Occupato il negozio Tesla in piazza Gae Aulenti a Milano in vista del corteo contro il DDL Sicurezza del 22 febbraio.
Sabato 22 febbraio manifesteremo ancora una volta contro il DDL Sicurezza – il pacchetto di misure repressive che il Governo Meloni vorrebbe approvare entro la primavera – e l’istituzione delle zone rosse. Sarà una giornata di mobilitazione nazionale: oltre a Milano (partiremo da Piazza XXIV maggio alle h. 15) sono previste piazze a Brescia, Padova, Bologna, Roma, Napoli e tantissime altre città.
Questo governo ha un solo obiettivo: ottenere maggiore consenso perché nel prossimo futuro è previsto il passaggio a una logica esclusivamente bellica, sia in politica interna – proseguendo, con armi più affilate, la guerra contro le persone migranti, transitanti, le persone indigenti e senza fissa dimora, nonché contro le persone razzializzate, contro chi non si identifica nei generi e negli stili del patriarcato – sia in politica estera – con il supporto politico alle guerre coloniali, necessarie per ampliare il mercato, in particolare quella genocida di Israele in Palestina.
Il senso profondo di questa guerra culturale e reale si può cogliere solo nella crisi del sistema di produzione capitalista, dunque in ottica globale. Assediato dalle crisi climatiche e migratorie, che espongono tutta l’ipocrisia e l’inconsistenza della crescita “green”, il capitalismo deve serrare le fila per tornare a sfruttare manodopera e risorse. La democrazia diventa, così, un ostacolo. In altre parole: chi difende gli interessi di pochi privati ha capito che l’autorità dello stato democratico (invadente e dannoso) deve essere rimessa in discussione; è più utile servirsi del fascismo.
Gli strumenti del DDL sicurezza e delle zone rosse, niente meno che una anticipazione per via
amministrativa di alcuni articoli del pacchetto di leggi, servono dunque a silenziare le voci di chi, come noi, non può non vedere, non può non combattere lo smantellamento del welfare in nome della privatizzazione e la progressiva radicalizzazione a destra dell’Italia, dell’Europa e in generale del Nord Globale. Insomma: se il consenso non c’è, fingiamo che ci sia con la repressione e la propaganda.Non è un caso che la presidente Meloni si mostri
in piena sintonia con i leader dell’autoritarismo: Orban, Le Pen,
Trump. E, ovviamente, con Elon Musk, che da uomo più ricco del mondo
(poco meno di quattrocento miliardi di dollari di patrimonio) ha
garantito la rielezione di Donald Trump a presidente degli Stati
Uniti d’America mettendo in moto una macchina propagandistica senza
precedenti (con al centro il social X, l’ex Twitter), ottenendo per
sé un ruolo nell’amministrazione (nel DoGE, Department of
Government Efficiency) e la promessa di chissà quanti appalti
miliardari.
Musk nasconde dietro l’ideologia del merito
l’origine reale della sua ricchezza: quella del padre, ex
co-proprietario di una miniera di Smeraldi nel Sud Africa
dell’Apartheid. Dietro il successo di Space X e Tesla, insomma, c’è
il privilegio e la violenza. L’individualismo di Musk è nutrito di
suprematismo bianco.


Nessun commento:
Posta un commento