lunedì 17 febbraio 2025

pc 17 febbraio - "La tossica visione conflittuale" della tossica Meloni

Riportiamo degli stralci da un commento di Sandra Burchi su Il Manifesto di ieri, sull'intervento della Meloni all'assemblea nazionale della Cisl che si è tenuta l'11 febbraio. 

Noi in questo blog sia nell'audio della Controinformazione rossoperaia del 12 febbraio, sia nel post: https://proletaricomunisti.blogspot.com/2025/02/pc-14-febbraio-cisl-e-meloni-uniti.html abbiamo subito analizzato, denunciato questo patto infame tra Cisl e Meloni contro le lotte dei lavoratori.

Ora, e ci rivolgiamo agli operai, alle lavoratrici, occorre individualmente e collettivamente trarre le conseguenze: la Cisl si deve mettere fuori dal movimento dei lavoratori, perchè è la longa manu del governo e dei padroni per subordinare/ingabbiare praticamente e politicamente i lavoratori al moderno fascismo corporativo, che fa gli interessi solo di una ristretta aristocrazia operaia e vuole reprimere le lotte della maggioranza dei lavoratori, chiamate dall'ex segretario Sbarra: "zavorra ideologica di chi non riesce a liberarsi di visioni e dinamiche novecentesche e sterilmente antagoniste; lotte che oggi invece sono quanto mai  necessarie a fronte dell'attacco su tutti i piano: lavoro, salario, sicurezza, diritti.

Il commento su Il Manifesto 

"Giorgia Meloni... Parlando recentemente alla Cisl e cambiando di volta in volta toni e linguaggi, ha tenuto insieme supposti successi del governo, record in tema di occupazione, promesse mantenute, tecnicismi (reskilling e upskilling), denatalità, attacchi alle banche, lemmi gramsciani (l’ottimismo della volontà) e l’invito (futurista?) a «guardare in alto, guardare oltre». Questo pastiche... è servito solo a presentare il gran finale: «Ricostruire la dinamica tra imprese e lavoro significa gettare le fondamenta di una nuova alleanza tra datori di lavoro e lavoratori, fondata sulla condivisione degli oneri e degli onori». Prefigurando la sua immagine di sindacato ideale, perfettamente incarnato dalla Cisl, la presidente del Consiglio ha dichiarato che è ora di «superare una volta per tutte quella tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere»...

...Visione tossica, furore, il conflitto sociale è ripetutamente ridotto all’eccesso e a uno stato di alterazione del senso di realtà e del limite. Quel «qualcuno» che se ne fa ancora interprete, anche nel

sindacato è tutt’altro che un soggetto vago. Il riferimento è diretto è al segretario della Cgil, evocato tra le righe anche nel passaggio sulla «rivolta sociale». E infatti Landini, chiamato in causa, le ha risposto via stampa sminuendo l’aggettivo e provando a condividerlo con «tutti i lavoratori tossici». Nell’intervento di Meloni non c’è nessuna attenzione al linguaggio inclusivo, naturalmente: tutti i soggetti, compreso lei stessa, sono al maschile: lavoratori, operai, tecnici, professionisti, sindacalisti. Unica eccezione le «mamme lavoratrici». Anche tutto il corredo valoriale non ha incrinature: coraggio, rispetto, onore, tutta roba da galantuomini. Solo quando sceglie di duellare a distanza con il capo della Cgil Meloni plana sul linguaggio pop ed evoca il fantasma di un’aggressività senza ragioni, la stessa che in molti casi si rivela distruttiva nella dinamica tra i generi senza portare a niente di buono.

Sui giornali in questi giorni sono in molti ad affannarsi a rimettere in fila lotte e democrazia, conflitti sociali e diritti, ma servirà del lavoro per raffreddare il pathos con cui Meloni – da presidente del Consiglio e non da pasionaria di un partito di destra – è riuscita a rappresentare la dialettica tra le parti sociali come nociva al «bene dei lavoratori» e della Nazione. Nel frattempo ha fatto capire bene cosa intende lei per sindacato...

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