalcano la crisi dell’imperialismo occidentale, principalmente Usa, per un nuovo assetto ad essi favorevole, all’insegna del multilateralismo.
L’imperialismo scatena i suoi cani da guardia come prima linea nella guerra e della guerra contro i popoli – vedi i regime ad essi asserviti in Israele, Ucraina Siria ecc.
Tutte le potenze imperialiste in collusione e contesa tra di loro e i governi asserviti ad essi sono uniti contro i proletari e i popoli del mondo. La Guerra è originata dalla crisi economica, sistemica, mondiale del sistema capitalista/imperialista che esige una nuova spartizione del mondo
Tutti gli Stati imperialisti e i governi loro asserviti avanzano nella trasformazione degli Stati riducendo e cancellando la democrazia borghese, attaccando le libertà democratiche e i diritti dei lavoratori e delle masse, riempendo le carceri di oppositori politici, istaurando forme di dittatura sempre più aperte, che attaccano i diritti delle donne, la libertà di pensiero, ecc. fomentano suprematismo, razzismo, cultura oscurantista e integralismo religioso.
All’interno della Germania come dell'Italia praticano sempre più una dittatura, travestita da “democrazia”; e a fronte dell’insoddisfazione, delle proteste proletaria e popolare, attuano una repressione sempre più estesa, uno stato di polizia generale che comprende oltre all’attacco ai lavoratori e al diritto di sciopero, attacchi agli immigrati, ai diritti delle donne, repressione degli studenti, censura dei giornalisti, monopolio dei mezzi di comunicazione ecc.
Le elezioni diventano così sempre più espressione di una falsa democrazia disertate da quasi metà dei proletari e masse popolari e via via trasformate in uno strumento di consenso al governo e di trasformazione in senso reazionario dello Stato del capitale. Non sono né possono essere il luogo in cui possiamo cambiare le cose.
Abbiamo necessità di organizzare invece la lotta generale nelle fabbriche e, nei posti di lavoro, nei quartieri proletari, nelle piazze. Abbiamo bisogno di nuove e forti organizzazioni politiche e sindacali operaie e popolari, abbiamo bisogno di un fronte unito anticapitalista, antifascista e antimperialista
Abbiamo bisogno dell'unità di lotta dei proletari e masse popolari dei paesi imperialisti e nazioni e popoli oppressi dall'imperialismo.
In Palestina è in atto una guerra di sterminio con massacri, bombardamenti e distruzione, esodo di massa ed è a rischio genocidio per mano dello Stato sionista di tipo nazista di Israele sostenuto dall’imperialismo americano, UE, Italia compresa, la nuova presidenza fascio/imperialista americana ora ha lanciato un piano di soluzione finale per questo dobbiamo portare ancora più avanti un grande movimento di solidarietà . Essere solidali con la Palestina è il primo dovere internazionalista dei proletari e delle masse popolari di tutto il mondo.
.Imperialismo è miseria relativa e assoluta dei proletari e delle masse oppresse, della piccola borghesia impoverita delle città e delle campagne con taglio dei salari, precarizzazione, disoccupazione, taglio delle spese sociali, sanità, scuola, ambiente; allargamento del divario tra Regioni ricche e Regioni povere; nuovo schiavismo, disoccupazione giovanile, disuguaglianza delle donne; carovita.
Nei paesi oppressi dall’imperialismo tutto questo è aggravato con la permanenza e conservazione dell’oppressione nazionale, coloniale e neocoloniale e feudale
Bisogna unirsi perché tutti insieme dobbiamo fermare la marcia verso la guerra imperialista, dobbiamo fermare i fascismi e le dittature che avanzano, dobbiamo lottare uniti per cambiare radicalmente le nostre condizioni di vita e di lavoro
E’ GIUSTO RIBELLARSI! E’ GIUSTO LOTTARE PER CANCELLARE IL SISTEMA IMPERIALISTA DALLA FACCIA DELLA TERRA!
Fermiamo la guerra imperialista e se essa scoppia trasformiamola in guerra civile rivoluzionaria per il potere proletario
Fermiamo la marcia nazifascista e tutti i governi che li proteggono e alimentano
Uniamoci sotto la guida del proletariato per far avanzare i popoli del mondo verso la rivoluzione socialista mondiale, sradicare l’imperialismo e quindi stabilire una società senza sfruttamento e oppressione di ogni genere. Morte all'imperialismo e al fascismo libertà per i proletari e i popoli
Viva l'internazionalismo proletario
Proletari comunisti Italia - pcro.red@gmail.com blog proletaricomunisti.blogspot.com
Slai COBAS per il sindacato di classe - Italia - slaicobasta@gmail.com

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